Il Parlamento siciliano cancella la doppia preferenza di genere. E’ polemica nazionale

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Il Parlamento siciliano cancella la doppia preferenza di genere. E’ polemica nazionale

La commissione Affari istituzionali dell’Ars ha cancellato la norma sulla doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative locali. Si tratta di un emendamento alla legge elettorale proposto dal deputato UDC Gaetano Cani approvato da esponenti del M5S e Forza Italia, e contestato da diverse anime politiche, da Nello Musumeci al gruppo Psi-Pse fino, ovviamente, al Partito Democratico. “Senza la doppia preferenza di genere non siamo disponibili a votare alcuna leggere elettorale” dichiara il segretario regionale Fausto Raciti. Nelle ore scorse le deputate del Partito Democratico all’Ars avevano lanciato “l’allarme” scongiurando questo passo indietro “E’ inaccettabile che il parlamento siciliano possa scegliere di negare se stesso negando una propria legge, di andare controtendenza rispetto ad una legislazione nazionale sempre più dichiaratamente paritaria ed anche contro le stesse norme dello Statuto siciliano che in mondo netto promuovono ‘l’equilibrio della rappresentanza dei sessi”. In Sicilia la doppia preferenza di genere è stata introdotta con la legge regionale 10 Aprile 2013, n.8. A tal proposito è intervenuta anche la Ministra Maria Elena Boschi, la quale auspicando un capovolgimento di questa scelta ha scatenato l’ira del Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ritenendo le parole della Ministra fuori luogo.
Online è stata lanciata anche una petizione che sarà consegnata al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, nella quale si legge: “Fermiamo il tentativo di restaurazione, le donne in politica sono il primo passo verso un cambiamento della classe dirigente è hanno dimostrato di avere cura della gestione pubblica in questi anni” . Uno degli ennesimi casi che colloca la Sicilia fuori dal resto d’Italia, forse per “resistenze culturali” come le ha definite la capogruppo Dem Alice Anselmo. Se tutto dovesse rimanere così come è le donne siciliane in campo politico dovrebbero iniziare a dimostrare che possono farcela anche senza il supporto di una legge. 

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