Proposte e suggerimenti utili al comparto agricolo arrivano da Santo Bono e Agostino Cascio che scrivono e chiedono attenzione per il comparto

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Proposte e suggerimenti utili al comparto agricolo arrivano da Santo Bono e Agostino Cascio che scrivono e chiedono attenzione per il comparto

Agricoltori Riuniti Sicilia   e Terra è Vita   sono due Associazioni  che si battono in sintonia per la tutela della nostra salute. Impedire l’ingresso in Italia di grano contaminato da glifosato che non renderebbe più sani gli alimenti come pasta, pane ed altri derivati che tutti i giorni consumiamo.
La legislazione attuale prevede il divieto d’uso in Italia in pre raccolta,​ ma non agisce sui grani d’importazione, calpestando così il principio di precauzione art. 191 TFUE.
La richiesta suesposta produrrebbe effetti utili sulla salute dei cittadini, sui bilanci sanitari dello Stato e sulla nostra economia agricola nazionale.​

Premesso che

A) Il Glifosato (prodotto​ e venduto principalmente dalla multinazionale Monsanto con il marchio commerciale Roundup) è l’erbicida più diffuso al mondo ed è classificato, in base alla direttiva 67/548/CEE, come irritante e pericoloso per l’ambiente, tossico per gli organismi acquatici e con​ formulati pericolosi per l’uomo e/o per l’ambiente acquatico;

B) L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha fissato la dose massima di assunzione giornaliera di glifosato in 0,5 mg per kg di peso corporeo;

C) L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro Iarc (OMS) di Lione, nel 2015, ​ ha classificato il principio attivo come un “probabile cancerogeno​ per l’uomo” e come tale lo ha inserito nel gruppo delle 66 sostanze a rischio;

D) Secondo la classificazione dell’Unione Europea​ è provato che il glifosato possa agire come​ interferente endocrino;

E) Vari studi hanno dimostrato che le erbe infestanti hanno sviluppato una resistenza al glifosato: ad esempio la soia ogm pensata per ridurre l’uso degli erbicidi, ha prodotto l’effetto contrario. Infatti, il vero “boom” del glifosato scoppiò quando Monsanto cominciò a introdurre varietà di piante resistenti al glifosato: gli agricoltori potevano liberarsi delle piante infestanti semplicemente irrorando di glifosato i loro campi glifosato-resistenti;

F) Considerato che oltre il 97% dei prodotti alimentari commercializzati nel nostro continente contiene residui di glifosato, e tracce di glifosato sono state trovate nelle urine di 48 europarlamentari con concentrazioni da 0,17 a 3,5 microgrammi per litro ed una media di 1,73 (fonte: Agricola eu); altri studi in Germania hanno​ dimostrato, su un campione di 2009 persone, che il 99,6%, presentava residui di glifosato nelle urine; il 75% di queste con una concentrazione almeno cinque volte superiore ai limiti consentiti per l’acqua; il 35% di queste con una concentrazione addirittura superiore tra le dieci e quarantadue volte;

G) che la rivista tedesca Oko-Test ha trovato tracce di glifosato oltre che nel latte materno, nel miele e nella birra, in 14 campioni su 20 di farine di frumento, d’avena e pane;

H) che in una recente interrogazione al ministro della Salute, da parte di un gruppo di parlamentari,​ si afferma che il glifosato sarebbe presente persino nei vaccini destinati ai bambini nei primi mesi di vita, secondo i risultati di una ricerca autofinanziata dall’ associazione nordamericana Moms Across America;

I) tenuto conto che il glifosato viene ampiamente usato anche in pre-raccolta negli USA e Canada nelle coltivazioni di grano duro, per favorirne la maturazione artificiale, con conseguente presenza di residui nel grano raccolto e nelle semole che ne derivano;

L) che non ha tempo di carenza in quanto è un disseccante totale che uccide tutto ed è pertanto illegale: l’uso di prodotti chimici in pre-raccolta​ comporta l’incremento di residui chimici nelle derrate alimentari e va quindi vietato;

M) che l’Italia importa grano duro da USA e Canada per la miscelazione e produzione di semole per pasta, pane e altri prodotti da forno vietati dall’art. 3 reg. UE 1881/2006. Questi rapporti commerciali, in particolare con il Canada, sono stati recentemente rafforzati dalla stipula di accordi CETA a livello UE. (CETA= Canadian European Trade Agreements = accordi commerciali tra Canada ed Europa) fortunatamente ancora non convalidati dall’Italia;

N) che su alcuni marchi di pasta italiana, ​ secondo i dati pubblicati dal Test Salvagente, in data 23 Aprile 2016, sono state trovate tracce di glifosato, anche se sotto le soglie previste dalla legge (in particolare negli spaghetti Colavita 0,019 mg/Kg, negli spaghetti del Verde 0,083 mg/Kg, nelle penne ziti rigate Divella 0,033 mg/Kg, negli spaghetti Divella 0,038 mg/Kg, nella Mafalda corta Garofalo 0,043 mg/Kg, negli spaghetti Italiamo Lidl 0,070 mg/Kg, nelle farfalle rigate La Molisana 0,160 mg/Kg e negli spaghetti La Molisana 0,056 mg/Kg);

