Le eccellenti finalità socio/economiche del “Baratto Amministrativo”

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Le eccellenti finalità socio/economiche del “Baratto Amministrativo”

Un tempo, la produzione nell’ambito dell’agricoltura, dell’allevamento degli animali, le eccedenze non necessarie a chi le produceva, rendevano disponibile l’uso dello scambio, del baratto, della permuta con ciò che non si possedeva e di cui si aveva necessità. Anche prestazioni personali, in ordine al proprio tempo e alle proprie competenze, venivano considerate forme di circolazione dei beni nella modalità del dono. Nelle parole pecunia, salario e capitale riscontriamo l’origine di alcune abitudini sociali orientate appunto verso la sostituzione di una cosa con un’altra, utilizzando una moneta riconosciuta come “naturale”: dal capo del gregge (pecus), al capo di bestiame (capitale), al pagamento con il sale (salario).

Sistema dunque diffusissimo prima della moneta privata e della moneta pubblica; la prima (in uso nel VII secolo a.C.) è un tondello di metallo con un sigillo che garantisce il peso del pezzo e la qualità della lega del mercante o del santuario di emissione a fronte del bene lasciato. Questa pratica viene prodotta dai Sumeri e dai Greci in occorrenza del bisogno da parte dei privati di affidare i propri beni ai sacerdoti che accanto ai templi istallavano dei tavoli chiamati al tempo trapezidi dietro i quali si effettuavano le operazioni deposito e prestito, utilizzando la propria moneta a titolo di garanzia la cui qualità veniva accertata attraverso “la pietra di paragone” ed a una bilancia precisa.

Il baratto è più semplicemente la prima elementare forma di commercio che ha origine nell’antico Egitto le cui condizioni necessarie, ma difficili da garantire, erano il possesso di beni diversi, il riconoscimento di maggiore utilità al bene posseduto dall’altro e la certezza del vantaggio economico dal trasferimento del bene.

Da qualche tempo, il termine “baratto” ricorre con maggiore frequenza nel linguaggio moderno, soprattutto in internet; infatti, è diffuso lo “swapping”, da swap che significa letteralmente scambio, in cui gruppi di persone si scambiano, basandosi sulla fiducia, oggetti di valore pressoché equivalente. E dal 2014 è stato introdotto il “Baratto Amministrativo” che è essenzialmente un contratto che viene stipulato tra una amministrazione pubblica e un cittadino.

Così come il baratto nasce in epoche pregresse e precedenti l’uso della moneta, oggi viene reintrodotto a motivo della recessione economica che ha investito i mercati e continua a pregiudicarne lo sblocco ai giorni nostri. Se è semplice ricordare ciò che esso costituiva un tempo, per comprendere la portata ed il senso del Baratto Amministrativo ho chiesto a due imprenditori appassionati di new economy, di innovazione e sempre alla ricerca di soluzioni che possano creare un valore aggiunto per i loro clienti e per le loro aziende che si sono incontrati ed hanno iniziato a collaborare nel 2013 con varie iniziative, ma dall’ anno scorso hanno deciso di sintetizzare le loro conoscenze ed esperienze in una società chiamata Onda Coin, per un definitivo passo avanti nel mondo dell’innovazione, con un progetto ambizioso che si basa su un solido know-how, esperienza e visione.

I due esperti in questione sono:

Luigi Martines, ingegnere siracusano che dopo varie esperienze internazionali in aziende di Telecomunicazioni ed Energia, da oltre dieci anni riveste il ruolo di CEO (Chief Executive Officer, una sorta di amministratore delegato) del Gruppo Onda, che si occupa di utilities, in particolare energia e gas con un focus in Sicilia e Sardegna che studia da anni modelli e servizi per migliorare l’efficienza e la fruibilità degli stessi. In questo ambito ha preso piede il progetto di Onda Coin cui stanno partecipando molte aziende private e clienti del gruppo già fidelizzati.

 

Dario Romano, catanese, laureato in economia, già direttore della distribuzione di aziende multinazionali del settore Automotive (Renault, FCA, Mercedes-Benz); anche lui da dieci anni imprenditore della new-economy e COO (Chief Operating Officer, un manager strettamente legato all’amministratore delegato) del Gruppo Onda, per il quale cura in particolare lo sviluppo delle strategie blockchain, nuova tecnologia per la diffusione e conservazione dei dati in modalità molto sicura.

– Il baratto amministrativo è normato dalla legge?

Sì, Il baratto amministrativo è stato introdotto con il DL 133/2014, più conosciuto come Sblocca Italia, all’articolo 24 del DL 133/2014. Ha una eccellente finalità che è quella di facilitare il rapporto tra cittadino e comune e di risolvere  situazioni di carenza di liquidità

–  Cosa s’intende per “Baratto Amministrativo” ?

In pratica è prevista per i Comuni la possibilità di accettare come forma di pagamento dei tributi locali, la realizzazione di interventi di riqualifica del territorio. È intuibile la portata rivoluzionaria del concetto, applicato ad una Pubblica Amministrazione.

–  E’ un sistema che può facilmente essere messo in pratica?

