Bravi! Bravi! Così il pubblico ha salutato i Novafonic Quartet al Teatro Massimo Bellini di Catania. Nell’applaudito recital i quattro musicisti hanno trasmesso affiatamento e una comune visione del fare musica rilassato e libero, ispirati dal jazz e dalla rilettura del tango in chiave moderna.
Provenienti dalla Sardegna – isola in cui sono nati, o nella quale vivono, oppure lavorano come Primi strumenti nell’Orchestra della Fondazione teatro lirico di Cagliari – i componenti del Novafonic Quartet hanno alle spalle una formazione classica di base, a cui hanno aggiunto altre esperienze, trovando poi in Astor Piazzolla – il grande bandoneonista e compositore argentino (1921-1992) – il punto di partenza per incursioni nel mondo del tango contemporaneo, con autori come Fernando Otero (nato nel 1972) e Leonardo Teruggi (nato nel 1982), non dimenticando un caposaldo del passato come Emilio Balcarce (1918-2011).
Il recital, sorprendentemente sentimentale e languido solo come il tango sa esserlo, ha proposto composizioni inedite ed arrangiamenti di capolavori noti. Ogni strumentista ha avuto il suo spazio con brani che comprendevano cadenze iniziali del pianoforte (suonato dal giovane Marco Schirru), o del violino (Gianmaria Melis), o del contrabbasso (Giovanni Chiaramonte), avendo però nel bandoneόn di Fabio Furia (che è anche compositore ed è il primo docente di bandoneόn in un conservatorio statale italiano) lo strumento chiave e la base musicale del tango.
Il genere musicale composito proposto al TMB dal Novafonic Quartet offre nuova linfa al tango con un linguaggio nuovo e proiettato verso il futuro, pur continuando ad evocare le immagini di passione e di struggimento tipiche di questa musica.
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