Mascalucia, lotta al bullismo

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Mascalucia, lotta al bullismo

MASCALUCIA – Il 95 per cento dei ragazzi oggi possiede uno smartphone, spesso regalato alla prima comunione, con accesso a facebook predisposto dai genitori che dimenticano, o non sanno, che per accedere al profilo occorrono 13 anni di età. Farlo è illegale. Il 17%  dei giovani ha una connessione perenne, cioè 24 ore su 24 e un altro 17% rimane collegato dalle 5 alle 10 ore al giorno. Il cellulare non viene mai spento da questi ragazzi e rimangono in contatto anche di notte, quindi dormono meno e male. Il cyber bullismo fa più male del bullismo tradizionale perché su internet ci si sente più colpiti in quanto si moltiplicano le calunnie e le molestie, avvengono sostituzioni di identità, contraffazioni di immagini. Chi è vittima di cyber bullismo, circa il 12% dei giovani internauti secondo dati europei, ha diverse reazioni: il 50% fa dell’autolesionismo il 70% entra in depressione, e l’11% ha tentato di suicidarsi perché si sente inchiodato, pensa di non avere altra soluzione perché ormai la propria reputazione è rovinata per sempre.
Questo in sintesi ciò che è emerso durante il seminario organizzato sull’argomento dal Circolo didattico “Giuseppe Fava” di Mascalucia e patrocinato dal Comune mascaluciese a Massannunziata.
Fra i relatori anche la senatrice Elena Ferrara, depositaria del disegno di legge contro il bullismo e cyber bullismo che ha spiegato come è arrivata alla proposta del disegno di legge: «Anch’io sono un’insegnante –ha detto – e per tre anni lo sono stata anche di Carolina Picchio, simbolo delle vittime di bullismo e cyber bullismo, la ragazza quattordicenne che dopo essere stata violentata e pubblicata su facebook si lanciò dal terzo piano del palazzo dove abitava a Novara lasciando uno scritto col quale accusava i suoi violentatori. La sua vicenda mi ha coinvolta – ha sottolineato -, e il suo grido: “come fate ad essere così insensibili?” mi ha fatto intraprendere questa battaglia come una missione».
Per il primo cittadino, Giovanni Leonardi, «Questo seminario è stato un’opportunità per gli alunni, gli insegnanti e i genitori, per meglio conoscere i rischi che i giovani corrono navigando in internet.
«Nonostante siano bravi a navigare attraverso queste nuove tecnologie, non hanno, però, la consapevolezza dei pericoli ai quali vanno incontro»
La preside del “Giuseppe Fava”, Maria Gabriella Capodicasa, che ha fatto istituire nel proprio istituto anche uno sportello di ascolto, “Sportello amico”, per queste problematiche, si è detta soddisfatta per la grande affluenza di persone adulte: «Questo è un momento importante e decisivo di un progetto di Legalità che abbiamo realizzato nella nostra scuola – ha commentato –  che ha coinvolto le classi quinte della scuola primaria. Quella del bullismo e cyberbullismo è una tematica che tratta un fenomeno ormai dilagante tanto da coinvolgere anche giovanissimi di 8-9 anni.
«Noi come scuola, voi come famiglie – ha concluso -, abbiamo la responsabilità di cercare insieme le strategie per affrontare il problema; i bambini devono acquisire fiducia in se stessi e negli altri».
Al seminario sono intervenuti anche Caterina Aiello, procuratore della Repubblica Tribunale per i minorenni di Catania, Marcello La Bella, dirigente della polizia postale della Sicilia orientale e Cristian Romano, psichiatra e criminologo.

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