Il referemdum del 29 Marzo è un dovere andarci

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Il referemdum del 29 Marzo è un dovere andarci

Mentre si disquisisce di corona virus tra: notizie vere, false, mezze verità, panico, creando allarmismo e panico più del dovuto, un evento politico molto importante per la nostra democrazia stà passando in sordina. Il 29 marzo 2020 siamo chiamati alla urne per quello che è l’apice della democrazia: il referendum costituzionale, gli Italiani dovranno decidere sé abrogare o approvare definitivamente la legge 8 ottobre 2019 che limita la rappresentanza parlamentare del 37%. In pratica la diminuzione di 365 parlamentari ; 230 deputati e 115 senatori.
Questo è un referendum costituzionale non c’è il quorum, appunto per questo i cittadini hanno il dovere di andare ad esprimersi in maniera favorevole o negativa perché ogni voto ha la sua importanza , non deve passare il messaggio “andate in vacanza al mare”solo perché questa volta non c’è Renzi da abbattere come nell’altro referendum costituzionale del 2016 , vediamo le ragioni del si e del no.
Chi è a favore dice che una diminuzione dei parlamentari comporta un risparmio dei costi della politica e un generico snellimento del’iter legislativo, il M5S ne ha fatto un suo cavallo di battaglia mentre altre forze politiche al governo o all’opposizione hanno votato a favore, forse per una questione di opportunismo elettorale visto le tante elezioni regionali che in questi mesi hanno caratterizzato la vita politica del Paese, ma nella pratica si sono limitate ad uno sterile “SI”. A parte una generica riduzione di costi, gli argomenti per votare “si” si esaurisco velocemente, spiegando in maniera sterile che ridurre i numeri degli eletti rende più trasparente e comprensibile dibattiti e decisioni, senza sminuire la qualità degli argomenti. Rendendo più semplice il giudizio dei cittadini in una fase importante delle Democrazia. Quindi si imputa al numero dei Parlamentari la percezione che i cittadini elettori hanno della politica che per loro rappresenta: cattivo funzionamento, scarsa efficienza, poca trasparenza nell’iter Parlamentare. La riduzione dei costi invece per il “SI” rimane un argomento poco importante anche perché come vedremo in seguito non è particolarmente consistente, la diminuzione quindi dei Parlamentari non mutila la Democrazia e non aiuta l’antipolitica. Di contro le argomentazioni per votare il “no” sono tante, dietro questa misura demagogica e apparentemente innocua di voler ridurre il personale politico non c’è un’idea di riforma dello Stato né alcunché di elevato, ma soltanto una visione meschina della politica e una volontà punitiva nei confronti della democrazia parlamentare, dove il M5S continua a seguire l’eredità di Casaleggio Padre che vagheggiava la soppressione della Democrazia parlamentare con una piattaforma digitale (di sua proprietà) sognando un futuro legislativo informatico senza Parlamentari.
Bisogna chiarire poi che diminuendo la rappresentanza Parlamentare aumenta la distanza tra la politica e i cittadini, distanza che non si vuole aumentare dato che è anche per questo che nel 2016 gli Italiani non hanno voluto sopprimere il Senato della Repubblica.
La riduzione dei Parlamentari lascerà interi territori del Paese senza rappresentanza (oggi abbiamo in media un deputato ogni 96.000 cittadini con un senatore ogni 188.00 con questa riforma passeremo a un deputato ogni 151 000 cittadini e un senatore ogni 302.000 cittadini), mi riferisco a valli alpine, piccoli paesi che non si raccolgono attorno a una media città, ma ad una piccola cittadina, isolate zone appenniniche, faccio riferimento a valli alpine, piccoli paesi o borghi che non si raccolgono attorno ad una città media,ma ad una piccola città, le zone dell’Appennino, in genere parti di provincie scarsamente popolate rispetto ad altre . Che comporterebbe una maggiore diminuzione di beni e servizi da parte dello Stato, come logica conseguenza della mancanza di rappresentatività.
Nel complesso risulterà anche modificato il ruolo del Parlamento nell’ambito dei pesi e contrappesi costituzionali, ad esempio perché le maggioranze qualificate richieste per determinate nomine particolarmente delicate (prima fra tutte quella del presidente della Repubblica), potrebbero essere raggiunte anche dalla mera maggioranza parlamentare, ci stanno prospettando una soluzione che renderà la politica italiana maggiormente oligarchica, con la capacità decisionale ricondotta in maniera esponenzialmente maggiore nelle mani di pochi, e lo fanno “per noi”, per aiutarci a risparmiare due spicci, peraltro convincendoci che è un dispetto che stiamo facendo alla classe politica. “Finalmente!”.
Per il comitato del “no” la riduzione dei parlamentari metterebbe in crisi anche la funzionalità del Parlamento perché il lavoro delle commissioni verrebbe svolto solo da pochi parlamentari eletti nei grossi Partiti che farebbero da catalizzatore elettorali , quindi verrebbe meno il controllo delle opposizioni nei confronti del governo.
I costi della politica motivo populista di questa riforma; diminuendo i parlamentari si andrebbe a risparmiare lo 0,007 del bilancio dello stato in pratica si parla nei migliori casi di risparmiare non più di 100.000.000 di €,nel migliore dei casi nel peggiore 60.000.000 di € tutto ciò vale lo stravolgimento del sistema rappresentativo italiano? Vogliamo fare passare il messaggio che la democrazia ha un costo? Anche perchè diminuendo i parlamentari, diminuisce anche il numero minimo per la formazione dei gruppi parlamentari oggi ci vogliono 20 deputati e 10 senatori per fare un gruppo parlamentare, con i cambia casacche che ci sono, perché loro rimangono anzi sarebbero sempre di più l’ago della bilancia per paralizzare i lavori Parlamentari, si andrebbe alla polverizzazione dei gruppi con il relativo aumento dei costi per il loro mantenimento (il Parlamento paga anche questo) .
Il NO” quando argomenta sui costi dice una cosa semplice: diminuire gli stipendi, altro cavallo di battaglia grillino ma dimenticato dato che neppure loro versano la loro quota di 5000 € di riduzione volontaria, in questa maniera si risparmierebbe molto di più.
Per concludere invito i lettori ad andare a votare come primo atto e di scegliere se si o no , in maniera argomentata e non di pancia con derive populiste e di antipolitica.

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