Un importante pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea rafforza la difesa dei diritti dei consumatori nei confronti di banche e operatori che sfruttano l’esecuzione forzata su abitazioni familiari. Con la sentenza nella causa C-351/23, la Corte ha stabilito che non può essere considerato legittimo il trasferimento dell’immobile se il procedimento è avvenuto sulla base di una clausola abusiva contenuta nel contratto di mutuo, anche nel caso in cui la casa sia già stata venduta all’asta a un terzo.
Una decisione che ha immediatamente acceso l’attenzione anche in Italia, dove le esecuzioni immobiliari – spesso avvenute a prezzi irrisori e a vantaggio di pochi soggetti organizzati – hanno prodotto casi controversi e profonde tensioni sociali. A prendere posizione è Consitalia, una delle principali associazioni dei consumatori italiane.
“La sentenza della Corte UE rappresenta una svolta che può segnare un prima e un dopo nella tutela del diritto alla casa” – afferma il presidente nazionale di Consitalia – “e ci auguriamo che i tribunali italiani, a partire da quelli di Catania, sappiano recepirne il senso più profondo: garantire giustizia ai cittadini che si trovano a rischio di perdere l’unica abitazione, spesso per irregolarità contrattuali a loro insaputa.”
Tutela effettiva contro le clausole abusive
Nel caso esaminato dai giudici di Lussemburgo, una coppia slovacca aveva contestato la legittimità dell’asta stragiudiziale con cui la loro casa era stata venduta a una società terza, pur avendo già presentato un ricorso per l’esistenza di una clausola vessatoria nel contratto ipotecario. Nonostante la pendenza del procedimento e l’evidenza di una possibile irregolarità, l’esecuzione era andata avanti. La Corte UE ha chiarito che, in presenza di indizi concordanti sull’abusività, l’ordinamento non può impedire al consumatore di accedere a un giudice, nemmeno dopo il trasferimento del bene.
Lo scenario italiano e il caso Catania
Consitalia richiama in particolare l’attenzione su quanto sta avvenendo in alcune città italiane, Catania in primis, dove si denuncia un uso distorto delle vendite all’asta: “In troppi casi – denuncia l’associazione – gli immobili finiscono svenduti a prezzi inferiori anche del 70% rispetto al valore di mercato, a vantaggio dei soliti gruppi di acquisto organizzati. Si tratta di un fenomeno speculativo che danneggia le famiglie e mina la fiducia nel sistema giudiziario.”
“La vendita a prezzo vile – prosegue CONSITALIA – è spesso l’ultimo atto di un meccanismo che parte da contratti poco trasparenti, si sviluppa in assenza di mediazione o rinegoziazione, e si conclude con la perdita della casa per famiglie in difficoltà. Ora che la Corte UE ha ribadito che i giudici possono e devono intervenire anche dopo la vendita, chiediamo che a Catania e in tutta Italia si blocchino esecuzioni fondate su clausole illegittime.”
Un appello alla responsabilità della magistratura
Consitalia si appella infine ai tribunali italiani affinché si attivino con prontezza. “Auspichiamo – conclude l’associazione – che questa sentenza sia immediatamente recepita dai giudici, specie nei territori dove il fenomeno delle aste immobiliari ha assunto tratti sistemici. La casa non è solo un bene economico: è un diritto umano fondamentale, che merita tutela e rispetto, al pari del principio di legalità.”