Pubbliservizi, l’Ugl lancia un grido d’allarme

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Pubbliservizi, l’Ugl lancia un grido d’allarme

CATANIA – “Nella vicenda Pubbliservizi ciò che ci sta particolarmente angosciando, non è la possibilità di salvataggio per un’azienda che ancora oggi siamo convinti si può salvare, ma la pesante inerzia con la quale, giorno dopo giorno, si sta affrontando questa crisi.” Lo dichiarano all’unisono il segretario generale territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, ed il segretario etneo della federazione Ugl igiene ambientale Santo Gangemi, alla luce di quanto sta accadendo nelle ultime settimane in relazione alla vertenza che vede protagonista la società partecipata della ex provincia regionale. “Non si può continuare a gestire una questione così delicata, viaggiando a vista e senza una decisa programmazione sul da farsi. Le basi per tirar fuori l’azienda da questo stato di cose potevano essere gettate già da diversi mesi, ed invece si è perso solo tempo dietro una inutile caccia alle streghe che non ha prodotto alcun beneficio, anche perché ad oggi nulla è cambiato se non addirittura peggiorato. La proroga di tre mesi del contratto di servizio, firmata dall’ex sindaco della Città metropolitana doveva servire a mantenere in vita la società, al fine di consentire l’avvio immediato di una programmazione utile a mettere in pratica la redazione di un nuovo contratto triennale sulla base del bilancio dell’ente provinciale. Solo in questo modo – continuano i due esponenti Ugl – si può garantire il completamento del piano di risanamento e l’attivazione di tutti gli strumenti normativi indispensabili e previsti dalla legge Madia. Non si comprende, oltretutto, come società che in passato hanno versato in condizioni peggiori rispetto alla Pubbliservizi (vedi Teatro Stabile, che presentava un bilancio pari a 3 milioni di euro ed un debito finanziario di circa 18 milioni di euro) sono riuscite ad evitare il default, mentre la stessa partecipata provinciale pur avendo un bilancio pari a 14 milioni di euro ed un debito stimato in oltre 8 milioni di euro, non riesce ancora a trovare una via d’uscita. Per questo motivo, non si intravede altra alternativa rispetto al percorso che da tempo auspichiamo, per giungere prima di tutto all’accesso ai fondi straordinari così come prevede la norma nazionale, a seguito della necessaria autorizzazione da richiedere al Consiglio dei ministri. Siamo convinti, che l’avvio di un simile percorso possa essere anche utile ad innescare a cascata una serie di iniziative come il possibile coinvolgimento dell’organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento, per regolare il rapporto con i numerosi creditori, nonché tutti gli espedienti essenziali per la riduzione dei costi andati nel tempo fuori controllo. E’ chiaro che quanto prospettato presenta un’importante dose di assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori chiamati in causa. In questo senso noi continuiamo ad essere disponibili al dialogo, purchè gli argomenti portati al tavolo della concertazione siano seri, chiari e decisi, ma soprattutto viaggino su piani legislativi e non su ipotesi campate per aria. Diciamo no ai colpi di testa, perché vogliamo continuare a ragionare per salvare Pubbliservizi – concludono Musumeci e Gangemi – ed in questo senso chi non se la sente di operare alla ricerca di un epilogo positivo crediamo debba lasciare per il bene del futuro della partecipata e dei suoi lavoratori”.

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