L’art. 1 si divide

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L’art. 1 si divide

di Giuseppe Nicotra

A Roma tira aria di scissione in Articolo 1 , all’inizio del mese si è svolto il secondo appuntamento nazionale tra coloro che contrari alla linea del segretario Roberto Speranza, già Ministro della Sanità del Governo Conti 2 e Draghi, non vogliono confluire all’interno del P.D., perché al Paese non serve questo P.D. ma un partito che ritrovi  quei valori di sinistra che all’interno del P.D. si sono persi.

Paradossalmente la maggioranza della base è contro la linea congressuale di Roberto Speranza per un unificazione con il PD, una base che mugugna già da tempo per i tanti obbiettivi che non si sono raggiunti , ad esempio la mancata trasformazione in partito, una mancanza di incisività nella vita politica che di conseguenza ha comportato una mancata crescita nei territori, per ultimo la segreteria non ha tenuto conto dell’opinione della base di volersi candidare alle ultime elezioni politiche con il proprio simbolo ovviamente in una coalizione di centro sinistra.  Opinione che la segreteria non ha colto presentando alcuni esponenti , tra cui Speranza ,in collegi sicuri del P.D.

 

Quindi il 3 Dicembre scorso si costituisce formalmente quello che vuole diventare il “Partito del Lavoro”, il quale non si riconosce e considerando  un errore politico partecipare al prossimo congresso del P.D. per poi fondersi con esso, negando in pratica le ragioni e i motivi della fondazione di art. 1.

Coloro che partecipano a questo progetto non si considerano “dissidenti” ma bensì fedeli , al disegno politico iniziale di art. 1, per la costruzione di una casa che accogliesse tutto il mondo di sinistra in Italia.

Gli oppositori alla linea di Roberto Speranza, che sono forse maggioranza all’interno , si oppongono alla fusione con il P.D.in quando ritengono che non basta cambiare nome del segretario, simbolo,  nome del partito, per loro il P.D. ha perso negl’anni , quella spinta originale che lo ha visto nascere. Il progetto di fusione tra il mondo cattolico riformista, liberale, comunista nella pratica è fallito ci sono troppe anime contrastanti che al suo interno hanno creato gruppi e correnti cosi diverse  e che nella pratica bloccano qualsiasi attività del partito.

Il P.D. quindi si colloca, secondo i fautori del nuovo partito del lavoro, in un centro che guarda solo a Governare senza tenere conto nè della volontà degli cittadini nè hai bisogni dei lavoratori.

Quindi si lavora per la nascita di  questo movimento del Lavoro che si occupi anche di ambiente e dei diritti dei lavoratori , cosi spesso calpestati.

Il partito del Lavoro non vuole essere l’ennesimo cespuglio ma vuole essere un collante tra tutti coloro che si riconoscono in quei valori di sinistra , nel contempo in piena autonomia vuole creare a partire dalle elezioni regionali del Lazio e della Lombardia quel campo largo, anche con il P:D. che vada a sconfiggere le Destre oggi maggioranza in Parlamento ma minoranza nel Paese ,maggioranza perché le varie anime della sinistra si sono presentate disunite con appunto un P.D. che non le rappresenta.

Concludendo secondo questa nuova area politica , quello che serve alla sinistra è una costituente vera a sinistra che parli con il suo popolo , non una fusione  di comodo per fare una manutenzione al P.D.

 

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