Come invecchierà la comunità Lgbt in futuro? L’era Silver Rainbow, è realtà.

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Come invecchierà la comunità Lgbt in futuro? L’era Silver Rainbow, è realtà.

La terza età dell’individuo rappresenta oggi più che mai, un’importante tappa da affrontare e la giusta risposta adeguata da parte delle istituzioni. L’ inizio del percorso di un anziano verso una fase della vita particolarmente delicata e complessa da vivere, tocca vari aspetti sia fisici, quindi di salute, sociali e psicologici. Questa condizione, se non affrontata in modo appropriato diviene una trappola per l’uomo o la donna etero, che omosessuale, ritrovandosi spesso soli ed isolati con conseguenze emotive importanti. Il contesto della popolazione anziana Lgbt, soffre maggiormente in questa fase che, spesso condiziona il suo quotidiano portandolo ad essere un anziano discriminato proprio perchè gay. Il progetto: “Silver Rainbow”, nato grazie al finanziamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con Arcigay, Arcy Pesca Fisa, hanno l’obbiettivo di capire, l’andamento e le abitudini degli anziani in generale, soffermandosi sull’anziano Lgbt nel nostro paese. Le situazioni in cui una persona in età senile, può ritrovarsi sono tante, alcuni punti del decreto legge del progetto Silver Rainbow, ai sensi dell’articolo 72 del 3 luglio del 2017, si concretizeranno attraverso: la ricerca, la fattibilità, la diffusione e la formazione. La ricerca come primo punto, darà l’opportunità di raccogliere informazioni necessarie, per trarre conclusioni su stili di vita e bisogni dell’anziano in generale e Lgbt, per fruire delle possibili risoluzioni da parte delle istituzioni territoriali, comuni, regioni, valutando caso per caso, a seconda delle necessità del soggetto. La fattibilità, ovvero la possibilità di sperimentare il cosidetto”housing”, ovvero una community condivisa tra coetanei ma con alloggi personali, per rispettare la propria privacy, tral’altro già avviato con successo nei paesi anglosassoni; questo per combattere la solitudine e l’isolamento involontario come volontà del Silver Rainbow. La formazione, importantissima dei responsabili o tutor della salute, ovvero operatori sociali che, sostituisco parenti di primo e secondo livello, nel caso in cui l’anziano lgbt oppure etero, non avesse famigliari che possano occuparsi di lui; il tutor della salute o “care giver” in questo caso, sarà nominato da un giudice tutelare, come previsto dalla legge. Preparare quindi nelle principali competenze, figure che si occupino dell’invecchiamento attivo. Infine come ultimo punto, è la diffusione del piano Silver Rainbow, per promulgare un modo costruttivo di seguire l’anziano nel proprio percorso di vita. Ridurre il gap cioè il divario tra generazioni lgbt e la comunicazione giovanilistica, rispetto al modo di esprimersi della generazione lgbt silver. Costruire rapporti sociali in una visione di empowerment, permetterà di far crescere l’anziano, recuperando la sua vita personale e collettiva all’interno della società. Quindi la ricerca del dialogo, fondamentale per la riuscita del progetto, per evitare ogni forma di emarginazione. Ascoltare le esigenze della popolazione anziana diventa oggi priorità, in un paese come l’Italia, sita al primo posto, secondo le statistiche, come paese più vecchio, in Europa dove il 21, 4 per cento dei cittadini è over 65 ed il 6,4 per cento ha più di 80 anni. Invecchiare quindi è sinonimo di benessere collettivo ed individuale.

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