IgNobel, il tour della Scienza che diverte ma fa riflettere

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IgNobel, il tour della Scienza che diverte ma fa riflettere

CATANIA – Un vero e proprio show, con tanto di gag e interventi dal pubblico, per toccare con mano la ‘macchina’ dell’Ig Nobel, il prestigioso riconoscimento internazionale che ogni anno viene assegnato a quelle scoperte scientifiche che “fanno prima ridere e poi riflettere”. A condurre il tutto Marc Abrahams, editore della rivista Annals of Improbable Research e fondatore del premio ideato per avvicinare il grande pubblico alla scienza facendo leva proprio sul lato buffo di alcune ricerche.
Abrahams è stato ospite del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, nella prima tappa italiana assoluta dell’Ig Nobel Spring Tour europeo, dopo prestigiose università europee quali l’Università di Nottingham, l’Imperial College di Londra, l’EPFL di Losanna, l’Università di Oslo, il Karolinska Institute di Stoccolma e l’Università di Graz.
“Siamo veramente lieti di accogliere Abrahams nel nostro Ateneo e di conoscere meglio questa manifestazione”, lo ha accolto il direttore del dipartimento Valerio Pirronello, sottolineando che “così come la vita, anche la scienza è più leggera se presa con la giusta dose di autoironia”. E, all’insegna del leit-motiv ‘Scienza e Humour” le risate non sono davvero mancate, quando è stata rapidamente mostrata la lista delle ricerche premiate nel 2016, tutte pubblicate su autorevoli riviste: si va dallo studio sugli effetti negativi di pantaloni di poliestere, di cotone o di lana sulla vita sessuale dei ratti all’uomo che ha vissuto tre mesi comportandosi come le capre; dai cavalli bianchi che, a quanto pare, sono meno soggetti degli altri alle punture dei tafani, alla valutazione della personalità dei sassi assunta come indice di marketing.
Uno dei riconoscimenti più importanti, l’IgNobel per la medicina, è andato a degli scienziati tedeschi che svelano di aver scoperto che se si prova prurito sul lato sinistro del corpo, lo si può alleviare guardandosi allo specchio e grattandosi sul lato destro, e viceversa. E, dulcis in fundo, il premio per la letteratura assegnato allo scrittore allo svedese Fredrik Sjoberg, autore di un mirabile compendio autobiografico in tre volumi “L’arte di collezionare mosche”, in cui ha raccontato con dovizia di particolari il piacere che si prova nel collezionare mosche morte e mosche non ancora morte.
Ospiti d’onore e, al tempo stesso, padroni di casa, sono stati i tre ricercatori catanesi – Cesare Garofalo, Alessandro Pluchino e Andrea Rapisarda – che nel 2010 hanno conquistato il premio nella sezione “management” con una ricerca sull’assegnazione casuale e non meritocratica delle promozioni. I tre studiosi etnei, che hanno raccontato la propria esperienza in un volume dal titolo “Abbiamo vinto l’Ig Nobel con il Principio di Peter – Scienza, caso e humor” (Malcor D’ Edizione, 2017) – dimostrarono al pubblico di Harvard che, scegliendo i propri dirigenti tramite una sorta di lotteria, ovvero promuovendo le persone in modo del tutto casuale invece che sulla base di curricula e preparazione, enti e aziende diventerebbero addirittura più efficienti, reinterpretando uno dei paradossi più conosciuti, formulato dallo psicologo canadese Laurence J. Peter: “In un’organizzazione ogni nuovo membro sale nella gerarchia fino a raggiungere il suo livello di massima incompetenza”.

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