Antisismica: alternative al finanziamento pubblico

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Antisismica: alternative al finanziamento pubblico

CATANIA – Catania e il rischio sismico: una problematica costantemente studiata in tutta la sua complessità dall’Ateneo cittadino, e portata sempre all’attenzione pubblica dalle categorie professionali di ingegneri, architetti e costruttori. La ricerca scientifica produce ottimi risultati dal punto di vista della conoscenza, dalla progettazione di valide strategie strutturali all’impiego di tecnologie innovative. Eppure il sistema di prevenzione attuato nel nostro territorio è ancora, per certi aspetti, gravemente scarso. Dove si arresta dunque il processo dei necessari interventi antisismici? «L’Amministrazione pubblica non ha risorse sufficienti per finanziare un piano generale di adeguamento del patrimonio esistente, sebbene prevenire costi molto meno che ricostruire. Bisogna trovare altre leve capaci di attrarre gli investimenti da destinare alla messa in sicurezza della nostra città e del suo territorio». Questa l’affermazione di Antonio Pogliese che, in qualità di presidente del Centro di Documentazione, Ricerca e Studi sulla Cultura dei Rischi, ha riunito accademici ed esperti in materia in un convegno organizzato con gli Ordini etnei degli Architetti e degli Ingegneri, questa mattina (6 dicembre) presso il Dipartimento di Agraria dell’Università.
«Abbiamo individuato diverse possibili modalità alternative al finanziamento pubblico, che possono stimolare i processi economici a sostegno dell’adeguamento degli edifici privati – ha continuato Pogliese – premialità urbane, riduzione di oneri concessori e tributari, rilascio di fideussione e coperture assicurative».
Proposte che assumono un valore sociale importante se si considera che l’80% del fabbricato catanese è drammaticamente vulnerabile alle sollecitazioni di un terremoto. «Bisogna agire subito con una programmazione pluriennale degli interventi, con una visione lungimirante che escluda il consumo di nuovo suolo e applichi invece un processo di rigenerazione urbana a 360 gradi» hanno ribadito Santi Cascone e Giuseppe Scannella, alla guida rispettivamente degli Ordini Ingegneri e Architetti. «Non si può più procedere attraverso interventi sporadici e non connessi tra loro – ha aggiunto Cascone – serve una logica globale, integrando anche gli aspetti dell’efficienza energetica», mentre Scannella ha affermato che «la riqualificazione degli spazi deve comunque rispettare l’identità dei luoghi. Lì dove si deve ricostruire bisogna farlo mantenendo la storia e il legame con la comunità che lì vive».
Dichiarazioni che rappresentano le conclusioni legittime della sessione scientifica di lavori introdotta dal vicepresidente del Centro Studi sui Rischi e ordinario di Psicologia Sociale Orazio Licciardello e dal presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Stefano Gresta, e coordinata dal giornalista Vittorio Romano. Sono intervenuti i docenti universitari Stefano Catalano, Sebastiano Imposa, Rosario Lanzafame, Massimo Cuomo, Ivo Caliò, Bartolomeo Rejtano, ciascuno per il proprio settore di competenza. «L’obiettivo da raggiungere – ha affermato Stefano Gresta, anche in qualità di presidente del Comitato scientifico – è coordinare gli impulsi e le conoscenze che provengono dai diversi approcci tecnici (ingegneristico, geologico, idrologico, geofisico) che finora hanno operato per compartimenti stagni. Ed è soprattutto nelle normative che questo sistema multidisciplinare deve tradursi. Siamo in presenza di leggi chiare ma di difficile attuazione pratica, che finiscono per rappresentare un ostacolo alla adeguatezza e alla rapidità degli interventi antisismici». Ha portato i saluti il direttore del Dipartimento di Agraria Salvatore Luciano Cosentino.
Anche nella tavola rotonda pomeridiana sono emerse argomentazioni importanti tramite gli interventi di: Paolo La Greca (presidente Inu Sicilia), Luigi Bosco (assessore comunale ai Lavori pubblici), Biagio Bisignani (direttore Urbanistica e tutela del territorio Comune di Catania), Alessandro Alescio (funzionario di banca), Marcello Bottazzi (componente tecnico Commissione Aiba), Benedetto Matarazzo (ordinario di Modelli matematici per il mercato di capitali).
«Il concreto contributo culturale di questo convegno, nell’ottica della sussidiarietà della società civile, viene consegnato ai poteri decisionali locali e nazionali – ha affermato il rettore Giacomo Pignataro, a cui sono state affidate le conclusioni – la gestione dei rischi da eventi naturali e le misure di prevenzione possono costituire, oltre che tutela delle vite umane, anche un formidabile volàno di sviluppo economico, e non criticità, con la conseguente produzione di valori».

LE AZIONI ECONOMICHE PER L’ATTUAZIONE DELLA PREVENZIONE:

– la premialità all’atto del rilascio delle concessioni per gli adeguamenti antisismici degli edifici privati con ulteriore cubatura assentita rispetto a quella preesistente;
– l’abbuono e/o la riduzione degli oneri concessori in occasione degli adeguamenti antisismici;
– riduzione o abolizione per 10 anni degli oneri tributari gravanti sugli immobili a titolo di imposte sul patrimonio e dirette per gli immobili oggetto di adeguamento sismico;
– la riduzione dell’aliquota IVA negli appalti e materiali utilizzati per gli adeguamenti antisismici;
– rilascio di fideiussione, con l’utilizzo di specifico fondo destinato a tal fine, da parte del Medio Credito Centrale, in favore di Istituti di credito per la concessione di mutui per il finanziamento degli interventi di adeguamento antisismico per la durata di anni 10 ai tassi e spread fissati dall’Autorità competente;
-prevedere la copertura assicurativa degli immobili privati col beneficio dell’integrale detraibilità fiscale, per importi pre-fissati, dei premi assicurativi dalle imposte sul patrimonio immobiliare (IMU) prevedendo, inoltre, che una parte dei premi venga destinato al fondo di dotazione del Medio Credito Centrale per il rilascio della garanzia fideiussoria in favore degli Istituti di credito a garanzia di mutui per gli adeguamenti antisismici.

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