“Parliamo di Donne”: Tiziana Sparacino, dal camice all’obiettivo…sorridendo…

Home Cultura “Parliamo di Donne”: Tiziana Sparacino, dal camice all’obiettivo…sorridendo…
“Parliamo di Donne”: Tiziana Sparacino, dal camice all’obiettivo…sorridendo…

Oggi mi piace parlare di questa donna…
Bionda, occhi azzurri che ridono ancor prima del sorriso che è sempre aperto verso tutti. E’ una donna, una mamma, un chirurgo che lavora nelle sale operatorie in situazioni complicate e di emergenza. Moglie di un medico anestesista, sa cosa significano lo stress ed i dispiaceri sul lavoro. Ma a casa ogni giorno cerca di portare la leggerezza indispensabile per prendere la vita dal verso giusto, nel cui margine sentirsi un po’ più libera di spaziare, di affermare le proprie scelte e di ‘curiosare’ assumendo sempre la misura del rispetto che deve agli altri, che si trovino sotto i ferri o al di là dell’obiettivo di una macchina fotografica.
Oggi mi piace parlare di questa donna, ‘famosa’ nel suo ambito quotidiano, che dismesso il camice indossa una delle sue macchine fotografiche e si guarda intorno, alla ricerca di uno sguardo, un colore, un’ombra che nel mondo per lei abbiano un posto ed un senso.

– Tiziana Sparacino, se dovesse compilare un curriculum “sui generis”, come parlerebbe di sè?
“Se dovessi compilare un curriculum su di me misto sia dal punto di vista professionale che a livello hobbistico sulla fotografia e architettura, direi solamente che sono una “Gran Curiosa”: curiosa perche’ mi piace guardar dentro, sia come chirurgo che a livello interiore. Il mestiere di chirurgo, o meglio la vocazione che svolgo quotidianamente, mi permette di guardar dentro le persone dal punto di vista anatomico, anche se non sottovaluto l’empatia che deve crearsi per aumentare la fiducia di chi si rivolge a me, professionalmente parlando. In campo fotografico, mi piace comporre l’immagine pensando a un quadro di Dalì, Magritte, o ai piu’ moderni fotografi surrealisti. Mi piace viaggiare, mi piace tutto ciò che è bello nel mondo, confrontarmi con modi di vivere, gusti, costumi nei paesi che visito. Prima di partire, mi preparo sulle usanze del paese che vado a visitare per non risultare sgarbata nei modi, irriguardosa delle regole ed invadente rispetto all’altrui modo di pensare; ho anche indossato il burca sul capo nei paesi islamici.”

– Un chirurgo con la passione della fotografia: quando e perché questa passione?
“Infatti entrambe le professioni o meglio dire passioni (chirurgia e fotografia) mi permettono di vedere ogni forma presente nella vita, dalla bella alla brutta. Ma cosa sarebbe l’arte senza il bene e il male, senza bello e brutto, senza cioe’ le due facce della medaglia che sono in tutti noi? Credo sia bello pensare che il bene trionfi sempre sul male e che la speranza che vorrei invocare e trasmettere ai miei pazienti abbia del miracoloso anche quando non c’e’ via d’uscita. Cosi’ nella fotografia cerco di far vedere ciò che è bello negli eventi della vita, anche quando di bello non c’e’ nulla, come quei numerosi bambini visti dappertutto nel mondo che giocano scavando nella spazzatura per portare resti di cibo a casa. Anche quando è difficile, pensare positivo aiuta a star bene e se ognuno di noi lo facesse, staremmo tutti un po’ meglio.”

– Ha mai preso parte a concorsi in questo settore?
“Negli ultimi anni per diletto ho partecipato a numerosi concorsi, mostre e pubblicazioni di riviste, anche a livello internazionale grazie a casa editrice ‘Pagine e Parole’ di Roma, grazie all’Acaf di Catania, ricevendo qualche prestigioso premio. Piuttosto, cerco di approfondire e tempo permettendo, cerco di seguire qualche corso: ultimamente ho sperimentato, dopo un master con Joe Oppedisano (famoso fotografo italo-americano), la fotografia surreale che mi intriga molto in quanto lascia molto spazio all’immaginazione e alla espressività artistica.”

– Cosa le piace fotografare? Ci sono soggetti che predilige rispetto ad altri?
“In fotografia prediligo i soggetti e in particolare lo sguardo. Dallo sguardo si capisce tutto di una persona.Tra fotografato e fotografo deve crearsi quell’empatia senza la quale una foto non sa di nulla. Se questo avviene, allora scatta la magia e improvvisamente, la persona diviene parte di te. Recentemente mi è successa una cosa strana che mi ha fatto riflettere: fotografando le maschere del Carnevale di Venezia, mi sono accorta di aver particolarmente inseguito degli occhi che in due momenti diversi, in due luoghi diversi, con due maschere diverse, ho scoperto appartenere alla stessa persona. Solo in fase di revisione dei file, mi sono accorta che avevo a ché fare con la stessa persona che avevo inseguito per uno strano motivo, forse solo quello di non fermarsi all’apparenza della maschera più o meno affascinante, ma di quello che ci sta sotto, ovvero l’anima che in quello sguardo sconosciuto, tra centinaia di migliaia di persone, ero riuscita ad identificare.”

– Cos’ è l’ACAF?
“A Catania è una certezza nell’ambito delle Associazioni fotografiche, la piu’ prestigiosa nella mia opinione e senza nulla togliere alle altre; in ogni caso, una delle piu’ antiche. Quest’anno conta trentatré anni dalla fondazione. Sono grata al Presidente Salvo Canuti al Past-President Cosimo Di Guardo verso i quali nutro profonda stima per avermi accolto e a tutti i soci fondatori, tra i quali il prestigiosissimo critico fotografico Pippo Pappalardo, e a tutti i soci che ogni martedi’ sera deliziano le serate. L’ACAF svolge numerosissime attivita’ con periodiche mostre sul territorio, concorsi (quest’anno ad aprile ci sara’ il VII International photo contest concorso Internazionale dal Titolo: The Human Rights” con la partecipazione di fotografi da tutto il mondo), pubblicazioni e riviste, oltre a numerosi contest a tema. Sono orgogliosa di farne parte e di avere la possibilita’ di crescere con fotografi estremamente competenti.”

– Ci parlerebbe, dunque, della mostra organizzata presso il Borghetto di Piazza Europa in occasione dell’ 8 Marzo?
“L’ACAF organizza una mostra al borghetto in onore delle festa sulla donna dal tema “LUI”. Le socie ACAF vogliono esprimere il proprio pensiero sul LUI in modo divertente e allo stesso tempo non banale. Oggi si sente tanto parlare di femminicidio, ma ci piace ancora pensare che esiste l’uomo chioccia, tenero, viaggiatore, lavoratore, spiritoso, filosofo, cuoco, amorevole e curioso. Un’opportunita’ per vivere qualche momento insieme agli amanti della fotografia e condividere insieme arte e pensiero. Un particolare ringraziamento va a Giovanna Pappalardo promotrice e organizzatrice della mostra, che con dedizione e professionalità ha creato un bel gruppo. Veniteci a vedere, è una mostra speciale.”

Condividilo:

Lascia un commento