Dipartimento della pesca mediterranea: si è riunita a Palermo la Consulta regionale

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Dipartimento della pesca mediterranea: si è riunita a Palermo la Consulta regionale

In data 06 luglio 2023 si è riunita la Consulta regionale della Pesca.

Tra i partecipanti registriamo la partecipazione di Pasquale Giorgio Giunta Vice Presidente Nazionale dell’ A.P.M.P. Associazione Pescatori Marittimi Professionali, il quale ha trasmesso il seguente comunicato:

Giornata di convocazione da parte dell’assessore regionale Sammartino della commissione pesca per discutere dell’inizio delle date del fermo pesca obbligatorio per la pesca a strascico.
Tra direttive comunitarie, nazionali, Gsa, piani di gestione pesca ai gamberi di profondità, pesca d’altura ed artigianale, pareri dei biologi ne è venuto fuori un pateracchio enorme di difficile soluzione . Il ministero, pur sapendo che si potrebbe fermare a marzo manda le direttive a maggio, dimostrando così un disinteresse nei confronti di un importante comparto dell’economia persino imbarazzante. Dire che in Italia la pesca è gestita da incompetenti è un eufemismo! Il mare territoriale è stato diviso in Gsa, con piani di gestione fatti non tenendo neanche conto della conformazione dei fondali marini e stabilendo ed assegnando quote di pescato, soprattutto crostacei ai pescherecci inscritti nei Compartimenti marittimi che insistono in quelle Gsa, quote stabilite con quale criterio,? Con quale criterio sono stati ipotizzate le entità degli stock ittici?
Sicuramente con lo stesso criterio della comunità Europea, esaminando il fatturato di sbarco non tenendo volutamente conto che negli ultimi 10 anni la flotta peschereccia si è ridotta di più della metà, nella sola Mazara del Vallo da quasi 500 imbarcazioni ne sono rimaste una 80, per cui non è diminuito lo stock ittici, è diminuito lo sforzo di pesca perché sono diminuite le barche!
Ricordiamo che, soprattutto nel Canale di Sicilia, ora Gsa 16, l’ultimo ed unico studio serio sugli stock ittici, come il Dottor #Franco Andaloro ben ricorderà, è stato fatto dall’Istituto di tecnologia della pesca e del pescato del CNR di Mazara del Vallo, alla fine dell’ultimo millennio!
Da allora solo statistiche basate sul fatturato che come si diceva prima non tiene conto della drastica riduzione della flotta!
In tutto questo il nulla politico, con assessori regionali che si susseguono uno all’altro senza che nessuno riesca a dare e a dare una politica seria sulla pesca, anche considerando lo statuto speciale siciliano, pesca che è una importante risorsa dell’economia.
Basterebbe opporsi in maniera seria alle direttive comunitarie, gestite dai paesi del nord i quali inviano tecnici nella commissione e fanno le regole non adatte alla biodiversiaà del Mediterraneo, non supportate da studi scientifici  ma basati sulle analisi del fatturato di sbarco, ma vengono lo stesso imposte.
A tutto ciò sommiamo gli interessi di parte delle diverse categorie che compongono l’universo pesca siciliano per avere un quadro desolante della realtà!
Si potrà avere una soluzione al problema ? Allo stato attuale penso di no, visto il fronte frammentario che si oppone al disegno comunitario volto a fare chiudere la pesca a strascico nel Mediterraneo!
Comunque, pare, se confermato che il fermo si farà nel mese di ottobre, dal primo al trentuno
F.to Pasquale Giorgio Giunta
Vicepresidente A.P.M.P.
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