Purtroppo no, perché i paletti sono talmente rigidi da rendere praticamente nullo il risultato applicabile. Il passaggio è piuttosto stretto. Anzitutto per aprire la strada al baratto amministrativo occorre una specifica delibera di regolamento da parte del Comune. Inoltre, qualora  questo regolamento fosse deliberato, sarà applicabile solo a privati cittadini, e non ad aziende o professionisti. Il cittadino deve versare in condizioni di difficoltà finanziarie, per esempio pensionati con assegno sociale o con pensione minima, che non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto o dell’IMU o di altro tributo locale. Insomma Il baratto amministrativo è tuttora, a quattro anni dall’ entrata in vigore, uno strumento nuovo e da esplorare, che ha già evidenziato i propri limiti.

–  Perchè lo definite “un’occasione perduta, perché un sistema di compensazione ben organizzato crea un volano di opportunità e un sostegno all’uscita dalle crisi” ?

Noi ci occupiamo a livello “industriale” di compensazione multilaterale; si tratta di un modello oggi esteso a privati ed aziende che sulle piattaforme delle Barter Companies effettuano transazioni commerciali senza l’utilizzo del denaro, con la possibilità appunto di pagare gli acquisti con il lavoro o il prodotto. È un sistema in grado di sostenere l’economia reale e di contribuire a superare le crisi di liquidità.

– Quando è nata l’idea della “moneta complementare” ? E da chi?

Occorre premettere che la moneta è una sovrastruttura rispetto all’economia reale, perché non ha un valore di per sé ma solo per i beni e servizi che ti permette di acquistare. Il problema è che, ormai da tempo, la moneta è diventata il fine e non il mezzo e questo provoca nei periodi di ristrettezza di liquidità un blocco inopportuno dell’economia reale: la banca non mi concede fido e quindi non posso fare investimenti, ritardo i pagamenti, non posso assumere e tutta la catena dell’economia reale ne risulta danneggiata.

A metà degli anni 30, in piena crisi finanziaria, in Svizzera la banca Wir, tuttora pienamente attiva, ha inventato il sistema  della compensazione multilaterale rendendolo “industriale” e tecnicamente illimitato. Oggi questo  sistema esiste in Italia e in tutto il mondo, con transazioni di diversi miliardi di dollari, effettuate in compensazione multilaterale, senza l’utilizzo della moneta.

– Cos’è OndaCoin?

Onda Coin è una Barter Company, cioè appunto una piattaforma che permette agli iscritti di effettuare transazioni in compensazione, senza utilizzo di denaro.

– Come funziona la diffusione di questa idea? E’ accolta? E da chi o quali strutture?

È molto semplice aderire, abbiamo dei piani gratuiti attivabili dal nostri sito. Tutti gli operatori economici possono richiedere di aderire, noi naturalmente verifichiamo serietà e “vendibilità”. Entro breve anche i privati potranno aderire con un meccanismo che sveleremo tra qualche settimana.

– “Economia del dono e del debito”: pensate sarà fisiologico e/o necessario tornare a questo sistema precedente la moneta?

Il mondo va avanti ed lo fa velocemente. Noi non siamo legati al passato, semplicemente analizziamo l’economia con tutti gli strumenti a nostra disposizione compresi quelli che ci fornisce la storia economica. Ma la nostra missione è fornire  strumenti molto moderni ed efficaci, in linea con le evoluzioni tecnologiche, etici.

– Oggi che lavoriamo tantissimo per riuscire a comprare beni e cose che in fondo non ci sono necessari,credete che la moneta abbia lo stesso valore etico e pratico di un tempo?

Lei si riferisce alla creazione dei bisogni e del relativo debito, che imprigiona molti nella ruota del criceto. È un discorso piuttosto complesso, naturalmente sarebbe opportuno per varie ragioni, anche ambientali, che ognuno riflettesse sulla propria indipendenza da questi meccanismi.

Ma aldilà del giudizio sulla creazione dei bisogni, noi semplicemente dimostriamo che non è indispensabile pagare un interesse bancario per la soddisfazione dei bisogni. E che alcuni bisogni possono essere soddisfatti anche se il tuo conto in banca è a zero e non hai accesso al credito, perché la tua capacità di pagare è data dal tuo lavoro.

– Ritenete, quella che stiamo attraversando, un’epoca di decadenza economica e sociale?

Noi imprenditori siamo ottimisti per natura. Per me l’essere umano ha gli anticorpi necessari per comprendere gli errori e correggerli, creando anche opportunità di sviluppo. Appunto, la nostra peculiarità è che proponiamo un modello che non applica  le aberrazioni della finanza che effettivamente ha creato dei disastri planetari negli ultimi decenni. Un altro esempio sono le energie rinnovabili, che correggono i danni dell’inquinamento da CO2, e che non a caso fanno parte delle attività del nostro Gruppo.

“Il passato è come una lampada posta all’ingresso del futuro.”                                         Félicité Robert de Lamennais (teologo e filosofo francese, vissuto a cavallo fra il XVIII ed il XIX sec.)

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