Parliamo di Donne: Antonella Guglielmino, occhi e voce del MUST

Home Rubriche L'intervista Parliamo di Donne: Antonella Guglielmino, occhi e voce del MUST
Parliamo di Donne: Antonella Guglielmino, occhi e voce del MUST

Antonella Guglielmino, occhi verdissimi che ti accolgono all’ingresso del Teatro Angelo Musco, si posano su ciascuno, osservano ogni cosa. Tutti la conoscono e lei tutti riconosce, accogliendo ogni singolo spettatore, a prescindere dal ruolo o il grado di fama, facendolo sentire comodamente passato dal conforto del salotto di casa al privilegio della poltrona in platea. E’ l’Addetto Stampa, ovvero si occupa di perfezionare tutte quelle occorrenze indispensabili per veicolare sui giornali ed i social gli eventi teatrali e perfezionarne la promozione; organizzare le interviste ed introdurre i giornalisti impazienti nei camerini degli attori. Lavoro che presuppone innanzitutto una notevole cultura; che non può essere improvvisato e nemmeno affrontato senza tenere conto che un addetto alle comunicazioni comincia ad esserlo quando si indice la conferenza per presentare il nuovo cartellone e smette quando lo stesso teatro decide di chiudere per ferie. Antonella Guglielmino col suo garbo, l’impeccabile look, e la capacità di non farsi sopraffare dall’ansia, una volta ottemperati gli adempimenti diciamo da carta stampata, armata di pazienza certosina comincia a regolare il traffico degli spettatori che si distinguono fra abbonati ed avventori, ogni tanto carenti di buone maniere e portatori sani di richieste stravaganti. Il suo è uno di quei lavori fluttuanti nelle atmosfere compatte del mondo dello spettacolo, che permettono, si, di conoscere delle celebrità ma obbligano ad un impegno ed una costanza affatto semplici.

Vuole raccontarci chi è e e cosa fa l’addetto stampa di una rassegna teatrale? E quanto le piace svolgere questo incarico?

<<Il mondo della cultura fa parte del mio dna, perché ho una mamma che da sempre scrive poesie, racconti, fiabe e sin da piccola mi ha abituato a frequentare il teatro portandomi a rappresentazioni teatrali, al cinema e al Bellini. Quindi, quando mi chiamarono Valeria Contadino e Giuseppe Dipasquale, perché mi volevano nella grande famiglia del Must per curare l’ufficio stampa, mi sono sentita lusingata e investita da una grande responsabilità. Chi cura un ufficio stampa ha la possibilità di interfacciarsi con colleghi di diverse testate giornalistiche, che hanno differenti modi di essere e non sempre è facile. Ma penso che la passione nel proprio lavoro traspare sempre e si riesce a trovare la chiave migliore per far affiorare i lati positivi. Buona cultura, buon carattere e versatilità sono le caratteristiche necessarie per svolgere al meglio questo ruolo. Si ha la possibilità di incontrare grandi attori e attrici che calcano le scene dei grandi teatri e anche del piccolo schermo, che ti trasferiscono delle emozioni forti quando si esprimono su quelle tavole di legno che formano il palcoscenico, riempiendomi l’anima non solo di emozioni e nutrendomi sempre di più del bello>>.

– Un episodio piacevole ed uno che non lo è stato affatto…?

<<Molti sono stati gli episodi piacevoli e, fortunatamente pochissimi quelli spiacevoli. L’educazione è alla base di tutto, molte volte ahimè il pubblico non lo è. E’ molto spiacevole vedere alcuni spettatori che durante le rappresentazioni giocano con il cellulare, o chattano. Mi chiedo perché vengono a teatro… meglio restare sul divano di casa>>.

– Qual è il vero ruolo della donna nella moderna società? E quello dell’uomo è cambiato?
<<La donna è stata da sempre il motore di tutto perché femmina, madre, moglie, professionista. Oggi rispetto al passato, grazie a Dio, almeno nella nostra cultura, può esprimere tutte le sue potenzialità sia all’interno delle mura domestiche che nella professione. Non mi piace chi vuole snaturarsi, non bisogna dimenticare la propria femminilità. Io sono cresciuta con due figure fondamentali: le mie nonne. Una, la nonna Ines era di dolcezza infinita, sempre elegante ma con un gran pugno di ferro rivestito da un guanto di velluto, mi amava profondamente, ma con lei si rigava dritto. E poi, c’era la nonna Nina, una gran lavoratrice, tenace e piena d’amore. Sicuramente noi donne non abbiamo una vita facile, soprattutto nel mondo del lavoro, perché comunque accusiamo un retaggio maschilista che in alcuni casi persiste, ma l’importante è avere la schiena dritta e andare avanti come dei treni super veloci. Noi donne, mamme di figli maschi, siamo moralmente obbligate a crescere questi uomini di domani con responsabilità, infondendo loro il rispetto per l’altro sesso se non vogliamo farne solo dei “maschi”. A mio avviso, la vera rivoluzione culturale è quella di educare il bambino a diventare l’Uomo di domani, psicologicamente sano, che considera la donna sua compagna di cammino, di giochi, di vita. Il ruolo dell’uomo è cambiato, anche se ci sono delle resistenza date dall’educazione ricevuta.>>

 Secondo Antonella Guglielmino, mamma, moglie, professionista, oggi la donna è più simile ad un’equilibrista?

<<Oggi noi donne lavoratrici siamo delle perfette equilibriste, lavoriamo dentro e fuori casa, corriamo incontro alle esigenze di mariti e figli e solo alcune volte riusciamo a ritagliarci dei rari momenti di pausa che possono essere anche solo un caffè con un amica o la lettura di un libro. Sicuramente, rispetto al passato facciamo una vita molto più stressante, ma sta a noi tirare il freno a mano per godere di più delle cose belle del mondo, anche perché la vita è come un battito d’ali di farfalla e fugace>>.

Com’era lei da ragazza? Aveva dei sogni che si sono avverati? E quali sono i suoi progetti?

<<Quando ero ragazza, mi immergevo nei miei sogni, ma di nascosto. Ho avuto sempre questa natura un po’ felina di non far trasparire del tutto i miei pensieri, le mie emozioni, i miei sentimenti con immensa gioia di mia mamma…. – naturalmente sono ironica -, che chiedeva alle mie amiche quali fossero i miei problemi. Ancora ho questa difficoltà, ma mi affido alla carta e penna, oggi al foglio word e tastiera per esprimere al meglio quello che sento. Avevo sicuramente le idee chiare perché volevo svolgere una professione che mi facesse incontrare e confrontare con persone diverse, sia per cultura che nazionalità, modo di essere. Infatti, mi sono iscritta e laureata in Scienze politiche, ad indirizzo politico-internazionale. Sono stata sempre curiosa e il mio lavoro mi permette di scoprire una parte del  mondo degli altri; questo mi piace molto. Progetti nel cassetto tanti, ma per adesso, li tengo ben nascosti… vedremo>>.

– Il suo rapporto con la lettura?

<<Amo molto leggere, una delle mie autrici preferite è Isabelle Allende, adoro La casa degli spiriti e Inès dell’anima mia…Mi immergo nelle pagine dei libri vivendo in prima persona quelle storie, divenendo protagonista o nascondendomi tra esse. La lettura ti porta a fare dei viaggi meravigliosi>>.

Mi piace concludere con un’aforisma dedicato alle donne di Denis Diderot: “Quando si scrive delle donne bisogna intingerela penna nell’arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle…”

Condividilo:

Lascia un commento