L’Elisir d’Amore con la regia di Antonio Calenda

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L’Elisir d’Amore con la regia di Antonio Calenda

Al Teatro Massimo Bellini è di scena sino al 17 maggio il melodramma giocoso “L’Elisir d’Amore”, una delle più note creazioni di Gaetano Donizetti (1797-1848) e del librettista Felice Romani (1788-1865). Opera divertente ed amata, lodata per le melodie dolci e sentimentali, rappresentata in tutto il mondo da secoli (fu composta nel 1832), entusiasma nonostante il cambiamento di atmosfere e di gusti musicali. Evidentemente la bellezza vive perenne e non si cura del fluttuare delle mode e dei gusti.

Per non annoiare il pubblico ogni nuovo allestimento deve però suscitare stupore. Al TMB il regista Antonio Calenda, per rendere memorabile il suo spettacolo, ha ignorato le indicazioni del libretto e, invece di ambientare la storia nel lontano “Paese de’ Baschi”, ha rievocato con scene e costumi la Catania del secondo dopoguerra, quella della ricostruzione e del neorealismo, ma anche quella di una civiltà agricola ancora pura ed incorrotta, preindustriale. Allo scopo di ricreare quell’atmosfera, i cantanti/attori sul palco stanno in sella alla bicicletta, il mezzo di locomozione tipico dell’epoca, mentre la sagoma dell’Etna sullo sfondo è sempre stagliata su un cielo azzurro preciso, netto, sereno, senza nubi, così com’è in un mattino d’estate. Esattamente com’è anche la musica di Donizetti, magistralmente eseguita dal Coro (diretto dal maestro Luigi Petrozziello) e dall’Orchestra del TMB. Sul podio il maestro Tiziano Severini.

Il nuovo allestimento de L’Elisir si è avvalso di un cast che ha saputo affrontare Arie, duetti, terzetti, pezzi di insieme, deliziosi dal primo all’ultimo: questo melodramma è un capolavoro, perfetto in ogni sua parte, dall’introduzione al finale, con il vertice nel celebre brano “Una Furtiva Lagrima”, cantato dal tenore sullo sfondo romantico di una gran luna piena.
Nelle recite si alternano i soprani Irina Dubrovskaya e Manuela Cucuccio (Adina), i tenori Mario Rojas e Valentino Buzza (Nemorino), i bassi Francesco Vultaggio e Luca Galli (Dulcamara), i baritoni Clemente Antonio Daliotti e Giovanni Guagliardo (Belcore), i mezzosoprani Paola Francesca Natale e Albane Carrere (Giannetta); nel ruolo dell’assistente di Dulcamara il mimo Giancarlo Latina. Scenografo e costumista Manuel Giliberti, assistente alla regia Manola Plafoni, scene Giovanni Ragusa, aiuto costumista Giovanna Giorgianni, responsabile dei movimenti scenici Jacqueline Bulnés.

Donizetti dedicò questa sua opera “al bel sesso di Milano”, cioè alle signore che, con i loro applausi in teatro, decretarono il successo delle prime rappresentazioni de “L’Elisir d’Amore”. A proposito di donne, giova sottolineare la modernità della protagonista – Adina – e delle altre figure femminili presenti nel libretto: ciniche e dispettose, spicce di modi ed indifferenti ai sentimenti altrui, dure e fredde con i nullatenenti ma disponibili con i possidenti: vince, alla fine, il denaro e non l’amore. Altro che furtiva lacrima!

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