Montante condannato, ma la rete da lui costruita è tutta al suo posto. Le valutazioni del Movimento Elettori e Consumatori

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Montante condannato, ma la rete da lui costruita è tutta al suo posto. Le valutazioni del Movimento Elettori e Consumatori

L’8 luglio 2022 la Corte d’appello di Caltanissetta, dopo 8 ore di Camera di consiglio, condannò l’ex presidente di Sicindustria, Antonello Montante, a 8 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.

Cinquecento giorni dopo quella sentenza (i tempi della giustizia in Italia sono veramente lunghi!) sono state depositate le motivazioni: “Poteva anche contare sui Servizi segreti” si legge nella concisa esposizione dei fatti che hanno indotto i giudici a decidere per la condanna.

Dopo la lettura delle motivazioni di condanna in appello a Montante e all’associazione che aveva costruito, il Movimento Elettori e Consumatori esprime soddisfazione, ma anche perplessità.

“Antonello Montante è stato condannato in primo e secondo grado, eppure tutti i suoi uomini, quanti sono stati proiettati in posizioni di primo piano, quanti hanno cercato l’appoggio dell’esponente di Confindustria che presto sarà comunque libero, sono tutti al loro posto. Alcuni hanno fatto anche una carriera blindata e capace di resistere a qualsiasi evidenza dei fatti.”

A dichiararlo è Claudio Melchiorre, presidente del Mec che rincara la dose: “Se la magistratura dichiara che molti dei nomi collegati a Montante sono ancora sconosciuti alla giustizia, vuol dire che ci sono elementi di indagine. Se non vengono utilizzati, per la Sicilia si delinea un futuro di ritorno all’omertà e all’obbedienza delle leggi mafiose. Oltretutto, nella sentenza Montante è chiaramente specificato che il condannato non gradiva ed anzi occultava i suoi rapporti con la famiglia Arnone. Ne deduciamo che la mafia è ormai capace di conquistare le posizioni di favore dell’antimafia. La stessa retorica sui ‘professionisti dell’antimafia’ è oggi usata per giustificare tutto e il suo contrario. La Sicilia e l’Italia hanno invece bisogno di trasparenza e verità. Si facciano le indagini e si liberi la Sicilia dalla soffocante stretta della mafia del PNRR e delle spese pazze, a carico dei bilanci degli enti e delle società a capitale pubblico.”

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