Convegno “Qui il barocco pare di carne…” Pasolini in Sicilia

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Convegno “Qui il barocco pare di carne…” Pasolini in Sicilia

È certamente da ascriversi tra gli eventi culturali più significativi tenutisi a Catania negli ultimi anni il Convegno “Qui il barocco pare di carne… Pasolini in Sicilia” che, organizzato per la rassegna I-Art, sotto la direzione scientifica della professoressa Dora Marchese, ha visto convergere in un’intensa due giorni di tavole rotonde, proiezioni, interviste e dibattiti, i più grandi studiosi di Pier Paolo Pasolini e della sua opera per celebrarne il 40ennale dalla morte e riflettere sul suo rapporto con il Sud e la Sicilia.

In Sicilia Pasolini gira “Comizi d’Amore” (1963), il “Vangelo secondo Matteo” (1964), “Teorema” (1968), “Porcile” (1969), i “Racconti di Canterbury” (1970); vede messa in scena al teatro antico di Siracusa la sua traduzione dell’“Orestea” (1959) con Vittorio Gassman; compie uno “storico” viaggio a Scicli nel ’59 con Renato Guttuso, Carlo Levi, Antonello Trombadori, Paolo Alatri e Maria Antonietta Macciocchi per constatare la delicata situazione degli ”aggrottati” di Chiafura; intesse un rilevante rapporto epistolare con Leonardo Sciascia; fonda e partecipa più volte al Premio Letterario “Brancati – Zafferana”.

Numerose le autorità e gli enti coinvolti che sono intervenuti all’apertura dei lavori per portare il loro saluto: il Direttore artistico di I Art Giovanni Anfuso, il Sindaco di Catania Enzo Bianco e l’Assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa Orazio Licandro, il Direttore del DISUM Giancarlo Magnano San Lio, la professoressa Fulvia Toscano, anima e cuore di NaxosLegge – Festival delle narrazioni, della lettura e del libro. L’attore Davide Sbrogiò ha tenuto un workshop di grande valore didattico e pedagogico oltre che performativo sull’Orestea di Pasolini rivolto ai liceali e agli universitari; i ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti di Catania (Pierluca Libra, Milena Nicolosi, Giulia Agrò, Sergio  Pelligra, Francesco Di Giovanni, Elsa Tornabene, Ilenia Vecchio), diretta da Virgilio Piccari, hanno effettuato le riprese video e le foto sotto la sapiente guida di Carmelo Nicosia e Carmen Cardillo; la mostra d’arte contemporanea “Benedetto Poma e la Sicilia di Pasolini”, curata dalla Galleria Koart di Catania (nelle persone dei galleristi Aurelia Nicolosi e Antonio Fallica), allestita nella sala conferenze del palazzo della Cultura, ha fatto da splendida cornice allo svolgimento dei lavori.

Lavori che si sono aperti con un “Preludio” in cui si è fatto un bilancio della critica e dell’opera “di” e “su” Pasolini grazie agli interventi di Marco Antonio Bazzocchi (Univ. di Bologna), che ha analizzato il fondamentale tema della corporeità nell’opera dello scrittore, Emanuele Trevi (critico e scrittore) intervistato da Gianluigi Simonetti (Univ. dell’Aquila) in merito al suo libro “Qualcosa di scritto” vincitore del Premio Strega, e Vanni Ronsisvalle (scrittore, giornalista e autore televisivo) che ha dato diretta testimonianza della nascita e della partecipazione di Pasolini al Premio Letterario “Brancati–Zafferana”. Massimiliano Perrotta, infine, ha proiettato il documentario-reportage “Sicilia di sabbia. Sulle tracce di Pier Paolo Pasolini: un ritratto della Sicilia di oggi tra mito e trasformazione”. Il giorno seguente, il focus è stato interamente puntato sull’esperienza siciliana di Pasolini: Monica Centanni (Univ. di Venezia) e Massimo Fusillo (Univ. dell’Aquila), intervistati da Fulvia Toscano e Dora Marchese, hanno parlato della traduzione pasoliniana dell’Orestea e del rapporto con l’antico e con il mito; Rosario Castelli (Univ. di Catania) ha analizzato il carteggio tra lo scrittore e Leonardo Sciascia mettendone in luce i tratti per tanti aspetti “profetici” in merito alle dinamiche politiche e sociali della contemporaneità; Stefania Rimini (Univ. di Catania) ha ripercorso l’esaltante esperienza cinematografica di Pasolini in Sicilia e sull’Etna, set naturale di grande suggestione; Roberto Danese (Univ. di Urbino) ha illustrato la genesi, le rappresentazioni e le peculiarità stilistiche del Vantone, rielaborazione ispirata al plautino Miles gloriosus, messa in scena a fine convegno per la regia di Edoardo Siravo con Ninetto Davoli, ospite d’eccezione, che ha incantato il pubblico con i suoi racconti sull’amicizia e la collaborazione con Pasolini.

Una riflessione approfondita ma dinamica, vivacizzata da conversazioni tra scrittori saggisti e traduttori, impreziosita dalla proiezione di video, fotografie e disegni inediti, cortometraggi e documentari, immagini note e poco note. E ancora focalizzazioni sul cinema, il teatro, la traduzione dal mondo greco e latino, il mondo della corporeità, il rapporto con gli intellettuali siciliani e con Sciascia in particolare, l’esperienza da regista in Sicilia, la riflessione sull’attualità e la percezione dell’opera pasoliniana oggi. Voci autorevoli e appassionate, dibattiti serrati ed emozionanti, incursioni nell’officina del poeta regista traduttore attore e scrittore.

Un grande evento che resterà nella memoria del numerosissimo pubblico che ha affollato la sala convegni del Palazzo della Cultura di Catania e ha seguito i lavori con interesse e costanza sino a tarda ora.

Un atto d’amore e di riconoscimento nei confronti di uno dei grandi del Novecento con il quale è impossibile non confrontarsi.

 

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