“Il tempo del raccolto”: incontro con la Città su Lavori pubblici e sicurezza

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“Il tempo del raccolto”: incontro con la Città su Lavori pubblici e sicurezza

CATANIA – Opere per sessanta milioni di euro già realizzate e quasi settecento milioni che nei prossimi tre anni produrranno lavoro per progetti che risolveranno tutte le gravi criticità del nostro territorio sotto il profilo sismico, idrogeologico e ambientale. Questo il bilancio di Lavori pubblici e Protezione civile emerso dal secondo incontro tematico denominato “Il tempo del raccolto” svoltosi nell’auditorium del Palazzo Platamone, il secondo dopo quello sul Welfare svoltosi il 30 settembre scorso a Monte Po.
A introdurre e chiudere l’incontro, moderato dal giornalista Carlo Lo Re – che ha sottolineato come, con queste cifre, Catania diventa la città italiana in cui si investe di più dopo Roma e Milano – è stato il sindaco di Catania Enzo Bianco, mentre la relazione, ricca di prospetti e cifre, è stata illustrata dall’assessore Luigi Bosco.
«Tra i lavori – ha detto Bosco – ereditati dalla passata amministrazione e da noi completati finiti, quelli cominciati e finiti e quelli che stanno per concludersi, abbiamo realizzato opere per 50-60 milioni di euro. Ma noi abbiamo soprattutto progettato pensando a risolvere in maniera radicale, strutturale, le tre grandi criticità del nostro territorio: quella sismica, quella idrogeologica e quella ambientale. Sotto il profilo sismico abbiamo avviato un importante percorso per la messa in sicurezza delle scuole e poi siamo passati agli edifici pubblici. Per risolvere la vulnerabilità idrogeologica abbiamo imposto una visione sovraccomunale collegando tra loro progetti riguardanti anche i Comuni della fascia pedemontana dell’Etna e lo stesso abbiamo fatto con le criticità ambientali, con un progetto che ci consentirà di risolvere l’infrazione comunitaria derivata dalla carenza di fognature e depuratori».
Accanto a queste opere direttamente gestite dalla città, ha sottolineato Bosco, il Sindaco ha creato cabine di regia che hanno consentito di portare in dirittura d’arrivo opere come la metropolitana, il raddoppio ferroviario Catania-Palermo fino a Raddusa, il completamento del raddoppio Acicastello Stazione centrale, il passante ferroviario Catania, la fermata per l’aeroporto, l’interramento della linea ferroviaria a Bicocca che consentirà di realizzare l’allungamento della pista dell’aeroporto. Senza contare che nel Patto per Catania sono stati inseriti la mantellata del Porto e la strada di collegamento Catania-Etna.
«Abbiamo raccontato – ha detto il sindaco Bianco – cosa abbiamo fatto in questi primi tre anni. Ma ancor di più lo faremo nei prossimi: Catania sta vivendo un risolutivo momento di svolta grazie alle risorse importanti ottenute da Governo e Ue e al termine di questo percorso probabilmente sarà la città del Sud meglio infrastrutturata. C’è stata poi da parte nostra una particolare attenzione al rischio sismico che è una delle grandi questioni non solo catanesi ma del Paese ed è stato il vero elemento caratterizzante dell’incontro di oggi. Abbiamo mostrato dati e cifre ma soprattutto siamo stati qui per ascoltare coloro i quali operano in questo settore, approfondendo il dialogo e il confronto costruttivo con la Città».
E le proposte, le idee, i progetti, sono venuti, numerosi, dagli interventi che si sono succeduti: quelli di Giuseppe Piana, presidente dell’Ance, Santi Cascone e Giuseppe Scannella, ai vertici degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti, Carlo Cassaniti, consigliere regionale dell’Ordine dei Geologi, Paolo Nicolosi e Ninni Vitale, presidenti dei collegi dei Geometri e dei Periti industriali, e Francesco De Martino che ha parlato a nome dei sindacat e la Sovrintendete di Catania Mirella Patané. Cascone ha chiesto «un piano ventennale a sostegno della città esistente, senza consumo di suolo e nell’ottica di una forte diffusione della cultura antisismica anche implementando la Protezione civile» e la costituzione «di un’agenzia per l’efficienza energetica che deve andare di pari passo con la prevenzione sismica». Anche Scannella ha sottolineato la necessità di «una strategia pluriennale che coinvolga l’intera Città metropolitana, inserita nella logica più ampia della rigenerazione urbana che deve seguire logiche globali di riqualificazione che rispettino lo spirito della città: non tutto il patrimonio edilizio può essere messo in sicurezza, una parte va sostituita nell’ottica evolutiva degli spazi urbani, pur mantenendo l’identità dei luoghi». Piana ha sottolineato la necessità di comprendere «come intervenire sull’85% degli edifici catanesi costruiti prima della normativa antisismica». La stima dell’adeguamento antisismico «è di circa 300 euro per metro quadro, meno dunque delle cifre della ricostruzione, e visto l’alto rischio del nostro territorio non possiamo più perdere tempo». E Bosco ha ricordato come «Grazie anche al nostro Sindaco abbiamo ottenuto che la proposta sul bonus fiscale sismico per i privati fosse inserita nella Legge di Stabilità che speriamo sia approvata presto».
Anche dagli altri interventi è emerso il consenso nei confronti della metodologia di lavoro applicata dall’Amministrazione che consentirà di produrre lavoro grazie a progetti di importanza strategica per lo sviluppo della città, ma anche l’apprezzamento per quanto seminato e che potrà produrre importanti frutti non solo a Catania.
In conclusione il Sindaco ha tracciato un ritratto della Catania del terzo millennio, al centro di un territorio, la Sicilia del Sud Est, che sotto il profilo infrastrutturale ha i numeri per diventare uno dei più produttivi del Paese. Una città che già da dicembre avrà una metropolitana degna di questo nome, destinata a diventare una delle maggiori dell’Italia meridionale e che cambierà, con la ferrovia metropolitana di Rfi, «il volto della mobilità urbana». Bianco ha ricordato la battaglia, vinta, del percorso sotterraneo dei treni attraverso il porto, l’apertura di quest’ultimo alla città e l’idea di trasformazione degli Archi della Marina in una passeggiata. Ma ha anche elencato progetti e risorse «che la Città, facendo squadra, ha messo in piedi per diventare sicura e pulita, creando la rete fognaria e riducendo il rischio idrogeologico derivato dalla cementificazione delle pendici dell’Etna». Progetti che potranno essere condotti in porto in tempi ragionevoli «proprio attraverso quella task force di esperti auspicata dai tecnici».

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