Maradona un mito da non emulare

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Maradona un mito da non emulare

Diego Armando Maradona ieri è passato a miglior vita per un infarto, a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione. Aveva subito tre settimane fa un intervento delicato al cervello e si stava riprendendo con la terapia riabilitativa, ma il cuore non ha retto.
Maradona viene oggi ricordato in tutto il mondo calcistico come uno dei grandi calciatori, un atleta che ha fatto la storia del calcio regalandoci momenti indimenticabili.
In Italia e a Napoli dove ha giocato esclusivamente dal 1984 al 1991 viene osannato e si piange la sua morte.
Personalmente non sono tra coloro che pensano che la morte chiuda tutti i peccati, chi pecca in vita deve essere ricordato come peccatore anche dopo la morte e Maradona fu anche un grande peccatore ed è gusto ricordarlo non solo come grande giocatore ma anche come peccatore.
Arrivato a Napoli nel 1981 dal Barcellona fu immediatamente consacrato come colui che avrebbe regalato lo scudetto al Napoli calcio, che ottenne nel campionato 86-87 garantendogli designazione a Re di Napoli.
Non fu un Re ideale, perchè venne inghiottito da quella Napoli pesante,opprimente, contorta; fu fagocitato dalla camorra che lo agguantò favorendo la sua tossico dipendenza, le frequentazioni con quel mondo malavitoso erano talmente strette che se un turista Argentino veniva scippato, la Polizia lo mandava a casa di Maradona per fargli riavere i documenti.
La vita privata era talmente turbolenta che passava molti momenti del suo tempo a difendersi dalle cause di paternità, non era un uomo da essere preso ad esempio, per ultimo la sospensione per dopping pose fine alla carriera già in declino.
Maradona grande atleta ma pessimo uomo da imitare, non ha mai avuto la possibilità d’intaccare il primo posto a Pelè grande calciatore e altrettanto grande nella vita. Non basta fare beneficenza, non basta aiutare il prossimo con i soldi, bisogna essere irreprensibili soprattutto perché i giovani ci guardano e ci copiano, Maradona invece ha lanciato il messaggio che quando si è grandi, non ci sono regole e gerarchie da rispettare, famosi sono i suoi litigi con gli allenatori del Napoli.
Non dimentichiamo poi che fu anche un grosso evasore fiscale, che scappò in Argentina anche per non essere perseguito dal fisco Italiano, ricordo che quando già trasferitosi in Argentina rientrò in ITALIA come ospite di una trasmissione televisiva all’aeroporto di Fiumicino era atteso dalla G.d.F. che non solo gli congelò il compenso per televisivo ma gli sequestrò anche l’orologio lussuoso. Tutto questo non fa un campione, ma in Italia invece di piangere i morti che hanno combattuto il covid si preferisce intitolare uno stadio di calcio ad un evasore fiscale.

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