Poco oltre l’ingresso dell’Ospizio dei Ciechi di Via Etnea, l’Inghilterra de “Le Allegre Comari di Windsor” di Giovanni Anfuso

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Poco oltre l’ingresso dell’Ospizio dei Ciechi di Via Etnea, l’Inghilterra de “Le Allegre Comari di Windsor” di Giovanni Anfuso

Nel PalaRegione (palazzo dell’ESA), il giornalista responsabile dei rapporti con la Stampa, Giuseppe Lazzaro Danzuso, ha organizzato giorno 5 luglio la conferenza stampa di presentazione de Le allegre comari di Windsor,  prodotto da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily che debutterà il 9 luglio nel chiostro neogotico dell’Istituto per ciechi di Catania, debutto preceduto giorno 8 dalla serata riservata alle Autorità e alla Stampa.

Ennesima operazione culturale, turistico-economica promossa dall’unione di idee brillanti, disponibilità dei privati, partecipazione pubblica per mettere in luce la nostra bella città, per ricordare che il Teatro non è defunto e non dobbiamo farne a maggior ragione, in quest’aria di rinascita, l’ennesima vittima del Covid.

    

Sono stati gli assessori regionali dello Spettacolo Manlio Messina e delle Politiche sociali Antonio Scavone a fare gli onori di casa. La piece, patrocinata dal Comune di Catania, rappresentata dal sindaco Salvo Pogliese e dall’assessore alla Cultura Barbara Mirabella, si deve a Buongiorno Sicilia e Vision Sicily, che negli ultimi tre anni hanno messo in scena, in alcuni dei luoghi turisticamente più interessanti della Sicilia, ben 230 repliche, facendo segnare sempre “il tutto esaurito”, di spettacoli a un tempo culturali e popolari. Dopo Inferno, Odissea e Agata la Santa fanciulla, la proposta è quella di uno Shakespeare “sicilianissimo” tra favola e cartoon. Ma il lavoro, come si scoprirà, ha anche un grande valore sociale legato da una parte all’integrazione di non vedenti e ipovedenti e dall’altra alla loro possibilità di fruire al meglio di una rappresentazione teatrale, come hanno spiegato il presidente regionale dell’Uici, Gaetano Renzo Minincleri e il commissario dell’Ardizzone Gioeni, Giampiero Panvini. Sul rilancio delle attività commerciali nella Sicilia in zona bianca attraverso il volano degli spettacoli teatrali si è espresso il presidente della Camera di Commercio della Sicilia orientale, Pietro Agen.

Produzione che continua a riporre fiducia negli sforzi registici ed organizzativi e nelle capacità “oniriche” di Giovanni Anfuso: ha dimostrato con soggetti impegnativi come L’Odissea, L’Inferno, Agata la Santa Fanciulla e adesso con Le Allegri Comari di Windsor, di essere perfettamente in grado di scomodare Omero, Dante, la religione e Shakespeare adattando in forma di favola ogni soggetto gli venga affidato con irreprensibile coscienza.

<<Gli ultimi sedici mesi sono stati complicati, duri da elaborare e da passare: siamo rimasti tutti molto soli e nel nostro mestiere ciò si coniuga con la precarietà, l’incertezza del domani grava maggiormente. Il nostro, quello della gente del mondo dello spettacolo, è un lavoro che tale non si potrebbe definire solo se ne venissero riconosciuti l’impegno e il sacrificio; non bisogna dimenticare che è fatto di lunghe ore di prove, di preparazione organizzativa, di pratiche amministrative e burocratiche da espletare. E oggi, dopo tanto tempo, l’ emozione da “prima volta”, la gioia di ricominciare, la percezione di tutte quelle vibrazioni dell’anima che solo lo spettacolo dal vivo può dare, ci procurano inspiegabili e contraddittorie sensazioni.>>

<<Operazioni come quelle di Buongiorno Italia e Vision Sicily mettono in moto una macchina elaboratissima, ma fanno di più: attivano un meccanismo culturale che coinvolge luoghi promuovendone una rinascita, come nel caso dell’Ospizio dei ciechi” che sappiamo essere stato voluto per scopi di tutela e di umanità da persone che un tempo erano davvero patrocinatori di iniziative “globali”. Ho proposto una commedia brillante e spensierata proprio per sorvolare su quanto accaduto e cercare di portare gli spettatori all’interno di un luogo che potrebbe essere “altrove”, in una dimensione di spirito colto ed elaborato ma libero da malinconie e timori. Come hanno precisato rispettivamente Minincleri e Panvini, a partire dal 22 luglio, ciechi e ipovedenti potranno godere appieno la commedia di Shakespeare grazie alla Onlus CulturAbile, leader in Italia nel settore dell’accessibilità. Un’iniziativa finanziata dalla Stamperia regionale Braille in collaborazione con l’Uici regionale”. I produttori hanno allo studio, grazie alla collaborazione della Camera di Commercio del Sud Est, un’iniziativa che consentirà di abbassare il costo dei biglietti in alcuni giorni della settimana.>>

