Veleni nel PD Siciliano

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Veleni nel PD Siciliano

Questa calda e strana campagna elettorale del 2022 continua a dare sempre nuovi colpi di scena, non solo carica di polemiche elettorali ma di veleni all’interno delle coalizioni e in seno ai partiti. Dopo la mancata candidatura di Raffaele Lombardo in un collegio del Senato, il teatrino capriccioso di Nello Musumeci che quasi in corner fa scegliere il candidato al centro destra per la Presidenza della Regione, elezione che si svolge in concomitanza con quelle nazionali. Ma se a destra non si ride a sinistra si piange, il M5S dietro ordini di Conte fa saltare la coalizione elettorale nata dopo le primarie per la scelta del candidato Presidente, senza un motivo estremamente grave.
Ma i colpi di scena non finiscono il PD Siciliano retto dal segretario Antony Barbagallo decide su non si capisce bene in base a quale legge o codice di non canditare Angelo Villari, di Bosco ,Giuseppe Lupo che ad onere del vero rinuncia alla canditura.
Vero che sul primo e il secondo, nostri concittadini, pendo un rinvio a giudizio per un reato amministrativo che li vede corresponsabili sul dissesto amministrativo del comune di Catania, dissesto che con le prime sindacature di Scapagnini oltre 20 anni fa , dove non è iniziato neppure il processo di primo grado.
Scelte a mio avviso molto su generis, non si può buttare fango su persone della sinistra storica della città come Villari e Bosco solo per un reato minore, amministrativo, dove ripeto non è iniziato ancora il dibattito nelle aule giudiziarie. Non c’è alcuna norma che gli vieta di candidarsi, non si può umiliare solo per inneggiare, una deriva giustizialista, che ha invece odore di resa di conti interna, anche perché da parte di Barbagallo si stanno usando due pesi e due misure ;Valentina Scialafa assessore nella giunta Bianco ai tempi dei fatti contestati è anche lei inquisita però è capolista alla Camera, evidentemente qualcosa non quadra. Inutile la difesa del PD catanese nei confronti di Villari e Bosco contro la Scialanfa. Ed ecco che arriva un’altra sorpresa la recente conferenza stampa di Villari e Bosco i quali dimettendosi da tutti gli incarichi di partito compresa la tessera passano e si candidano con Cateno De luca l’autsider ex Sindaco di Messina ex MPA , che con la sua lista civica non di destra ne di sinistra toglie il sonno a molti big siciliani.
De Luca nel commentare l’adesione degli esponenti siciliani dichiara”Nessun passaggio ma l’adesione ad un progetto comune, infatti entreranno nelle liste come indipendenti” Angelo Villari molto amareggiato per l’uscita dal PD ma soprattutto da un ombrello di sinistra che lo copre da quando aveva 15 anni rincarra”L’uscita molto sofferta è causata perché il PD è diventato troppo verticistico, diretto da un uomo solo , una posizione che è lontanissima dalla mia storia democratica e di dialogo con cui vedo il fare politica, le conseguenze sono tutte a carico del Segretario regionale (Barbagallo), il sostegno alla lista De Luca mi vedrà in una posizione assolutamente indipendente avendo agilità politica , il movimento di De Luca vuole rappresentare le istanze dei cittadini al’ARS sotto il cappello non di un partito ma di una lista civica svincolata dai lacci e lacciuoli.
Vincezo Bosco, ribadisce il pensiero e Villari ed aggiunge “all’interno della direzione regionale mancano le giuste competenze. L’esperienza con questo PD si è chiusa quindi voglio dare il mio contributo alla Sicilia con una visione che si specchia con quella di Cateno De Luca, non bisogna avere solo idee ma bisogna saperle realizzare, De luca è l’uomo giusto e con lui condivido un percorso comune”.
Per ora assieme a Villari e Bosco sono passati con De Luca anche Vincenzo Di Silvestro, Rosa Contino,Federica Giangreco, e Paola Marletta.
Dal Pd come risposta solo un silenzio assordante carico d’imbarazzo

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