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Non posso vivere senza di te

“Non posso vivere senza di te”. Quanto è bello sentirselo dire!

Ed è altrettanto bello avere la consapevolezza di amare così tanto una persona da rendersi conto che la nostra esistenza perderebbe improvvisamente significato senza la sua presenza. Due vite in una o una vita in due, se più vi piace.

La forza dell’amore! … ma siamo sicuri che sia proprio una forza? Piuttosto che una esaltante dichiarazione d’amore non potrebbe essere una drammatica, a volte tragica, dichiarazione di debolezza? Davvero la persona che amo ha il potere di dare senso alla mia vita, di modificare il mio comportamento con un si o con un no? e se, necessitando un suo si, sono costretto a compiacerlo a corrispondere alle sue aspettative anche se vorrei fare, dire, essere esattamente l’opposto? Beh, direi che sto messo proprio male.

In quest’ottica “non posso vivere senza di te” suona più come una condanna che come il volo libero dell’amore, la condanna a essere due: qualcuno per me e qualcun’altro per lui/lei. Pur di non perdere l’amato bene si accettano forme di disparità di potere, di microricatti, di disattenzioni croniche per compensare le quali ci si rifugia in un altrove dove è possibile costruirsi una vita emotiva per proprio conto, irrimediabilmente intraducibile in un linguaggio condiviso. Un Io ufficiale e un Io sommesso, non integrato nelle apparenze quotidiane, passeggiano insieme 24 ore su 24. Che tristezza!

I figli con i genitori, i mariti con le mogli, le mogli con i mariti, gli amanti con le amanti elevano muri, barriere che lasciano passare sentimenti artificiosi e depotenziati, edulcorati e frenati temendo continuamente di vederli straripare.

Quasi sempre, l’altro dà per scontato che io sia come lui mi vuole e non mi riconosce per come sono, si aspetta che la nostra relazione si svolga nell’unica direzione che lo soddisfa . Un bel rompicapo, non c’è che dire; e tanta sofferenza.

Matteo Licari Autore
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