<<Gli attori della commedia sono diciannove e di età variabile e sono stati scelti meticolosamente affinché potessero davvero incarnare le personalità descritte dal poeta inglese; parte della squadra costituisce lo zoccolo duro dei lavori precedenti. Gli interpreti dello spettacolo dunque sono, in ordine strettamente alfabetico: Angelo D’Agosta, Valentina Ferrante, Barbara Gallo, Plinio Milazzo, Luigi Nicotra, Salvo Piro, Liliana Randi, Davide Sbrogiò e poi Pietro Casano, Gabriele D’Astoli, Corrado Drago, Luciano Fioretto, Giulia Messina, Davide Pandolfo, Francesco Rizzo, Fabrizio Scuderi, Mattia Valenti. Costumi ed elementi scenici sono di Riccardo Cappello, le musiche firmate da Paolo Daniele e le coreografie da Fia Distefano. La preziosa aiuto regista è Agnese Failla. A loro e a tutta la squadra dei tecnici e delle maestranze coinvolte va tutta la mia gratitudine per aver sopportato lunghissime ore di prove durante giornate di caldo torrido.>>

  

Spiare le prove dal monumentale Chiostro dell’Ospizio dei ciechi, dove il tempo sembra immobile e incontrare attori che recitano Shakespeare non sembra anacronistico, mi ha permesso di “rubare” un loro pensiero fra una chiamata in scena ed un’altra. La prima a venirmi incontro è la sorridente Liliana Randi: <<Lavorare in questi giorni qui al chiostro è come una fantastica cura dimagrante perché si suda tantissimo! Ci sentiamo davvero in un’atmosfera del ‘600 inglese per l’ambiente, la musica, il ballo rinascimentale dell’inizio dello spettacolo. E’ una burla ed una grande favola per far ridere ,far divertire come era nell’intenzione dello stesso scrittore. Io sono felice di essere nuvamente in questa bella squadra nella quale mi sento assai a mio agio. Il mio ruolo è quello della Comare Page che insieme all’altra comare ordisce la beffa ai danni di Falstaff che fa “il provolone” prendendo in giro anche mio marito ed i mariti in generale.>>

Plinio Milazzo è mastro Page, <<Sono il marito in scena di Liliana Randi e il padre che si oppone al matrimonio d’amore che la figlia vuole fare per favorirne uno d’interesse. Il mio è un personaggio forse un po’ calcolatore, ma tranquillo che capita in questa contea alla “Amici Miei ante litteram” e si fa coinvolgere da questo turbinio di intrighi e scherzi. E che per la prima volta recita un cinquantenne, la mia età vera, insomma!>>  Lo guardo stupita e rilancio che è difficile crederlo…<<Si si, ci sono è che non li porto sempre tutti con me, a volte qualcuno lo lascio a casa>>

Sulla panchina ci raggiunge Barbara Gallo, ma ci dobbiamo spostare perché la nostra conversazione viene annullata dal volume della musica: << Il mio personaggio è Quickly che tesse un po’ le fila degli scherzi tremendi che queste donne fanno a Falstaff che si crede irresistibile, mandando lettere che metteranno un po’ di scompiglio e confusione. Quindi mi diverto parecchio. In più, c’è una novità per me: a differenza delle mie forme, quelle di Quickly sono di una donna in carne e ciò mi porta ad esprimermi in modo inedito. Insomma mi diverto tantissimo, perché è un carattere che io cerco di rendere con precisione secondo i suggerimenti del regista.>>

Valentina Ferrante, in scarpe da ballo (non anticipiamo quale) riesce a sfuggire al suo momento di prove: <<Sto vivendo una nuova giovinezza, perché in due anni ho creduto di essere invecchiata inesorabilmente: rientrando a teatro, per magia, sempre mi rendo conto che vengo assalita da una grande voglia di fare. Interpreto Comare Ford, personaggio sexy, lontano dalla mia personalità (io sono un po’ maschiaccio!), ma mi intrigava poter diventare una donna seducente, dovendo sfidare anche i tacchi. Come persona e come attrice, ho un approccio da plastilina, non arrivo mai prevenuta, animata da preconcetti e cerco di trasformarmi facendo anche un personaggio meno comodo, perché si lavora di più e si sperimenta ciò che non ci somiglia. Siamo una squadra “allegra”…a parte il caldo.>>

