The Wait, un film siciliano

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The Wait, un film siciliano

E’ in programmazione da alcuni giorni al cinema Multisala Paradiso a Catania il film “The Wait – L’Attesa” della regista Tiziana Bosco.Girato tra Savoca e New York, racconta di un personaggio che torna dopo tanti anni in Sicilia affrontando un percorso che lo condurrà a una riflessione sulla sua esistenza e ad essere motore di una serie di eventi inattesi con un finale emozionante.
Un uomo arriva in un paesino della Sicilia e prende una camera in affitto sapendo che qualcuno lo verrà a cercare per ucciderlo. La sua attesa è scandita dai ricordi, dai rimpianti, dalle azioni che hanno determinato il presente. Il suo passato nasconde un segreto, ma il viaggio che ha fatto per tornare in patria da New York ha cambiato il suo destino. E adesso, che con la memoria ritorna indietro nel tempo, è ora di fare una scelta definitiva. Tra padri che abbandonano i figli e figli che tradiscono i padri, forse c’è ancora spazio per il rimorso e il riscatto.
Regia di Tiziana Bosco; Soggetto: Tiziana Bosco e Rosario Lizzio; Sceneggiatura: Rosario Lizzio; Fotografia: Andrea Locatelli; Montaggio: Edoardo Morabito e Andrea Gagliardi; Scene: Giuseppe Busacca; Costumi: Deborah Privitera; Musiche: Angelo Badalamenti; Produzione: Fabio Teriaca per Babelefilm srl, con il sostegno della Regione Sicilia e del programma Sensi Contemporanei; Distribuzione: Explorer Entertainment. Cast: Luca Lionello, Rosaria Russo, Luca Barreca, Luigi Burruano, Lucia Sardo, Antonio Catania, Stephen Badalamenti, e l’amichevole partecipazione di Gianmarco Tognazzi.

Tiziana Bosco, originaria di Ragusa dove ha trascorso vent’anni, come si è trovata a guidare una troupe di 40 persone per il suo esordio nel lungometraggio?

«Bene, almeno dopo il primo momento di incertezza, anche perché tutti mi hanno aiutata molto, dal direttore della fotografia agli altri tecnici, agli attori che sono stati straordinari, e poi avevo ben chiaro in mente quello che volevo fare».

Un film noir, come dicono molti?

«Un film che raccontasse una storia fuori dagli schemi, che parlasse dell’abitudine tutta meridionale di aspettare che qualcuno cambi per noi il nostro destino, che affrontasse il problema del rapporto tra padri e figli, e del rimorso per una vita spesa mal».

Un cast di interpreti molto noti, dalla nostra Lucia Sardo al palermitano Luigi Burruano, passando per i non siciliani Luca Lionello e Gianmarco Tognazzi, come è stato il rapporto con gli attori?

«Con Rosaria Russo mi sono trovata subito molto bene, e con Lucia c’era complicità grazie ad una vecchia amicizia. Con Luca Lionello abbiamo costruito a poco a poco un rapporto molto profondo, lui era quasi sempre sul set essendo il protagonista, mentre con Gianmarco Tognazzi abbiamo avuto poco tempo a disposizione, ma la sua professionalità e precisione conquista subito, come con Antonio Catania. Luca Barreca non lo conoscevo ed è stato una bella sorpresa nel ruolo di Angelo. Infine Luigi Burruano, la sua partecipazione è stata un sostegno continuo, gli voglio molto bene”.
A parte gli attori?
“Non posso citare tutta la troupe, ma sicuramente il direttore della fotografia Andrea Locatelli, uno dei pochi non siciliani, e poi lo scenografo Giuseppe Busacca, anche lui ragusano, la costumista Deborah Privitera e Giovanna Di Pasquale, Alfredo Danese e tanti altri».

Non ha citato le musiche di Angelo Badalamenti, il compositore noto per i film di David Lynch.

«Angelo Badalamenti è un grande musicista, metà della bellezza di “Twin Peaks” era dovuta alla sua colonna sonora. MI sarebbe piaciuto girare con la musica già composta, ma non è stato possibile e così, quando abbiamo finito il film, abbiamo mandato un primo montaggio a New York e lui, dopo poco tempo, ci ha mandato le musiche, un tema principale, un tema d’amore per le scene con Lucia, e altre tra cui quella che introduce alla scena del casinò, dove il fratello di Angelo, Stefano Badalamenti, suona la tromba, è la mia preferita».

Ma nel film c’è anche un altro Badalamenti, che interpreta il ruolo di Johnny Vescovo…

«Steve è un amico, lo abbiamo conosciuto insieme allo zio Angelo tanti anni fa ad Agrigento e poi ci siamo visti diverse volte a New York, compresa la settimana di riprese. Gli sarebbe piaciuto venire a vedere l’anteprima qui con lo zio compositore e il padre, sarebbe stata una bella rimpatriata in Sicilia, ma credo che ci accontenteremo di andare noi a presentare il film a New York, spero al più presto».

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