La recessione è alle porte

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La recessione è alle porte

Un inverno come questo è da tanto che non capitava: tassi di interesse in rialzo, prezzi al consumo alti, consumi invece in calo, per i lavoratori è una stangata economica molto dura.
Il futuro è cosi mal messo che quando a Novembre lo Stato ha messo sul mercato 12 miliardi di BTP indicizzati con l’inflazione, ben 250.00 piccoli investitori si sono messi al sicuro i loro risparmi.
Questo significa per lo Stato per il primo anno sborserà oltre un miliardo di euro per pagare gli interessi, nell’ipotesi che l’inflazione dovesse aumentare alla stessa velocità di ottobre.
Stesso discorso va fatto per gli altri BTP che dovranno rendere di più rispetto all’inflazione si parla di un aumento degli interessi di oltre 81 miliardi di euro, anche perchè da Marzo non solo la BCE non compra più titoli ,ma li va a vendere.
Gli analisti prevedono per il 2023 una recessione dell’economia Italiana dovuta anche all’aumento del debito pubblico,con effetti a catena come; la crisi di molte aziende che non riescono a stare sul mercato , di conseguenza il licenziamento dei dipendenti che si vedrebbero disoccupati e travolti dal caro bollette, in questo caso però l’abbassamento dell’energia elettrica già dai primi tre mesi dell’anno prossimo è una boccata di ossigeno per le famiglie e per le aziende.
Ecco perché il Governo è stato costretto a fare pochi investimenti strutturali puntando a proseguire la politica degli aiuti dei Governi Conte e Draghi in pratica i famosi “aiuti contro il caro energia”, questo flusso però è destinato a proseguire per almeno la metà dell’anno prossimo proprio per garantire la pace sociale con il beneplacito della Commissione Europea la quale, non dimentichiamolo, tiene costantemente sotto osservazione il nostro Paese proprio per l’eccessivo debito pubblico.
Gli interventi, riguardano il taglio delle tasse sulla benzina, anche se più contenuto rispetto agli interventi precedenti, l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette, si parla di oltre 20 miliardi di spesa.
Ovviamente il Governo Meloni nonostante le promesse di ferro e fuoco contro il reddito di cittadinanza sta facendo dei passi indietro , dato che non solo non lo ha abolito del tutto, ma ha concesso una proroga di 7 mesi per coloro che sono in grado di lavorare , significa che ad agosto tali percettori perderanno il sussidio e dovranno lavorare , si ma dove? Questa prima correzione è stata fatta nel timore che la cancellazione totale e repentina in questo momento poteva innescare pericolose derive violente in piazza , tra 7 mesi poi si pensa , come dire “piglia tempo e camperai”.
Ma il problema maggiore rimane il caro energia, per i prossimi mesi si naviga a vista, anche se gli stoccaggi sono pieni e il prezzo del gas incomincia a diminuire, anche per l’intervento dell’Europa che ha messo un tetto, però se alla fine dell’inverno le scorte dovessero azzerasi il problema sarà rimpiazzarle a quale costo? Staremo a vedere.
Certo il futuro economico per il Governo Meloni non è dei più rosei anzi le prospettive restano incerte per la minaccia del caro energia che porterebbe all’aumento dell’inflazione e della spesa pubblica anche perché il prossimo anno la BCE ha annunciato un’altra stretta sui prezzi con un aumento dei tassi d’interesse dopo quello che ha fatto a ottobre e novembre dove i prestiti e i mutui saranno ancora più costosi questo significa che non solo le famiglie pagheranno di più ma anche le aziende vedranno lievitare i loro costi d’esercizio, in questa spirale Bankitalia prevede che i consumi subiranno un’ulteriore contrazione nella prima metà del prossimo anno, a questo punto saremmo in recessione , come si comporterà il Governo Meloni che pensa alla riforma Costituzionale?

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