PANDEMIA COVID19, CISL: L’EMERGENZA IN UNA CITTÀ SENZA GUIDA POLITICA

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PANDEMIA COVID19, CISL: L’EMERGENZA IN UNA CITTÀ SENZA GUIDA POLITICA

L’emergenza pandemica in una città senza guida politica: la crisi sanitaria, economica e sociale pesa di più a Catania, città e area metropolitana priva del principale punto di riferimento politico e amministrativo. Ecco perché occorre una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sulle ripercussioni patite dalle famiglie e dal mondo del lavoro e l’apertura del confronto con le forze sociali locali.
È quanto è emerso dall’esecutivo provinciale della Cisl di Catania che si è svolto alla presenza del segretario generale della Cisl siciliana, Sebastiano Cappuccio. Introdotto dalla relazione di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, il dibattito si è arricchito, con gli interventi più articolati nei settori di competenza, dei segretari delle singole federazioni di categoria.
Il grido di allarme arriva da tutti i lavoratori, pensionati e le famiglie rappresentati dalla Cisl: dalla sanità al terziario, dalle costruzioni ai trasporti, dai braccianti ai lavoratori dello spettacolo, dalla scuola ai pensionati.
«L’emergenza in corso, creata dalla seconda ondata pandemica – esordisce Attanasio – oltre a generare una crisi socio-economica e finanziaria e l’arresto di pezzi del sistema produttivo locale, può arrivare a incidere sui futuri modelli organizzativi del lavoro, sociale e occupazionali, fino ai consumi. Incombe lo spettro della recessione, rivelato, peraltro, già dalla caduta del PIL siciliano, come evidenziato pochi giorni fa dall’assessore regionale Gaetano Armao.
«I numeri in aumento del contagio da Covid e la saturazione degli ospedali – aggiunge – fanno crescere in noi il timore che si arrivi a una nuova chiusura nazionale. La quale, se non accompagnata da un’adeguata campagna di ammortizzatori sociali, certi e veloci e coperture finanziarie adeguate per tutti anche per chi non ha rapporti di lavoro regolari, si trasformerebbe in una catastrofe economica. Non solo perdita di occupazione, recessione e nuove povertà, ma anche effetti nel lungo periodo che accrescerebbero il divario esistente nella società e tra i sistemi locali, e le disuguaglianze tra territori.
In questa situazione, il mondo del lavoro ha bisogno di maggiore attenzione. «Stanno emergendo nuove forme di sfruttamento – avverte il numero uno della Cisl etnea – mentre aumentano quelle già conosciute e denunciate, spesso con la complicità di consulenti senza scrupoli. Ai lavoratori assicuriamo la nostra tutela e sostegno nel denunciare questi miserabili sfruttatori. Agli organi competenti, al Prefetto, chiediamo invece, interventi più marcati per contrastare gli eventuali abusi e l’alienazione dei diritti oltre che della persona che devono subire i lavoratori. Per questo plaudiamo a operazioni come quelle delle Fiamme gialle al cantiere navale di La Spezia».
A Catania, la situazione si complica ogni giorno di più. «Pur con il maggior numero di strutture ospedaliere – sottolinea Attanasio – con una evidente incidenza di contagi, la sanità catanese è entrata in confusione e c’è il timore persino per la sicurezza degli operatori. Inoltre, registriamo un significativo ricorso a contratti di lavoro a prestazione, invece che in subordinazione, che va a indebolire notevolmente le tutele al rischio di contagio di importanti operatori sanitari. In alcune scuole, il personale reclutato dalle cooperative per assistere gli alunni con disabilità in presenza è spesso costretto a comprare di tasca propria i DPI o pagarsi il tampone per poter lavorare, pur essendo tale spesa coperta dal committente pubblico del servizio.
La confusione regna sovrana, per esempio, nel settore dei trasporti: all’aeroporto è crisi nell’handling, ma la SAC, che dichiara di essere in attivo, mette l’80% del personale in cassa integrazione senza razionalizzare le presenze; nel trasporto locale, la limitazione dei posti non è prevista e la stessa AMT, con una vertenza aperta da anni soffre la mancanza di interlocuzione politica a livello locale.
Proprio sull’assenza della guida politica della città (e della città metropolitana) si chiude l’analisi della Cisl etnea. «Al Sindaco Pogliese auguriamo di poter risolvere presto e positivamente le proprie questioni giudiziarie – commenta Attanasio – e, pur non essendo mai entrati nel merito se dimettersi o meno, compito che spetta alla politica e non al Sindacato, riteniamo che Catania abbia bisogno di una guida».
«Questa assenza però pesa – conclude il segretario della Cisl catanese – anche perché supplita da un sindaco facente funzioni, che peraltro, al contrario di Pogliese, non ha mai voluto incontrare le organizzazioni sindacali sui temi complessivi o specifici che coinvolgono il presente e il futuro della città, dall’emergenza sanitaria ed economica, al recovery plan, agli investimenti e alle partecipate. Una mancanza di dialogo tra parte pubblica e forze sociali che penalizza non solo i lavoratori che rappresentiamo ma anche le tante famiglie che ogni giorno si dibattono con le privazioni che l’emergenza sanitaria sta imponendo».

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