Michele Serra ne “L’Amaca” contro le professioni del web

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Michele Serra ne “L’Amaca” contro le professioni del web

“Il prontuario dei mestieri più bizzarri del mondo andrebbe aggiornato” scrive oggi l’illustre Michele Serra ne “L’amaca”, il suo spazio sul quotidiano La Repubblica. La riflessione è fornita dall’ormai celeberrimo “chiesimo”, errore grammaticale twittato dall’ex, ormai, social media manager del Senatore Maurizio Gasparri. Stupito, Serra, sorvola l’errore e l’avvenuto licenziamento del collaboratore del Senatore, e si concentra con sarcasmo sull’utilità e assurdità sul fatto che esistano, nel 2016, professioni legate al mondo della tecnologia e del web. Prosegue infatti “assieme al collaudatore di lacci da scarpe, all’assaggiatore di pinoli, al personal schiacciatore di brufoli, il twittatore per conto di Gasparri farebbe la sua ottima figura”. Se Serra è anche umorista lo dimostra nel senso pirandelliano del termine. Un umorismo che di certo lascia perplessi e sgomenti i lettori, più o meno giovani, che grazie al web hanno trovato un’opportunità lavorativa in un’epoca in cui l’unico privilegio è sperare di avere, un giorno, una pensione adeguata.

Il social media manager, come altre professioni legate ai social media e alla rete in generale, sono ormai affermate da anni e necessitano di competenze specifiche, che spaziano da un’accurata capacità di scrittura a nozioni di marketing, sociologia, comunicazione. Tanti i brand e i personaggi pubblici che sono supportati non solo da un esperto di comunicazione ma proprio da twittatori, magari con una conoscenza più approfondita della lingua italiana dell’ex collaboratore del Senatore Gasparri.

L’altezzosità mostrata in poche righe su uno delle più importanti testate nazionali riflette la mentalità di parte di una nicchia di intellettuali di riferimento che, fortuna loro, hanno fatto dell’esprimere opinioni un mestiere che li esime -evidentemente- dal guardare un mondo che viaggia e cambia in modo veloce. Troppo veloce, proprio come il web.

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