Teatro, tutti a tavola per il “Lungo pranzo di Natale”

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Teatro, tutti a tavola per il “Lungo pranzo di Natale”

Un lunghissimo e intenso applauso è scattato, la sera del debutto, dopo l’ultima battuta del Lungo pranzo di Natale di Thorton Wilder, prodotto da Buongiorno Sicilia e rappresentato, per la regia di Giovanni Anfuso, nello spazio polivalente di via Zurria nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini. Uno spettacolo partecipato, empatico, che ha coinvolto gli spettatori, seduti con gli interpreti al tavolo di un pranzo davvero lungo: circa novant’anni di una famiglia-simbolo, i Bayard.

Gli attori – Anna Passanisi (Mamma Bayard e cugina Ermengarde), Davide Sbrogiò (Roderick, suo figlio), Liliana Randi (Lucia, moglie di Roderick), Angelo D’Agosta (Charles, figlio di  Roderick e Lucia), Chiaraluce Fiorito (Genevieve, sorella di Charles), Maria Rita Sgarlato (Leonora Benning, moglie di Charles), Santo Santonocito (cugino Brandon), e poi Greta D’Antonio e Francesco Rizzo (i gemelli Lucia e Sam, figli di Charles), e Michele Carvello (Roderick, l’altro figlio di Charles) – si sono alzati da tavola per portarsi, al centro dello spazio scenico a ricevere il tributo dal pubblico.

Con loro il regista Anfuso e Riccardo Cappello autore di scene e costumi, Applausi anche per Paolo Daniele, autore delle musiche, per l’aiuto regista Agnese Failla, per Davide La Colla ed Enzo Valenti, che hanno curato rispettivamente luci e suono, e per Francesco Rizzo, assistente alla regia.

“Questo An american Christmas story – ha confermato Anfuso -, lavoro teatrale del 1931, narrando il grande rito della Festa di famiglia per antonomasia, diventa un’autobiografia collettiva che fa sorridere e tocca le corde del nostro cuore”.

“Sicuramente l’aspetto più curioso dello spettacolo – ha sottolineato Angelo D’Agosta, uno dei protagonisti, – risiede nel fatto di recitare con il pubblico così vicinofianco a fianco a noi attori. Capita così che quando porgiamo la battuta al commensale alla nostra destra o alla nostra sinistra, gli spettatori interagiscano molto più che in uno spettacolo tradizionale”.

Respirano così – ha rimarcato il regista – le emozioni, le riflessioni, le risate di un’intera famiglia nel corso di cinque generazioni”.

“Un bicchiere di vino con voi, Signore?”, “Questa tremenda guerra che non finisce più…”, “Ma non è stupendo, con questa divisa?”, “Hey, ma che succede? Come mai avete tutti quest’aria?”.  E ancora, “Tutta la vita sembra acqua che non riesci ad acchiappare”, “Dai muri di questa casa non filtra soltanto la fuliggine. Filtrano pure i pensieri…”. Le battute si rincorrono e, ha sottolineato D’Agosta, “accade che gli spettatori commentino silenziosamente con un cenno del capo o un’espressione del volto, o addirittura che provino a interloquire con … noi personaggi”.

“E tutto questo – ha concluso – è parecchio divertente per un attore”.

“Per questa particolare empatia – ha confermato il regista – con quel pubblico che rimane sempre seduto in tavola accanto ai nostri attori, questo spettacolo si dimostra per molti versi sorprendente, sempre diverso. E ormai, dal nostro debutto, si conta una presenza costante di uomini e donne emozionati ed emozionanti”.

Particolarmente toccante la battuta alla quale s’accennava all’inizio e che chiude lo spettacolo: “Da quando avete lasciato questa casa, il vostro ricordo mi diventa fioco, ma non certamente l’affetto vivo e sincero legato a quel tempo che abbiamo trascorso insieme”.

Lungo pranzo di Natale sarà rappresentato, con due repliche a sera, nel Castello di via Leucatia,  dove andrà in scena dal 15 fino al 18 dicembre.

 

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