Presentazione del libro “La Tigre è tornata: Sandokan contro i pirati del capitalismo”

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Presentazione del libro “La Tigre è tornata: Sandokan contro i pirati del capitalismo”

I temi incandescenti suscitano dibattiti; e così nella pinacoteca “N. Sciavarrello” , nell’abito del Il Maggio dei Libri, la presentazione di un romanzo/denuncia che punta il dito contro i crimini ecologici, causa dell’inquinamento dei mari, ha suscitato una animata ma salutare e civica discussione pubblica.
Il libro che ha scaldato gli animi è “La Tigre è tornata: Sandokan contro i pirati del capitalismo”, scritto da Gaetano Cristaldi, recentemente scomparso.

L’opera è stata analizzata e contestualizzata da diversi relatori.

La giornalista Pina Consoli ha tracciato la biografia di Emilio Salgari, celeberrimo autore a cui si è ispirato Gaetano Cristaldi per il suo romanzo/denuncia contro lo sfruttamento capitalistico delle piattaforme, forma aggiornata di oppressione razziale, che sopravvive anche in questa fase di post colonialismo con conseguenti danni all’ambiente.

Al riguardo è significativo ricordare che i limiti cronologici di Salgari (1862 -1911) corrispondono esattamente all’età del Primo colonialismo italiano. Scrivendo dei pirati della Malesia, Salgari – visto con gli occhi di Cristaldi – indirettamente, denunciava le politiche predatrici iniziate dagli Inglesi in India e Malesia sin dalla metà del Settecento e proseguite poi in Africa da altri Paesi europei, non ultima l’Italia con la sua avventura coloniale finita male nel 1896 ad Adua.

L’avvocato Lina Arena, con la verve che contraddistingue ogni sua apparizione pubblica, ha inquadrato subito il nucleo centrale del libro, senza tralasciare di dire che Gaetano Cristaldi, da capitano di lungo corso qual era (mentre Salgari, che si dichiarava tale, era al massimo salito su un vaporetto), è stato testimone, subendolo, di una forma di capitalismo che sfrutta i mari inquinandoli pesantemente con sversamenti al largo delle petroliere. Il suo romanzo, scritto in modo semplice, veicola temi importanti che devono essere fatti propri anche dai più giovani, spesso vittime di un ecologismo di facciata.

Lavinia Testa, in qualità di recensore, ha considerato l’opera di Gaetano Cristaldi anticipatrice degli aspetti perversi del transumanesimo. L’autore infatti denuncia le condizioni di dominazione e sfruttamento ambientale causate da turisti che, senza coscienza e privi di valori umani (pietà, altruismo, solidarietà) non rispettano e non risparmiano i luoghi incontaminati del pianeta, pretendendo dappertutto aria condizionata e connessione Wi-Fi (per informare narcisisticamente in tempo reale i social). Le delocalizzazione delle vacanze, esattamente come quella delle industrie manifatturiere, finisce per perpetuare condizioni di subalternità dei paesi terzi ed inibisce i processi virtuosi di sviluppo.

La biologa Helga Reale, specialista in microbiologia e virologia, da parte sua ha affermato che i nemici del mare e della natura sono gli esponenti della società civile, coloro che costruiscono il proprio progresso nel disprezzo della natura. Il mare, linfa vitale del nostro pianeta è sempre più in pericolo. Cristaldi ci invita a riflettere sul danno che l’uomo sta compiendo all’ambiente, minacciando il più grande bacino di biodiversità del pianeta e mettendo in pericolo ogni singola forma di vita.

Contro tutto questo abbiamo la capacità di immaginare e attuare soluzioni alternative? La risposta, al riguardo, viene dalla tecnologia. Attualmente esistono diversi sistemi moderni utilizzati per ripulire i mari dall’inquinamento.

Alcuni dei principali metodi includono: gli skimmers (dispositivi che galleggiano sulla superficie dell’acqua e utilizzano aspiratori o sistemi di assorbimento per raccogliere l’inquinamento, come petrolio o plastica). Barriere galleggianti (progettate per trattenere i rifiuti come plastica e detriti, impedendo loro di diffondersi ulteriormente). Droni e robot subacquei (per monitorare e ripulire; sono dispositivi che possono rilevare l’inquinamento, mappare le aree critiche e persino raccogliere i rifiuti sommersi). Reti di raccolta (collocate lungo le coste, nei fiumi o in altre aree in cui l’inquinamento è particolarmente concentrato). Bioremediation (questo metodo utilizza organismi viventi, come batteri o alghe, per decomporre o assorbire gli inquinanti).

Esistono inoltre tecnologie di filtrazione avanzate, che utilizzano materiali e membrane speciali per rimuovere l’inquinamento dai mari. Tuttavia tutte questi sistemi innovativi nulla possono se mancano serie politiche governative, calate dall’alto per imporre standard da applicare sia in mare aperto che nelle imbarcazioni o nelle strutture costiere per trattare l’acqua inquinata.

Ovviamente per la pulizia dei mari l’aspetto fondamentale è la sensibilizzazione e la prevenzione dell’inquinamento. Campagne educative, leggi più rigorose sull’uso della plastica monouso e la promozione di pratiche sostenibili possono contribuire a ridurre l’inquinamento marino: la tutela dell’ambiente è una sfida complessa e richiede un approccio integrato che combini diversi metodi e sforzi da parte di individui, comunità, governi e organizzazioni internazionali.

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