Certificato Finanziario Contestato: La Minaccia alle Aste Immobiliari e l’Appello per un’Indagine Approfondita

Certificato Finanziario Contestato: La Minaccia alle Aste Immobiliari e l’Appello per un’Indagine Approfondita

L’Associazione dei Consumatori d’Italia Consitalia solleva una seria preoccupazione in merito a un certificato finanziario emesso da una società SPV e depositato presso il Tribunale di Catania. Questo documento, piuttosto che garantire la trasparenza, sembra favorire artifici e raggiri, aprendo la strada a possibili manipolazioni nell’ambito delle aste immobiliari.

Una delle implicazioni più gravi di questa situazione è l’imminente asta immobiliare prevista per il 28 maggio 2024, autorizzata dal Giudice Esecutore, che ha incaricato un delegato alla vendita di condurre tre tentativi di vendita entro 18 mesi. Il certificato contestato è stato utilizzato come base per questa procedura, sollevando dubbi significativi sulla sua validità e legittimità.

Nonostante le querele in corso e le segnalazioni alle autorità competenti, la procedura continua a progredire, alimentata dalle presunte anomalie presenti nel certificato finanziario. Questa situazione mette in luce la necessità di un’indagine approfondita da parte delle autorità giudiziarie per accertare le responsabilità e garantire l’integrità del processo.

Con tale atto, la società SPV sta attestando al Tribunale l’esistenza di un presunto credito, nonostante la stessa società abbia dichiarato, presso la Banca d’Italia sin dal 2015, la perdita totale derivante dalla cessione. Inoltre, il credito presumibilmente passato a perdita totale è stato trasferito da una società all’altra, tutte interconnesse e aventi lo stesso mandatario. Questa situazione è in netto contrasto con le disposizioni del testo unico bancario, che richiede trasparenza e correttezza nelle operazioni finanziarie.

È importante sottolineare che la procedura esecutiva in questione è stata avviata con un atto di precetto notificato nel novembre del 2007, seguito dalla notifica di pignoramento nel dicembre dello stesso anno. Le prime aste si sono svolte a partire dal 2012 fino al 2017, per un totale di 12 tentativi, tutti senza successo a causa di una scorretta individuazione dell’immobile e altre anomalie segnalate dagli interessati.

A distanza di quasi sette anni dall’ultima delle dodici aste andate deserte, il Giudice ha deciso di riprendere la procedura anziché estinguerla, ordinando ulteriori tre tentativi di vendita. Tuttavia, ciò che appare ancora più sorprendente è che si stia procedendo sulla base di un precetto notificato ben diciassette anni fa, nel 2007, e questo avviene dopo sette anni dall’ultima asta. Tale decisione va contro tutte le norme che regolano la materia. Inoltre, è stato fissato un prezzo di base d’asta di circa 40.000 euro, considerato tecnicamente basso, per un immobile il cui valore reale è almeno quadruplo.

L’Associazione dei Consumatori d’Italia Consitalia rimane determinata nel suo impegno per tutelare i diritti e gli interessi dei consumatori. Chiede un intervento tempestivo e risoluto da parte delle autorità competenti per indagare su questa controversia e adottare misure correttive necessarie per prevenire futuri abusi e manipolazioni nelle aste immobiliari.

In questo momento critico, la parola spetta all’Autorità Giudiziaria per agire nell’interesse della giustizia e della tutela dei diritti dei cittadini.

Condividilo: