Tecnologia Mood Media e digitale per le scuole di Catania.

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Tecnologia Mood Media e digitale per le scuole di Catania.

La normalità post pandemia, ha permesso di proseguire percorsi di tecnologia avanzata all’interno delle scuole; potremmo asserire di ogni ordine e grado che, grazie a professionisti del settore, pian piano hanno cambiando il Mood di fare scuola. Abbiamo chiesto a Rosanna La Malfa un confronto tra differenze nel mondo dell’istruzione e di fare business futuro, entrando a far parte della quotidianità scolastica. Erroneamente si pensa all’utilizzo dell’informatica solamente verso alcuni indirizzi scolastici: in realtà non è così, perchè già da qualche anno i Dirigenti per far fronte ai PEI(piano educativo indirizzato) per bambini o ragazzi con DSA oppure con disabilità hanno da tempo adottato “l’evoluzione” offerta dai mezzi informatici. Il risultato? Facilità di insegnamento, facilità nell’apprendimento. Leggiamo quindi le novità nei Mood giusti.

D: Rosanna, ci parli delle azioni inerenti il web applicato alla formazione.

R: Tante azioni e sempre più novità, Patrizia. L’ e-learning su piattaforme digitali riscuote sempre più successo negli Enti sia pubblici che privati e l’azione condivisa tra Enti e Aziende sta avendo sempre più appeal nel nostro paese. A causa di un mondo del lavoro ed in generale di una società sempre più flessibili e fluidi, cresce, infatti, l’esigenza necessaria di rispondere con tempestività ai fattori che cambiano e, di pari passo, l’esigenza urgente di aggiornare collaboratori e personale, spesso in real time. Pensiamo ad un’impresa con rete vendita operante tutto il territorio nazionale o ad un’azienda che lavora con l’estero e si trova nelle condizioni di dover formare le risorse umane. In questi e in molti altri casi, anche nei settori pubblici, l’e-learning ha il vantaggio di evitare incontri ”offline”, che implicano costi onerosi. L’elearning porta, invece, ad un risparmio economico e tempistiche assolutamente notevoli. Anche la scuola ha sempre più necessità di FAD (formazione a distanza), per performare e far cresce le proprie potenzialità, che conducono all’agognato ponte tra settore scolastico e mondo del lavoro, senza però tralasciare il compito di tutta la comunità educante alla formazione culturale, personale ed emotiva del mondo studentesco, che è patrimonio di conoscenza e di opportunità per tutti.

D: Come ha detto lei, occorre costruire un rapporto tra scuola e mondo del lavoro. Cosa si può fare,
secondo lei?

R: Ribadisco sempre che la formazione culturale di un individuo è imprescindibile e deve essere tutelata.
Conoscere la Divina Commedia è fonte inesauribile di creatività! Ma in virtù dei cambiamenti iper veloci, occorre anche trasmettere a chi studia competenze ed abilità, sia di tipo hard, cioè tecniche, sai di tipo soft che sono il cuore, a mio avviso, della nuova generazione che avanza. Posso dirti cosa faccio io nelle scuole, da esperta digitale. La formazione proposta è un tipo di education che, proprio perché attuata da un’azienda, ha un focus che pone l’attenzione sulla cultura d’impresa, peraltro digitale, facente parte delle STEM, che l’EUROPA con i fondi PNRR alimenta e predilige. Questo tipo di istruzione, che correda senza alcun dubbio quella svolta a livello curriculare dall’Istituto, fornisce competenze che gli studenti e le studentesse si ritroveranno domani: i principi di grafica, di informatica e di comunicazione, di customer satisfaction e di business, creando un’attività d’impresa, tenendo conto anche di aspetti soft imprescindibili come empatia, capacità di lavorare in squadra, leadership, umiltà, creatività.

D: Secondo lei, vi sono ancora reticenze da parte delle scuole di ogni ordine e grado su tali processi
e progetti?

In foto studenti dell’ITI Marconi di Catania.

R: Ogni Dirigente è una/un manager nella propria scuola e gli studenti sono i fruitori dei servizi offerti. E come fa un’impresa sana, a mio modesto parere, anche l’istituzione scolastica deve guardare ai bisogni ed alle necessità dell’utenza. Ha il dovere di scegliere i migliori percorsi per i propri studenti, che poi conducono a visioni sempre più grandi come inclusione culturale e attenzione verso il superamento del gender gap. Dai banchi di scuola, quando le loro menti e i loro cuori apprendono fortemente. La pandemia di COVID-19 ha reso drammaticamente pressante la necessità di una forza lavoro dotata di nuove competenze, in particolare di tipo sociale ed emotivo e perché non fornirle anche a scuola? Ci sono Dirigenti visionari e visionarie che vedono un futuro anche in questo senso. A loro il mio plauso. Vedere oltre non è per tutti, ma chi lo fa cambia il mondo.