O) che su alcuni marchi di pasta italiana, secondo i dati pubblicati dal Test GranoSalus, in data 26 Febbraio 2017, sono state trovate tracce di glifosato ed altri contaminanti, sebbene​ sotto le soglie previste dalla legge. I risultati sono stati confermati nei tribunali di Roma e Trani;

P) che l’Unione Europea definisce i tenori massimi di glifosato nei prodotti alimentari (pasta, etc), in 10 mg/kg (ppm);

Q) preso atto che la legislazione europea e italiana dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro. In particolare, il regolamento di esecuzione (UE) 2016/1313 della Commissione del 1° agosto 2016, ha modificato il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 per quanto riguarda le condizioni di approvazione della sostanza attiva glyphosate; e il ministero della Salute, con un decreto entrato in vigore il 7 ottobre 2016, ha recepito tale regolamento, imponendo una serie di divieti all’uso del glifosato, tra cui l’impiego sui cereali prima della raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura;

R) che il divieto introdotto dal Decreto del Ministero, pare superare i pregressi limiti di contaminazione da glifosate di cui al Regolamento UE 293/2013 ed alle relative tabelle, e, in ogni caso, si pone in contrasto con tale ultima norma;

S) che la Regione Calabria, con la deliberazione n. 461/2016 della Giunta regionale ha bandito il pesticida della Monsanto, e conseguentemente le aziende agricole calabresi che utilizzano questa sostanza saranno escluse dai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale;

T) che la Regione Molise, nel PSR 2015-2020, misura 10.1.2 dedicata alle tecniche di agricoltura conservativa, ha vietato l’impiego dei diserbanti, per chi vuole accedere ai contributi previsti dal PSR;

Tuttavia, continuando a consentire le importazioni di grano contenente glifosato dai paesi non UE (come indicato alla lettera punto M), il governo italiano non sta effettivamente salvaguardando la salute dei cittadini. Del resto, per abrogare le soglie di tolleranza dei pesticidi negli alimenti in​ Italia si è
Inoltre,

nonostante il decreto del governo, molte regioni italiane prevedono tuttora ampio uso del glifosato anche per pratiche definite ‘sostenibili’, finanziate dai nuovi PSR.

tenuto conto che

una petizione su scala globale, sostenuta da una coalizione di 38 realtà italiane ha già chiesto alle Autorità politiche europee e a quelle degli Usa, Canada e Brasile di esercitare il principio di precauzione e sospendere immediatamente l’uso del glifosato;

considerato che,

secondo il report “Buying science – Comprare la scienza”, “la Monsanto e altre aziende produttrici di glifosato avrebbero distorto le prove scientifiche sugli effetti per la salute pubblica del glifosato, al fine di mantenere sul mercato questa controversa sostanza”.

Alla luce di quanto sopra affermato e considerato, la comunità europea può stabilire solo il livello massimo di tutela ambientale, sotto al quale non si può andare, mentre quello minimo e di precauzione viene stabilito comunque dagli stati membri (Sovranità Ambientale e Sanitaria); ​ inoltre, secondo​ il principio di precauzione, anche a fronte di un minimo sospetto di tossicità sarebbe opportuno fermarsi e bandire l’uso del glifosato in Italia.

Si rammenta che il principio di precauzione, base del diritto europeo e nazionale, prevede l’inversione dell’onere della prova: prima di immettere sostanze nell’ambiente e in​ particolare nell’agricoltura, deve essere dimostrata la loro innocuità.

Preso atto​ che i​ tribunali italiani hanno avuto il grande merito di rispettare​ il dovere di prudenza cui è ispirato il principio di precauzione. tale principio non può essere un optional, specie quando è in ballo il diritto alla salute di milioni di persone e vi sono prove scientifiche a supporto che aprono inquietanti interrogativi!

A seguito delle ordinanze favorevoli dei tribunali al principio di precauzione, sono state allertate molte Autorità e un numero crescente di consumatori chiede garanzia di assenza di glifosate nel pane, nella pasta, nella semola e in tutti gli altri derivati del grano.​

Si chiede:

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che il Ministro Speranza dichiari ricevibile la nostra istanza, al fine di consentire al consumatore di difendere​ la propria salute,​ oggi “avvelenata a norma di legge” e senza avvisi in etichetta;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che per il principio di precauzione sia vietata la vendita di glifosato sotto qualsiasi marchio commerciale esso si presenti;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che per la tutela della salute dei cittadini italiani e per la loro reale sicurezza alimentare, Governo e Regioni esercitino il principio di precauzione e sospendano immediatamente l’importazione di grani esteri contenenti glifosato;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che il Ministro Speranza, unitamente al Ministro Bellanova, neghi ogni autorizzazione governativa alle importazioni di grano estero proveniente soprattutto da paesi terzi che utilizzano in preraccolta il glifosato;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che il Ministro Bellanova modifichi in sede europea la PAC che limita la nostra coltivazione di grano duro specie laddove si incentivano forme di set-aside;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ che ogni regione italiana, in particolare nel mezzogiorno, dove la coltivazione del frumento duro è particolarmente vocata, proceda all’aggiornamento dei​ Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e Pratiche agronomiche, escludendo dai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale tutte quelle aziende che fanno uso di glifosato in pre-raccolta. Ecc. Ecc

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