Ponte sullo Stretto di Messina: Un’Opera Controversa sotto la Lente Critica dell’Architetto Erasmo Vecchio

Ponte sullo Stretto di Messina: Un’Opera Controversa sotto la Lente Critica dell’Architetto Erasmo Vecchio

L’Architetto Erasmo Vecchio, esperto nel settore delle infrastrutture, ha recentemente rilasciato una dichiarazione critica riguardo al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera mastodontica destinata a diventare il ponte a campata unica più lungo del mondo.

Con una lunghezza totale superiore ai 3,5 chilometri e una campata unica di circa 3.300 metri, il ponte è progettato per accogliere sei corsie stradali e due binari ferroviari, sostenuto da torri alte quasi 500 metri. Nonostante l’impressionante dimensione e la prevista capacità di transito di seimila veicoli ogni ora e di 250 treni al giorno, Vecchio esprime dubbi sull’utilità effettiva dell’opera.

Il progetto, che richiederà sette anni e oltre 20 miliardi di euro per essere completato, è giudicato non solo eccessivamente costoso, ma anche poco sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Vecchio critica la mancanza di attenzione alle reali necessità infrastrutturali delle regioni coinvolte, sottolineando che il Ponte non migliorerà significativamente la mobilità tra Sicilia e Calabria.

Il focus dell’architetto si sposta sulle carenze nella rete ferroviaria siciliana, dove la maggior parte dei binari è a singola corsia (85%) e oltre il 46% non è elettrificato. Tratte come quella tra Caltagirone e Gela, interrotta dal 2011, o la Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013, attendono da anni interventi di ripristino o ammodernamento.

L’aspetto più critico sollevato da Vecchio riguarda la posizione del Ponte in una zona sismica, già teatro di terremoti devastanti nella storia del paese. Sottolinea che, nonostante sia stato progettato per resistere a un terremoto di magnitudo 7,1 Richter, il rischio sismico rende il progetto insensato. Un terremoto di tale entità, come quello del 1908, potrebbe causare danni irreparabili, trasformando il ponte in una struttura pericolosa e insostenibile.

L’architetto propone un cambio di prospettiva, suggerendo di investire risorse pubbliche nella sicurezza sismica del territorio prima di avventurarsi in progetti ambiziosi. Infine, invita a una discussione pubblica approfondita, coinvolgendo tutti gli attori interessati, per valutare attentamente gli impatti dell’opera sulla sicurezza, l’ambiente e l’economia delle regioni coinvolte.

Condividilo:

Lascia un commento