Procura Figc, Enrico Trantino si dimette in polemica con Tavecchio

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Procura Figc, Enrico Trantino si dimette in polemica con Tavecchio

L’avvocato catanese Enrico Trantino, sostituto procuratore della Figc, con una lettera indirizzata al Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro, rassegna le proprie dimissioni in polemica con il presidente federale Carlo Tavecchio.
Ecco il testo integrale:

Egregio signor Procuratore,
dal 1998 collaboro con la Federazione Giuoco Calcio come Sostituto Procuratore, mettendo al servizio dell’Ufficio le mie competenze giuridiche. Ho sempre svolto il mio ruolo con passione, rinunciando in questi ultimi anni a ogni rimborso e all’accredito di biglietti per partite di calcio, unico reale benefit di cui disponiamo.
Appartengo a quella schiera, convinta che la nostra epoca abbia bisogno di riferimenti credibili e autorevoli in grado di assumersi le proprie responsabilità; senza cercare capri espiatori su cui scaricare la colpa di ogni fallimento, pur di non abbandonare ruoli di potere.
Da buon Italiano, il calcio costituisce non solo una passione sportiva, ma una disciplina in cui si condensano le attese di tanti, che in esso ripongono desiderio di riscatto, speranza di primato, coagulo sociale, orgoglio identitario.
Ho patito, come tutti, l’eliminazione dai mondiali: quel momento che ogni quattro anni, da quando sono nato, con i suoi riti, gioie e amarezze accompagnava una parte della mia estate. Non ho titolo per esprimere quel che penso sull’amaro epilogo della nostra avventura. Ma mi sarei atteso un gesto di fierezza da parte di chi, per avere stabilito chi dovesse guidarci, rassegnasse le dimissioni.
Come faccio a spiegare ai miei figli la cultura dei meriti se chi sbaglia, invece di chiedere scusa e defilarsi, pretende conferme di poteri?
La risposta allora diventa obbligata. Se costoro sono nel giusto e mantengono, con il tacito placet di chi dovrebbe indurli a più fieri consigli, il ruolo di comando che occupavano al momento del naufragio, evidentemente sbaglio io. E non posso permettere che il sig. Tavecchio e la Federazione annoverino nei propri ranghi un collaboratore che possa procurare loro imbarazzo con la sua anacronistica visione.
Le sorti del mondo dipendono, più che da chi governa, da chi glielo consente senza mai esercitare un dissenso costruttivo. Non volendo essere annoverato tra questi mi resta una sola alternativa. RassegnarLe le mie dimissioni, ringraziando la Procura per questi lunghi e costruttivi anni, in cui spero di avere apportato un modesto contributo.
In fondo, se tutti imparassimo a rinunciare a ciò che piace pur di dare il buon esempio, forse qualcosa potrebbe migliorare.

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