Il sindaco Bianco saluta la prefetto Federico

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Il sindaco Bianco saluta la prefetto Federico

CATANIA – «Ringrazio la Prefetto Federico per il lavoro svolto con l’auspicio che questo rapporto con Catania non si interrompa dal punto di vista affettivo. E per cercare di aiutare questo legame consegno questo ricordo…». Così il sindaco di Catania Enzo Bianco nel consegnare un Elefante d’argento al prefetto Maria Guia Federico a Palazzo degli Elefanti in visita di commiato prima di lasciare Catania per Campobasso, dove è stata destinata.
Presenti alla cerimonia il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Meliadò, il procuratore generale Salvatore Scalia, i comandanti provinciali dei Carabinieri Francesco Gargaro e della Guardia di Finanza Roberto Manna, il vicequestore Serafina Fascina, il direttore della Dia Renato Panvino, la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti, il viceprefetto vicario Enrico Gullotti e il capo di Gabinetto Licia Messina, gli assessori Marco Consoli, Rosario D’Agata, Nuccio Lombardo, Orazio Licandro, Valentina Scialfa e Angelo Villari.
«C’è sempre il saluto della città quando un prefetto va ad un altro incarico – ha detto Bianco nel suo intervento di saluto -. Siamo qui, tutti insieme, e questo significa che Catania vuole in questo modo ringraziare. Sono passati esattamente tre anni e mezzo, era la viglia di Sant’Agata d’estate, adesso abbiano appena superato la Festa del 5, e sono stati tre anni e mezzo molto intensi, delicati e difficili; questa città ha dovuto affrontare oltre ai problemi consueti alcune situazioni particolarmente delicate. Una per tutte l’emergenza migranti. Il porto di Catania in questi anni è diventato uno dei luoghi in cui le navi, prima della Marina Militare Italiana e poi di quelle di altri paesi, hanno sbarcato decine di migliaia di persone: minori non accompagnati, donne e uomini. Abbiamo affrontato anche altre delicate questioni, a partire dalla presenza di inquinamenti anche di tipo mafioso nell’economia del territorio. Questa Prefettura è stata in prima linea, naturalmente con la piena collaborazione della Magistratura e delle Forze di Polizia, nel fare rispettare i principi di legalità senza i quali la comunità non può affrontare un normale sviluppo. Potremmo parlare a lungo di mille altre questioni sulle quali ogni giorno Catania e gli altri comuni della Città Metropolitana hanno sempre trovato conforto, supporto e aiuto nel Prefetto con una parola di ascolto vero e operativo. Nel momento in cui si va a servire la Repubblica in un capoluogo di regione, e chi come me è stato Ministro dell’Interno lo sa bene, si assumono ulteriori funzioni delicate e di particolare importanza».
«Nel ringraziarvi – ha detto la Prefetto Federico – mi viene in mente quando in elicottero il sindaco Bianco mi descriveva ogni singola zona della città, riconoscendola nel dettaglio, con grande amore; un amore per Catania che mi è stato contagiato. Le problematiche, le difficoltà che mano mano si presentavano, hanno di volta in volta suscitato in me una nuova motivazione e uno slancio rinnovato, per cercare di dare soluzioni alle istanze che venivano dal territorio. Perchè Catania merita un futuro che la porti verso grandi traguardi, degni di una grande metropoli. Ammetto che tutto questo è costato una grande fatica e un grande impegno in cui ho coinvolto, permettetemi di ringraziarle, le eccellenti professionalità della Prefettura che ho avuto il privilegio di dirigere. Tante cose fatte, tanti sacrifici, ma anche tante soddisfazioni. La cosa della quale sicuramente vado fiera, indipendentemente dai temi della Sicurezza, dell’Immigrazione, i commissariamenti e le interdittive antimafia che ci hanno visti attivi su questo fronte anche, come ha detto il Sindaco, con provvedimenti: alcuni dei quali sono stati addirittura i primi in Italia. Una cosa che mi rende orgogliosa è l’aver messo la Prefettura al centro della città come il Palazzo del Governo e il Palazzo dell’Ascolto. Abbiamo riacquistato quella centralità che era necessaria, ci siamo fatti portatori dei bisogni dei cittadini affrontando anche tante controversie di lavoro».

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