Vittorio Bertone “la Sicilia non è un malato terminale”

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Vittorio Bertone “la Sicilia non è un malato terminale”

 

A tre settimane dalla chiamata al voto Vittorio Bertone,esperto in compliancce aziendale ed ex avvocato, candidato nella lista Cento Passi per la Sicilia, 36 anni, già presente nella compagine Libera Sicilia alle passate elezioni regionali,da sempre uomo di sinistra,fondatore del circolo “Graziella Giuffrida“ protagonista di numerose iniziative tra le quali “i ragazzi delle scorte” organizzato in occasione del ventunesimo anniversario della strage di Capaci ma dedicato a tutti gli uomini e donne che con spirito di sacrificio fanno il servizio scorte, ha una visione chiara della grave situazione che vive la nostra isola. Ma il malato, per Bertone non è terminale, basta puntare gli obiettivi con la giusta consapevolezza.
Il Governo Crocetta ha lasciato l’isola in uno stato di emergenza come vede la cosa?
La Regione Sicilia vive perennemente in emergenza, lavoro, sanità, enti professionali, forestali, tanto per citarne alcune sono criticità e problematiche che si sono accumulati negl’annisenza che mai ci siano state risposte concrete da parte delle istituzioni preposte.Le soluzione esistono: una migliore gestione delle risorse finanziarie,una corretta applicazione dello Statuto,una politica d’investimenti in opere pubbliche funzionali all’interesse generale come ad esempio la messa in sicurezza del territorio.
A tale proposito le nostre scuole sono sicure?
Con la mancanza di soldi e questi vincoli di bilancio tutto si può dire tranne che le scuole sono sicure,spesso le classi sono al gelo, e difettano delle più elementari norme di sicurezza, nonostante la premura e la solerzia dei dirigenti scolastici nel denunciare tali criticità.
La sanità siciliana fa acqua da tutte le parti perché?
Il problema è la continuità assistenziale che deve partire dai medici di bas.Bisogna dare definitiva attuazione a quanto previsto dalla legge regionale n°5 del 2009, così facendo si snellirebbero tutte le procedure ospedaliere evitando l’ingolfamento delle corsie o dei Pronti Soccorso ormai al collasso, dove tra l’altro anche il fattore sicurezza è diventato uno dei problemi di massimo rilievo. Sempre sul tema sanità è necessario ampliare il livello dei controlli sulla spesa delle forniture e sulla qualità delle stesse.
Quindi abbiamo una Sicilia statica?
Io la definirei bloccata! a mio avviso la Regione dovrebbe sollecitare e rimuovere gli ostacoli di natura economica, in maniera tale da permettere alla aziende di accedere ai finanziamenti europei tramite sportelli che siano di ausilio costante durante tutte le fasi.  E’assurdo che start up siciliane debbano emigrare in altre regioni d’Italia, perché qui non esistono strutture adatte. A tal proposito, investire sui progettisti assumerebbe un significato di primaria importanza.

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