Giobbe Covatta… ”da grande vorrei fare l’Incuriositore”

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Giobbe Covatta… ”da grande vorrei fare l’Incuriositore”

CATANIA – gGiobbe Covatta è stato a Catania sino a domenica 22 ottobre, ospite dell’annuale rassegna di cabaret che la compagnia del Gatto Blu realizza da trent’anni nel teatro di via Vittorio Emanuele II. Introdotto dall’istrionico e trascinante Gino Astorina, è giunto sul palco munito di leggio ed antica lavagna di ardesia (corredata da gessetti e spugna arrotolata a spirale che quelli che come me sono stati a scuola sino a 30 anni fa, si tiravano addosso!)
Novanta minuti di comicità con retrogusto amaro ed un fil rouge di speranza, durante i quali ispirato dal disseppellimento di una “Divina Commediola”, opera di un parente minore di Dante Alighieri, certo “Ciro Alighieri”, ha narrato e disegnato la menzogna dell’uomo nero e brutto e pigro e foriero di malattie che la civiltà di questa parte del mondo comodamente continua a sciorinare.
Giobbe Covatta, come egli stesso mi ha raccontato nel corso di un’intervista salottiera nel suo camerino prima dell’inizio dello spettacolo, è sempre stato attratto da questo mondo grande e bello sul quale si muovono tanti bipedi che hanno realizzato delle opere meravigliose al punto di girarlo in lungo ed in largo, portando con sè la conoscenza di luoghi, stati, tradizioni e condizioni, oltre che delle lingue (a dispetto di ciò che afferma durante lo spettacolo, ne conosce parecchie, compreso lo “swahili”), come curioso più che come turista.
Giobbe Covatta, classe 1956; una moglie, due figli, da anni spende la sua vita nell’ambito del volontariato: è testimonial di AMREF (ONLUS che si prefigge di promuovere progetti di aiuto e formazione medica direttamente in loco) e di Save the Children; ha affiancato Greenpeace nella difesa delle balene. E’ stato il portavoce nazionale del Partito dei Verdi sino allo scorso mese di marzo; nel 2006, eletto nell’ambito dello stesso come consigliere comunale a Roma. E’ comico, attore, sceneggiatore e scrittore. Ama la vela e per potersi muovere meglio in Africa, lungo la costa orientale, ha conseguito il brevetto di volo. Lì, ha promosso e segue oltre i 200 progetti; ha realizzato una scuola elementare che hanno voluto intitolargli in vita, come dice indugiando ad un “certo” tipo di scongiuro!
Gli manifesto la mia amarezza per i continui messaggi errati che percepisco nel mio esiguo impegno di volontaria con gli immigrati e lui con occhi buoni mi risponde che non è alla fine importante quello che dice la gente che non sa, che trascina il pregiudizio senza conoscere, ma ciò che possiamo fare noi, ciascuno con i propri mezzi. Malgrado abbia visto e constatato la sofferenza, in lui c’è speranza ed ottimismo: “ho lavorato alla causa di costruire un lungo tubo di acqua per portare l’acqua nell’Africa sub-sahariana”. Lo affermo con semplicità perchè in verità un acquedotto altro non è che un tubo che porta l’acqua da un posto in cui c’è lungo luoghi che ne sono privi. L’Africa grida e nessuno l’ascolta: se sparisse in una notte, nessuno se ne avvedrebbe, almeno sotto il profilo economico, dal momento che sull’economia mondiale il suo peso è circa il 2%. Ma sulle ragioni di ciò, bisognerebbe capire il perché ed il come. Durante la sindaca tura di Veltroni, nel 2007, riesco ad avviare un progetto sul Malawi e trovare gli sponsor per portare lì cento giovani affinchè assumano consapevolezza per raccontare come stanno veramente le cose. L’essenza del viaggio doveva essere conoscere chi sino a quel momento era stato oggetto di cronaca, di riprese video, argomento di documentari, e guardarli negli occhi mentre tu stai mangiando e loro no, mise quei giovani in una condizione diversa. L’Africa è un paese gigantesco – non possiamo immaginare quanto – e ricco di materie prime che anzicché arricchirli ne ha determinato l’impoverimento e scatenato l’anarchia per interesse. Il “coltan”, ad esempio, è un minerale preziosissimo di colore nero e consistenza sabbiosa a causa del quale in Congo la gente è stata e continua ad essere distrutta; lì costa infinitamente meno di quanto poi, la parte del mondo più attrezzata riesca a guadagnare”.
Giosuè, il suo fedele tecnico, lo chiama per andare in scena e Giobbe Covatta mi congeda raccontandomi un episodio che riguarda la figlia che, quando aveva circa dodici anni lo accompagnò in un viaggio in Africa. Di rientro, approssimandosi l’inizio della scuola, egli andò con lei in un centro commerciale a comprare materiale di cancelleria; la bambina si guardò in giro e disse a suo padre: “papà, qui la gente è ricca, ma è sempre arrabbiata…”
Dal 31 Ottobre al 5 Novembre, “La Divina Commediola” di Giobbe Covatta sarà rappresentata al Teatro Vittoria di Roma.

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