Pressione fiscale, nel 2017 scenderà al 42,3%

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Pressione fiscale, nel 2017 scenderà al 42,3%

MESTRE – Il 2017 dovrebbe essere un anno positivo sul fronte delle tasse. In virtù delle novità che sono scattate dal 1° gennaio, a seguito delle decisioni prese con la legge di Bilancio 2017 e con le leggi di Stabilità redatte negli anni precedenti, le famiglie dovrebbero risparmiare 2,9 miliardi e le imprese 4,5. Il condizionale, fa sapere l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, è d’obbligo, visto che l’analisi è al netto di un’eventuale manovra correttiva e la quasi totalità delle misure previste nel 2017 non interesseranno in egual misura tutti i contribuenti italiani.
«Grazie a queste novità – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – la pressione fiscale ufficiale dovrebbe scendere nel 2017 al 42,3 per cento: 0,3 punti in meno di quella registrata nel 2016. Sebbene in calo, siamo comunque ancora lontani dal 41,5 per cento registrato prima della crisi, quando il rapporto debito/Pil, ad esempio, era al 100 per cento: un dato inferiore di oltre 30 punti a quello attuale».
FAMIGLIE – I principali provvedimenti che interesseranno le famiglie italiane sono una quindicina circa. Dal punto di vista economico la più importante sarà la proroga delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico (607,7 milioni di euro). Seguiranno il bonus bebè erogato dall’Inps al settimo mese di gravidanza o di adozione (392 milioni di euro), i premi di produttività dei lavoratori dipendenti del settore privato (382,3 milioni di euro), il bonus cultura per i 18enni (290 milioni di euro), la mancata proroga del contributo di solidarietà del 3 per cento in capo ai contribuenti con un reddito sopra i 300.000 euro (275,4 milioni di euro), l’estensione della “no tax area” per i pensionati over 75 (246 milioni di euro). Potenzialmente nel 2017 le tasse per le famiglie dovrebbero ridursi di 2,94 miliardi di euro.
IMPRESE – Sono una dozzina le principali novità fiscali che interesseranno le imprese. Le società di capitali, ad esempio, beneficeranno della riduzione dell’aliquota Ires che passerà dal 27,5 al 24 per cento (con una riduzione del peso fiscale di 2,9 miliardi di euro). Gli imprenditori individuali e le società di persone che opteranno su base volontaria per l’Iri (Imposta reddito impresa) saranno sottoposti ad un’aliquota fissa al 24 per cento sugli utili non prelevati in luogo della tassazione Irpef (1,2 miliardi di sgravi). La proroga del maxi ammortamento al 140 per cento e l’iper ammortamento al 150 per cento dell’acquisto di macchinari ad alto contenuto tecnologico consentiranno un risparmio fiscale di 973 milioni di euro. La proroga fino al 2020 del credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo permetterà un risparmio fiscale di 727 milioni di euro. L’alleggerimento fiscale per gli agricoltori, tra cui la cancellazione dell’Irpef sui redditi nel triennio 2017-2019, garantirà uno sgravio annuo di 157,6 milioni. Grazie alla riduzione dell’aliquota contributiva al 25 per cento, il popolo delle partite Iva risparmierà 108 milioni di euro di contributi
previdenziali. Per contro, invece, verranno meno le agevolazioni dell’Ace (Agevolazione per la crescita economica) di quasi 1,5 miliardi di euro e gli artigiani e i commercianti, a seguito delle misure prese dall’allora governo Monti, nel 2017 subiranno un ulteriore aumento dei contributi Inps pari a 400 milioni di euro. Il saldo, dato dalla differenza tra gli aumenti e le riduzioni di imposte/contributi previste, sarà di 4,5 miliardi di tasse in meno.
Con queste misure si va sicuramente nella direzione auspicata, anche se il peso del fisco sulle nostre aziende, specialmente quelle più piccole, rimane ancora elevato.
«A livello europeo – conclude Renato Mason segretario della Cgia – alle nostre imprese viene richiesto lo sforzo fiscale maggiore. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito venga concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione risulti la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top».

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