“NON ci sono colpevoli da cercare!”

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“NON ci sono colpevoli da cercare!”

Non è consigliabile scrivere quando si è pervasi da una forte emozione, da un dolore e forse anche da una forte gioia; non si ha la necessaria lucidità e si rischia di scrivere ovvietà o cose dettate dal temporaneo ottundimento delle facoltà intellettive, della ragione. Per questo motivo abbiamo aspettato un mese esatto per parlare di quanto è avvenuto il 19 Settembre appena passato.

Giorno infausto, che ci ha recato una duplice ferita al cuore. In quel giorno, a poche ore l’uno dall’altro, cessavano di vivere Leonardo di appena due anni, scordato dal padre in macchina e l’indimenticato Arcivescovo Metropolita Emerito di Catania Mons. Luigi Bommarito. Con l’anima lacerata dalla tragedia di Leonardo, dei genitori, dei nonni e dalla perdita di un Padre, di un amico, di un confessore; ci balenò subito in mente che questi due figli della Grazia, congiunti inopinatamente – per disegno ultraterreno – nel dies natalis, potevano costituire per tutti un monito, un ammaestramento sulla via che porta ad accogliere l’abbraccio della Misericordia di Dio.

Mons.Bommarito fu un grand’uomo, e aveva il cuore inondato dal messaggio amorevole di Cristo. Egli ha lasciato a chi lo ha conosciuto una serie innumerevoli di messaggi che hanno segnato profondamente, nel   meglio e nel bene, la loro vita.

Uno di questi, potente!, lo lanciò dal pulpito della cattedrale di Catania quando, quasi vent’anni fa, proprio a Catania, avvenne un fatto analogo a quello di Leonardo. In quel caso – il primo ch’ebbe eco nazionale dei tanti che poi si sarebbero verificati in appresso –  la stupidità umana corse veloce, come sempre, a distinguere, a sezionare i particolari del tragico evento, a condannare ora questo ora quello. Tuonò a quel funerale il Padre Arcivescovo: “NON ci sono colpevoli da cercare!” S’era fatto voce del Padre della Misericordia, di Colui che dona la Sua Pace.

La Giustizia degli uomini avrebbe fatto il suo corso, ma per la Santa Chiesa “non ci sono colpevoli da cercare”, c’è un assoluto non luogo a procedere. Ipso facto arriva il perdono di Dio perché se accoglie amorevole, con un canto d’Angeli, con sé la creatura piccina; allo stesso modo ha Amore infinito anche per quelli che la amarono. Ama chi, per lo sconfinato dolore, ha già avuta inflitta una pena che non finirà mai, che nessuno al mondo potrà lenire se non la Grazia che discende dallo Spirito Santo, dal Consolatore che mai aggiunge pena a pena, ma che starà a fianco dei dolenti ad ogni attimo della loro vita terrena.

Occorrerà che la comunità si raccolga di giorno, attorno a chi piange e geme, per lenire la ulteriore sofferenza della solitudine. La notte quando i cavalli della veglia impietosa ci conducono ad auto accusarci e a non darci, noi stessi, il perdono; bisogna che si poggi sul cuore di chi soffre, adagio e impercettibile come fa la neve quando si posa, il messaggio che la Misericordia di Dio è immensamente più grande di ogni peccato.

Un bacio Leonardo. Un abbraccio Luigi.

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