Personaggi psicopatici sulla scena

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Personaggi psicopatici sulla scena

Capita raramente di vedere uno spettacolo che non sia un polpettone drammatico ben confezionato o cosa ben più comune una farsa siciliana per l’estate paesana pedemontana. In una villa segreta come se fosse un rave adolescenziale si sono incontrati un schiatta di attori tutti matti chiamati Attori a delinquere. La “capa” chiamata così perché il gruppo in qualche modo ricorda la Banda Bassotti, Susanna Basile psicosessuologa ha scritto insieme ai compagni Carlo Martinens, psicologo nella vita e sulla scena, Luisa Pastore, Anna Raineri, Diego Magnano, Rita Cocuzza e Paolo Zerbo lo spettacolo Personaggi psicopatici sulla scena, titolo tratto da un breve saggio di Freud del 1905.

Come le è venuto in mente di scrivere questo spettacolo?

Questa performance nasce come spin-off di due gialli psicologici che ho scritto per la casa editrice Carthago “Omicidio alla Spadasanta” e “Delitto alla Grotoswki”. Invece di fare le solite presentazioni con intellettuale o giornalista di turno mi venne in mente di mettere in scena i gialli,  e con i miei amici e colleghi abbiamo formato questo gruppo…

Gli Attori a delinquere appunto, perché vi chiamate così?

Perché a differenza degli attori che hanno studiato in scuole professionali o attori amatoriali, i cosiddetti dilettanti, noi siamo attori «reali».

Ovvero?

Noi non recitiamo altri personaggi che all’infuori di noi stessi; quello che mettiamo in scena è solo una parte delle nostre nevrosi o psicosi, siamo lo specchio dello spettatore che si riconosce suo malgrado nei personaggi e che vede in noi una sorta di “purificazione” dagli affanni quotidiani. I greci la chiamavano catarsi. Noi la chiamiamo terapia teatrale di gruppo.

Tra l’altro i personaggi psicopatici stanno in mezzo al pubblico, come mai questa scelta?

È una scelta obbligata per chi come noi vuole abbattere la “quarta parete” quella tra il palcoscenico e il pubblico. Non è una cosa nuova già negli anni 30 Artaud  negli anni 60 il Living Theatre, e poi Stanislasvkij, Grotoswki e tutta l’avanguardia faceva queste sperimentazioni…

Ma mi è sembrato che voi rifuggiste da questa collocazione o mi sbaglio?

Assolutamente sì!!! Noi rifuggiamo da qualsiasi etichetta perché così evitiamo il confronto con qualsiasi genere: abbiamo inventato un genere nuovo una sorta di teatro terapeutico dove lo spettatore perbene attento si riconosce si diverte e sublima.

Allora è uno “spettacolo da ridere”, insomma è una commedia?

Guardi siamo ancora legati agli stereotipi che il divertirsi sia solo il comico: in realtà la vita è tragicomica e attraverso lo sghignazzo entra un messaggio che può piacere o non piacere ma comunque entra dentro di noi e ci comunica qualcosa. Lo dice pure il meraviglioso Dario Fo’ di cui io sono una irriducibile allieva e di conseguenza anche i fantastici Attori a delinquere.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Intanto di ingrandirci “assumendo in terapia” sempre di più attori matti e a delinquere che vogliono liberarsi dalle proprie ossessioni e manie. E poi portare questo spettacolo nei luoghi diversi più strani e invitare gli spettatori a mettere in scena la propria nevrosi o la propria psicosi: a proposito ma lei lo sa che differenza c’è tra nevrosi e psicosi?

Inutile dire che per sapere la differenza tra nevrosi e psicosi bisogna andare a vederli e il prossimo appuntamento sarà il 16 settembre alle ore 19.00 al risto/vegan di Chiara e Santina, in via Caronda n.147 a Catania.

 

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