Salvo Piro mi viene incontro con una bombetta sul capo e non posso che provare ammirazione per il coraggio manifestato nel portare con disinvoltura, come fossimo a dicembre, un copricapo così “caldo”..<<Io sono mastro Ford, gelosissimo marito di Comare Ford, il quale, venendo a sapere di certe manovre, si traveste, diventando Brooke per cercare di carpire informazioni a Falstaff. Un personaggio che ha una bella evoluzione all’interno della commedia perché è un doppio, che mi da la possibilità di giocare fra un investigatore privato all’inglese ed un buffo Pantalone. Ricominciare col pensiero di vedere il pubblico d’estate è per me davvero un bel risveglio e una grande conquista.>>

Angelo D’Agosta che pur avendo sofferto come gli altri il fermo imposto, si considera fortunato, soprattutto di interpretare Shakespeare: <<Giovanni Anfuso ha voluto introdurre la figura del Baglio inglese come personaggio che entra dentro la storia della compagnia della Regina, la “Shakespeare Company”. Farò un altro personaggio, in quanto accade che improvvisamente si presenta un problema che da buon capo comico Shakespeare è chiamato a risolvere: manca l’attore che deve fare il dottor Evans, così mi trovo catapultato in un ruolo diverso a rivestire il carattere di un personaggio dal piglio divertente>>

Davide Sbrogiò, infine, anche lui coraggiosamente “palandrato” <<Shakespeare è un genio, capace di scrivere non una farsa, bensì una commedia di esemplare spessore. Io sono Falstaff: mi confronto con questo personaggio che riassume la sua vita con uno slogan che potrebbe essere “bere, mangiare, donne”, condurre una vita scorretta convinto di farla franca; ma la vicenda si evolverà contro tutte queste sue tenaci convinzioni perché le protagoniste dimostreranno di saperne una più del diavolo e di stare un passo avanti a lui, rendendolo ridicolo e togliendo il velo al personaggio che pecca tanto di tracotanza. Queste tre donne straordinarie lo sbeffeggeranno e lui dovrà soccombere ammettendo di essere stato talmente ingenuo e stupido da cadere in questo grande tranello. Io sono in fase comunque di sperimentazione, perché il mio costume caratterizzerà il mio personaggio che mi proietterà nell’indirizzo che mi suggerirà. Giovanni Anfuso si è fidato di me, lo ha visto appiccicato a me accettando anche che io tirassi fuori stravaganza e simpatia>>

Giovanni Anfuso è risaputo presti una grande attenzione ai dettagli, ai movimenti delle luci, alle sottolineature della musica e ai costumi che, come affermato da Davide Sbrogiò, devono influenzare l’attore che cercherà dentro di se anche un modo nuovo di esprimere ciò che ha fatto durante le prove in abiti civili. <<I costumi de “Le Allegre Comari di Winsdor”,- ci spiega Riccardo Cappello, ideatore e creatore di abiti e scenografia – non sono stati cuciti secondo le linee dell’epoca, il ‘600, sebbene in qualche modo, ce lo ricordano. Sono abiti colorati, ampi, stretti e sagomati: esprimono attraverso la scelta dei colori i connotati salienti dei personaggi. Ad esempio, abbiamo scelto il rosso per la coppia formata da Comare Ford e suo marito perché (durante la commedia apparirà chiaro) sono un po’ “rosiconi”, invidiosetti dell’altrui benessere. Mentre il giallo per Comare Page e consorte, in quanto prevale la gelosia. E le coppie indosseranno abiti analoghi che ne evidenzieranno la parentela.>>

La compagnia è anche ricca di volti giovanissimi, impegnati sulla scena in maniera dinamica e funzionale: è un vero piacere vederli all’opera, composti ed animati da tanta buona volontà.

Nell’abbracciare il quadro d’insieme, allontanandomi da quel luogo magico, non posso far a meno di costatarne la bellezza e lo stile che l’architetto Filadelfo Fichera e di suo figlio Francesco dopo, progettarono e realizzarono secondo l’indirizzo dell’epoca, lo stile “neo-gotico” : “pilastri a fascio, volte a crociera ad arco acuto, nervature a sostegno della vela, archi rampanti innestati su contrafforti e campate prevalentemente rettangolari”. Un tempo sublimato, un’atmosfera controllata, forse a voler rispettare ospiti con abilità diverse; un chiostro grande, importante, scelto per destinare “altrove” la realizzazione di un teatro di qualità a cui finalmente è stata rimossa una imbrigliatura che lo ha voluto muto, assente e colpevole di contagio.

Fra poche ore, la prima per la Stampa e le Autorità; dal 9 al 25 luglio alle ore 21,00, dieci spettacoli secondo il calendario previsto.

Fa sorridere che la finale degli Europei vedrà la sfida fra Italia ed Inghilterra…

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