D: I docenti si formano?

R: Durante la pandemia, i docenti sono stati catapultati in una modalità nuova di fare lezione. Hanno avuto pochissimo tempo per trasformarsi. E lo hanno fatto con coraggio e voglia di imparare, con una capacità meravigliosa e lodevole. Continuano sicuramente ad implementare la loro formazione e molti lo fanno anche online. La formazione online, infatti, è in grande espansione, ma sempre di più conta la qualità dei contenuti, la possibilità di adattarli a target differenti in tempi rapidi e con semplicità. I MOOC (Massive Open Online Courses) sono strumenti di didattica online accessibili a chiunque in maniera libera e gratuita e spaziano su tanti argomenti. Ci sono tante piattaforme che a titolo oneroso o gratuito erogano formazione. A tal proposito, esiste una piattaforma su cui ho studiato che è fruibile gratuitamente che si chiama eduopen. Dal 2018 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca finanzia un’iniziativa di formazione universitaria dedicata a chiunque voglia intraprendere o approfondire un percorso di studi. Ed è proprio EduOpen, piattaforma di corsi universitari online, il cui slogan esplicita la mission del progetto: «libera [la] conoscenza per tutti». Ha un catalogo vario e gratuito. Ha un’Accademy Open, cioè uno spazio rivolto ai docenti universitari che decidono di diventare protagonisti di un processo di innovazione didattica e culturale impegnando energie, condividendo saperi al di fuori delle mura universitarie, proponendo modalità alternative per coinvolgere il mondo studentesco nei percorsi formativi anche non convenzionali. Lo dico sempre: se da un lato il covid è stato deleterio e devastante, dall’altro ha dato il via ad innovazioni senza precedenti con una maggiore e forte attenzione sull’online.

D: È stato appurato che l’uso di web applicata alla didattica aiuta gli studenti in forma nuova
predisponendoli allo studio meno noioso e sempre statico. Lei è d’accordo?

R: Il metodo di studio non è universale e uguale per tutti, anzi, deve saper rispondere alle esigenze e alle caratteristiche di ciascun bambina/o – ragazza/o. Esistono diverse tecniche per ottimizzare il tempo e imparare in modo efficace e veloce i concetti chiave di ciascuna materia. Tutto sta a trovare quella più adatta a valorizzare le risorse personali di ciascuno studente. Per me, sì, il web, le app, sono uno strumento anche perché interattivo, che aiuta e fortifica l’apprendimento, così come lo fanno il gioco e la creatività.

D: Come si potrebbe arginare il problema della dispersione scolastica con l’utilizzo tecnologico
introdotto a pieno titolo nelle scuole?

R: In una parola sola PNRR. Il fenomeno della dispersione scolastica rappresenta uno degli aspetti più drammatici che investe la nostra comunità ed il territorio di riferimento. Secondo gli ultimi dati Eurostat disponibili, quelli del 2021, In Sicilia il 21,2% dei residenti tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola prima del tempo: quasi 10 punti più della media nazionale. Il PNRR e Scuola 4.0 Futura comprende fondi (Investimento 1.4) che hanno il milestone di fare contrasto alla dispersione scolastica. Molto spesso l’allontanamento del ragazzo dalla scuola dipende dal senso di frustrazione che lo avvolge provenendo da ambienti che lo fanno sentire inadeguato e quindi percepire l’ambiente come ostile o respingente. Occorre intervenire con decisione e creatività, restituendo alla Scuola il ruolo di primaria agenzia non solo culturale e formativa, ma soprattutto sociale e civile. Per farlo occorre costruire un’offerta extra curriculare che possa intercettare le aspettative dei giovani più a rischio, fornendo loro strumenti agili ed adeguati ad interpretare la complessa realtà che li circonda ma soprattutto capaci di convincerli che attraverso essi possono conquistarsi lo spazio che desiderano con tutta la dignità e soddisfazione che meritano. Abbiamo la mission di comunicare un nuovo sistema educativo, per garantire diritto allo studio, trasmettere competenze digitali e idonee capacità, orientarli secondo attitudini e desideri, per afferrare le sfide del futuro, colmando le disparità per la ricerca della felicità e dell’etica.

 

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