CORONA VIRUS, LUCE DI SPERANZA

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CORONA VIRUS, LUCE DI SPERANZA

di Carmelo Santangelo
I social informano più dei quotidiani, ma potrebbero essere manipolate e quindi non attendibili. Durante la navigazione ho trovato un video, un uomo di media età che in Russia, in farmacia alla stazione di Mosca comprava una medicina contro il Corona Virus a libera vendita, si tratta dell’Avigan, secondo lui, farmaco contro il coronavirus. Dalle ricerche in internet risulta lo stesso farmaco usato in Cina che ha debellato in poche settimane il killer silenzioso.
In realtà l’Avigan è stato sperimentato su un numero ristretto di pazienti – dice l’AIFA – con esiti scientifici ancora incerti, e non è un medicinale tenuto segreto: è noto da tempo all’Agenzia Italiana del Farmaco. L’AIFA, autorità che ha il compito di vigilare sulla sicurezza dei medicinali e di autorizzarne l’uso in Italia.
L’efficacia dell’antivirale – di cui si è discusso molto dopo un video sui social – è ancora oggetto di studio e sperimentazioni, come ha spiegato l’Agenzia Italiana del Farmaco. Il video è stato in seguito ripreso da numerosi giornali e da alcune trasmissioni televisive, e non sono mancate polemiche.
Avigan è il nome commerciale del favipiravir – si legge nel documento – un farmaco antivirale sviluppato dall’azienda farmaceutica Toyama Chemical (del gruppo giapponese Fujifilm) attivo contro alcuni tipi di virus. È stato progettato con l’obiettivo di impedire ai virus di replicarsi nell’organismo, in modo da aiutare il sistema immunitario a sbarazzarsene in tempi più rapidi e con minori conseguenze per la salute, già approvato dalle autorità di controllo giapponesi nel 2014. L’impiego dell’Avigan in Giappone è consentito – replica la nota – solamente in particolari condizioni di emergenza, quando altri antivirali si dimostrano inefficaci. La ricerca non è stata ancora pubblicata ed i risultati comunque sono incerti. In Cina, tuttavia, test e verifiche con l’antivirale stanno proseguendo già da diverse settimane, per valutarne gli effetti.
L’AIFA ha espresso le proprie perplessità sull’Avigan, ricordando che lo studio cinese ha preso in considerazione casi di COVID-19 non grave:
Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni lo studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti.
In Italia, l’AIFA controllala che i farmaci siano sicuri ed efficaci e non ha alcun interesse a ostacolare l’introduzione di nuovi medicinali, (come verrebbe da pensare osservando il video che sta circolando nei social). La tutela della salute pubblica passa anche dalla valutazione dei specialisti e l’eventuale approvazione delle istituzioni alla salute, che devono però prima dimostrare di essere efficaci anche da un punto di vista di costi e benefici sanitari.
La Commissione Tecnico-Scientifica dell’AIFA si riunirà nuovamente (tg24 – 25/03) per nuove valutazioni generali sui farmaci già sperimentati, o da sperimentare, contro il coronavirus, e ha annunciato nuovi approfondimenti anche sull’Avigan.

Nel frattempo è d’obblico osservare le ordinanze e i divieti sansionati con multe salate, siamo chiusi a casa con le attività commerciali non necessari serrate non per capriccio ma per la nostre salute perchè solo cosi si può interrompere la catena del contaggio. Quello che viene considerato sciacallaggio sono le speculazioni per i beni di prima necessità, le mascherine intravabili e quelle che ci sono vendute con prezzi eccessivi non sempre validi ai fini medici, la sanità del nord andata in tilt, si aspetta ora l’offensiva quà nel sud.
Ma quello che più ci danneggia la salute è la mancanza di prospettive “quando finirà tutto ciò?” ecco non sapendo rispondere a questa domanda ci provoca aticchi di panico e stress, al disastro economico quindi si aggiunge un disastro psicologico sociale.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “prioritario” proteggere chi è in prima linea nei soccorsi, con equipaggiamenti e dispositivi adatti, anche perché se loro si ammalano “molte persone che avrebbero potuto essere curate moriranno.

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