Lo “strano caso” del Congresso della famiglia: declino o parità di diritti?

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Lo “strano caso” del Congresso della famiglia: declino o parità di diritti?

di Patrizia Orofino

Il Congresso sulla famiglia, tenutosi a Verona il 30 marzo scorso, ha nuovamente aperto uno scenario ampiamente conosciuto, fatto di critiche e dibattiti dal sapore antico, scontato e tipico italiano. Opinioni, pensieri e preconcetti, ribattuti in chiave “tradizionale” dalla parte conservatrice del nostro paese, e dall’altra la famiglia arcobaleno, ovvero tutte quelle coppie gay che, per Amore decidono di condividere la propria vita insieme. La famiglia tradizionale così come ci è stata tramandata, quindi, è una e una sola? La libertà di opinione e religiosa, è personale e sacrosanta, ed è giusto che i cattolici così come gli ebrei i musulmani ed altre fedi religiose, professino il loro credo secondo il proprio rito di culto, tradizioni, usanze e devozioni. Le libertà sono libertà, non si impongono nè si negano, in un paese democratico e civile. La famiglia è quel nucleo formato da due coniugi, che in “libertà” scelgono per amore di stare insieme convivendo o sposandosi, avendo anche il desiderio di diventare genitori. L’amore crea la famiglia, i sentimenti sono valori alla base della vita, e la libertà fa si che, la volontà individuale che racchiude il tutto. Ma, se la famiglia è una realtà positiva perchè fatta di solidi valori, perchè in realtà continuiamo a vivere di contraddizioni? Ciò che noi italiani rappresentiamo per certi argomenti, riassumendo nella parola tutto, e del suo contrario, paradossi che ancora oggi rasentano il provincialismo. Si inneggia alla famiglia tradizionale, ai presepi ai crocifissi sulle aule delle scuole, come segno di appartenenza alla fede  cristiana, dove Dio è misericordia amore e tolleranza; però se una famiglia di una fede religiosa diversa non fa partecipare i propri figli ad esempio alle festività natalizie, organizzate dalle scuole, la tolleranza e l’amore tanto declamate in alcuni casi,(non in tutti per fortuna) scompaiono improvvisamente. Ma questo è solo un esempio delle cose che, nel nostro paese accadono, potremmo parlare di leggi insufficenti a contrastare il femminicidio che purtroppo  tutelano  solo in parte le vittime. La famiglia, con la tanto contestata legge Cirinnà varata nel 2016 ha sancito diritti di pari opportunità delle coppie di fatto, eterosessuali ed omosessuali, apportando così democrazia e diritti civili, come nel resto d’Europa. Finalmente le coppie omosessuali possono sposarsi se lo desiderano, ed ogni coppia etero che vorrà convivere senza convolare a nozze, potrà beneficiare di leggi cui prima era impossibile accedere in quanto coppie “irregolari.” Perchè questo accanimento nei confronti delle famiglie arcobaleno? Cosa tolgono, le unioni civili alle cosidette famiglie “normali”? Perchè queste opinioni religiose estremiste, influenzano così tanto, parte dell’opinione pubblica, volendo imporre un modello di famiglia non riflettendo sul fatto che, le scelte di vita di ogni individuo a prescindere dal sesso a cui appartiene, devono essere sempre, private e personali? Abbiamo chiesto a Giovanni Caloggero, consigliere nazionale Arcigay ed ex Presidente Arcigay Catania, un’opinione in merito alla questione.

Domanda: Signor Caloggero, com’è andata la partecipazione al Congresso della famiglia arcobaleno organizzata da Arcigay?

Risposta: E’ stata una partecipazione oceanica, che ha visto una marea di persone testimoniare che, INDIETRO NON SI TORNA. La manifestazione è stata organizzata unitamente da Arcigay, e da molte altre associazioni, ed i risultati si sono visti eccome.

 D: Secondo lei, perchè l’ Italia non riesce a sdoganare questo tipo di mentalità bigotta?

R: Devo dirle che questo fenomeno in Italia risulta più appariscente per via della partecipazione politica, e del suo attuale governo della peggiore destra mai vistasi prima, e la complicità silente di un partito M5S, dove la destra non sa cosa fa la sinistra e che, divenuto il partito più di palazzo e di casta che, lascia fare alla Lega, pur di mantenere il loro status. In fondo la sua nascita improvvisata la priva di valori storici e di esperienza politica, importanti per sedere su quelle poltrone. Infatti anche nel resto d’Europa si rilevano segnali preoccupanti.

 D: Cosa le ha lasciato questa esperienza?

R: Questa è stata la manifestazione del Si, alla libertà delle persone, alla loro autodeterminazione, delSi, alle differenze che sono ricchezza, alla dignità di tutte e tutti. Praticamente a Verona si è contrapposto il Si al No, si è contrapposta la civiltà che mira alla felicità e dignità di tutti, alla inciviltà di chi vorrebbe imporre schemi di vivere e sentire secondo scelte elaborate in oscuri laboratori(dr Mabuse) da una lobby decisamente fascista. Ragione questa che dovrà dare alla imminente stagione dei Pride una forza maggiore ed una coesione particolarmente significativa. A Catania abbiamo già formato il Comitato unitario che gestirà il Catania Pride il 29 giugno prossimo e che partirà proprio dalle riflessioni già citate.

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