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Le donne sono il fiore del mondo

CALTANISSETTA – Metroct è vicino a tutte quelle donne che patiscono la brutalità dell’uomo. La donna è il fiore più delicato del mondo, per tal ragione deve essere protetto dalle tempeste. Rosalba Turrigrossa, una delle responsabili del Centro antiviolenza Etnos, ci espone le proprie considerazioni verso una delle tematiche più attuali della nostra società.

Perchè ha deciso di dedicare la sua vita alla difesa della donna che subisce violenza?
«Sono un assistente sociale da circa 20 anni. Subito dopo la prima laurea scelta appositamente per svolgere questo lavoro mi sono messa a lavorare. L’amore verso il mio lavoro mi ha portato a non fermarmi nei miei studi con una laurea in sociologia e una in Scienze del Servizio Sociale. Le mie esperienze nel sociale sono state diverse, mi sono occupata di minori,  anziani, disabili, fino al 2012 con l’apertura della prima struttura per donne in difficoltà e relativi figli e gestanti madri. Dal 2012 ad oggi ho accolto nelle due strutture che gestisco 174 donne per motivi diversi. La percentuale più consistente di donne accolte sono quelle vittime di violenza. In questi 5 anni non ho perso un giorno di lavoro, poche ferie e sono riuscita a ritagliare del tempo alla mia famiglia composta da mio marito e da tre figli e un cagnolino. Mi creda non so dare un motivo ben preciso che mi ha fatto scegliere di lavorare in difesa delle donne, tutto parte da dentro di me, il desiderio di prendermi cura dell’altro. Lo sento dentro e ogni giorno aggiungo un tassello di esperienza rispetto a come si presenta la mia giornata lavorativa, sempre diversa e ricca di soddisfazioni, di pensieri, di ore e ore dietro a lunghe pratiche burocratiche. Il mio lavoro è per me una sfida quotidiana, ho delle difficoltà di deambulazione dovuta ad una serie di interventi chirurgici ad un anca. Alle donne voglio dare la possibilità di una nuova “chiave di vita” ; loro devono sapere che  si può ripartire con tutte le difficoltà che questo nuovo percorso comporta, infatti ho sperimentato un modello di lavoro per le donne che ho definito AIBA – Accoglienza Identità Benessere Autonomia. Questi sono gli elementi per dare sostegno alle donne. Sulla base della mia esperienza ho elaborato un pacchetto formativo con diversi eventi formativi sulla violenza: come diventare operatori per donne vittime di violenza, Io bambino vittima di violenza: tu come mi vedi; bullismo; come operare con uomini maltrattanti ( progetto di cui mi occuperò a breve) e non può mancare i corsi di benessere per gli operatori.(chi è impegnato nella cura degli altri è importante che parte da se stesso per arrivare all’altro). Ogni donna accolta è  per me come una farfalla con un’ala spezzata che non riesce a trovare un equilibrio per la libertà. Scegliendo di uscire dalla violenza ricompone le ali e noi siamo pronte per dare giusta spinta per il volo,qualunque questo sia. Amo il mio lavoro, ci credo e sono con le donne».
Quale è il caso che ricorda con maggiore tristezza?
«Ogni giorno fin dall’apertura della struttura ogni donna che abbia fatto accesso ha portato con se una storia di vita caratterizzata da una forma di abbandono, ha vissuto un lutto, una infanzia difficile, subito un abuso sessuale, tutti questi sono elementi comuni nelle donne. Ricordo con molta tristezza la storia di due sorelle di nazionalità straniera, una quasi maggiorenne l’altra di 16 anni che per anni hanno dovuto subire violenze fisiche e psicologiche da parte del padre; la seconda ragazza raccontava dei diversi tentativi di suicidio fino a 8 anni. Una bimba di otto anni che pensa di farla finita perchè sfinita dalle continue violenze subite. Conosciamo le due ragazze fin da subito appaiono delle ragazze molto fragili ma l’unico elemento che le accomuna è una grande intelligenza. La prima pronta a fare un percorso lavorativo mentre la più piccola diventare un medico.Mi ha colpito specie nella più piccola un senso di odio verso la vita, l’inutilità della sua persona in questo mondo fatto solo di apparenze, cosi definito da lei».
Le Istituzioni fanno il necessario per salvaguardare quelle donne vittime di violenza?
«Dal 2012 ad oggi sono stati fatti passi da gigante rispetto alla difesa sulle donne, al livello legislativo, di servizi, di procedure. Poco è stato fatto rispetto ai tempi e alle lungaggini burocratiche, a denunce lasciate per mesi senza nessun riscontro, ad allontamenti dei maltrattanti, nonchè alla difficoltà di rientrare a casa perchè occupata dal coniuge agli arresti domiciliari…..è mi chiedo se ancora nonostante la legislazione è possibile tutto questo.? Un altra questione da segnalare è la mancanza di comunicazione tra i Tribunali per i minorenni e i Tribunali ordinari, lasciando alla libera interpretazione noi operatori sociali su come gestire particolari situazioni…..a breve ci saranno dei tavoli di lavoro in merito a tutte queste criticità, qualcosa si sta muovendo, chissà possiamo parlarne in una nuova intervista».

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