Il pescato siciliano: un tesoro che non ha bisogno di pubblicità

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Il pescato siciliano: un tesoro che non ha bisogno di pubblicità

Natale P.I. Pipitone, presidente della Federazione Armatori Siciliani e componente della Commissione Regionale Siciliana del Settore della Pesca, si dichiara sorpreso dall’operato dell’assessore Luca Sammartino e dalla gestione del dirigente generale del Dipartimento della Pesca Mediterranea.

Il 6 luglio 2023 si è riunita la Commissione Consultiva Regionale del Settore della Pesca per discutere del fermo pesca, un argomento che viene affrontato a luglio, forse perché l’anno di pesca regionale inizia in questo mese anziché a gennaio.

Il fermo pesca diventa ogni anno oggetto di discussione, in cui si perpetuano gli stessi errori e emerge la confusione, creando un caos programmato che non porta a soluzioni concrete ma ritarda la risoluzione in un teatro tragicomico.

Fedeli all’opera teatrale avviata dagli Uffici Regionali, l’assessore Luca Sammartino il 12 luglio 2023, anziché occuparsi delle problematiche del Settore della Pesca in Sicilia, non ha chiarito nulla sulle iniziative programmate e adottate dal suo Dipartimento e assessorato, tenendo all’oscuro la Commissione. Forse considera la Commissione Regionale solo un mezzo per attuare le decisioni unilateralmente imposte.

L’assessore Sammartino sembra preferire il cinema come strumento potente per ricordare alle persone le qualità del nostro pescato anziché risolvere le problematiche, adottare soluzioni adeguate o assumere personale tecnico esperto per progettare, pianificare e innovare. Queste azioni sarebbero necessarie per il corretto rilancio del Settore Pesca e delle Marinerie Siciliane, che sono attualmente in fase di estinzione. Nel frattempo, le famiglie che dipendono dal mare per il loro sostentamento sono costrette ad affrontare battute di pesca incerte e subire aumenti di costo ingiustificati che hanno colpito duramente gli armatori, i pescatori professionisti e la pesca artigianale.

Invece di concentrarsi sulla mancanza di infrastrutture nei nostri porti, sull’adeguamento alle normative vigenti, sulla pianificazione dei punti di attracco e sbarco del pescato, sull’innovazione per una gestione ambientale corretta e sulla creazione di punti vendita e di aggregazione per le comunità locali, l’assessore sembra puntare sulle campagne pubblicitarie per promuovere il pescato siciliano. La Federazione Armatori Siciliani ritiene che nessun problema persista nelle varietà autoctone, ma che sia piuttosto minacciato da specie aliene che popolano i nostri mari. Inoltre, l’assessore sembra trascurare le problematiche dell’inquinamento marino, dei cambiamenti climatici e della sovrappopolazione di predatori che impoveriscono il nostro pescato.

L’attenzione dovrebbe essere rivolta alle specie autoctone dell’isola, al potenziamento delle infrastrutture portuali, all’adeguamento alle normative ambientali, alla pianificazione dei punti di raccolta dei rifiuti nei porti e alla promozione della trasformazione del pescato nelle strutture siciliane, garantendo l’identificazione dell’origine controllata del pescato DOC e la corretta tracciabilità e etichettatura nella zona di pesca.

La Federazione Armatori Siciliani ritiene che il pescato siciliano non necessiti di spot pubblicitari, poiché è già venduto prima ancora di essere pescato. Tuttavia, sorge la domanda su chi beneficia di questo fantomatico marchio del pescato siciliano e quali armatori ne traggono vantaggio. È inaccettabile che i nostri banchi di vendita ospitino prodotti provenienti da paesi come il Marocco, la Tunisia e la Grecia, quando l’80% del pescato che circola sull’isola è importato. Inoltre, le politiche attuali non incentivano le flotte locali e impongono regole a doppio taglio, impedendo l’uso di antibiotici nella pesca locale, ma consentendo l’importazione di pesce allevato in paesi che fanno ampio uso di antibiotici. Questa incoerenza mette a rischio la nostra pesca locale.

È necessario comprendere l’intera gestione dell’operazione cinematografica, i costi e l’efficacia della presenza di una madrina nel film. È altrettanto importante valutare con trasparenza la selezione del regista e verificare se siano presenti conflitti di interesse o incarichi multipli che potrebbero influenzare l’obiettività delle decisioni prese. La Federazione Armatori Siciliani chiede accesso agli atti relativi a questa operazione e alle altre attività finanziate dai fondi FLAG regionali e richiede anche la convocazione della Commissione della Consulta Regionale della Pesca per discutere in modo trasparente e competente delle problematiche del settore.

Il presidente della Federazione Armatori Siciliani richiede inoltre maggiore attenzione alle condizioni delle nostre coste, affinché il film rifletta la realtà e non si trasformi in una propaganda politica. È necessario affrontare i problemi legati agli scarichi abusivi che danneggiano il mare e la salute dei cittadini, e garantire la funzionalità degli impianti di depurazione per preservare le acque marine.

Infine, è fondamentale che la politica locale si confronti con le problematiche del settore della pesca e lavori per trovare soluzioni concrete anziché ripetere gli stessi errori. È tempo di agire per ridare dignità alla nostra terra, che ha subito il futuro negato alle generazioni presenti e future.

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