La <> illustra progetti di lungo periodo.

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La F.A.S. (Federazione Armatori Siciliani) è un’associazione categoriale nata il 10 Luglio del 1991, per cercare di tutelare e salvaguardare i diritti e le peculiarità di coloro che rendono il mare un posto migliore per la collettività. Per capire di più di questa realtà all’avanguardia, si è offerto di parlare il presidente regionale Alfio Fabio Micalizzi, esperto e navigato personaggio dell’associazionismo categoriale siciliano, venendo anche da un’esperienza con Consitalia, associazione dei consumatori molto presente sull’isola. Bisogna ricordare che Micalizzi è pescatore marittimo professionale dal 1990, conducendo fin da ragazzino trasferte estive coi pescherecci d’altura, dal 2011 armatore e dal 2015 presiede proprio la F.A.S..

Domanda: Presidente ci spieghi come nacque la federazione e come s’è evoluta in questo trentennio.

Risposta: La federazione quando nacque, fu prima di tutto per svolgere gli interessi essenziali di pescatori, marinai e portuali. Gradualmente in questi anni nel mondo, sono successe cose che hanno rovesciato i valori in campo, quindi abbiamo intrapreso nuovi obiettivi attinenti all’epoca che stiamo vivendo: ecologia (soprattutto in ambito marino o acquatico), transizione energetica, sviluppo sostenibile e sovranità alimentare.

D: Lei immagino che si renda conto che vive in una terra come la Sicilia che se sfruttasse al meglio il 100% delle sue potenzialità, potrebbe essere “autarchica” nei quattro obiettivi citati prima. Cosa pensa di questa mia affermazione?

R: Sono totalmente d’accordo. La Sicilia ha tutto per poter svoltare in maniera imperiosa, dobbiamo farlo entrare in mente ai cittadini, sarà indubbiamente la chiave di un eventuale successo. Fra l’altro i requisiti dei punti precedenti presenti sull’isola, sono sufficienti per un fabbisogno interno, cosa non di poco conto; come ho sempre sostenuto la nostra prima risorsa è il mare!

D: Nei quattro punti ne ha citato uno che ultimamente le istituzioni stanno focalizzando moltissimo cioè   la “sovranità alimentare”; ci mostri cosa significa per lei ciò.

R: Rispetto a quando cominciammo nel 1991, la gente in media conduce una vita molto meno salutare. Quando io ero giovane, le nostre famiglie ci facevano trascorrere molto più tempo all’aria aperta ed avevamo un’alimentazione prettamente salutare. Io che prima di essere dirigente sono uomo e genitore, mi ritrovo ad avere un figlio adolescente, del quale mi rendo conto che la sua generazione non vive le esperienze, le sensazioni e la sobrietà che abbiamo avuto quelli della mia fascia anagrafica, motivo per cui si sono diffusi maggiormente disturbi, intolleranze, allergie e malesseri dovuti ad una cattiva alimentazione. Ecco perché noi vogliamo partire dagli ambienti scolastici o della ristorazione per “rieducare” alla salute, alla tradizione, per arrivare persino alle persone adulte che si sono “modernizzate”.

D: Reputo interessante affermare la sovranità alimentare per mezzo dei sistemi educativi. Quali sarebbero gli alimenti proposti?

R: Sicuramente comincerei da frutta, verdura e ortaggi. Sarebbe bello organizzare una “giornata della spremuta”, in cui far assaggiare il frutto per antonomasia dell’agricoltura siciliana: l’Arancia Rossa di Sicilia, riconosciuta in tutto il mondo. Non dimenticando che in Sicilia ognuna di queste varietà ha almeno o una sagra locale o un riconoscimento internazionale rispettivo.

D: Invece riguardo il “suo” mare cosa dice riguardo gli alimenti originari da lì?

R: Purtroppo, a mio modesto parere i giovanissimi, mangiano sempre meno uno dei “cavalli di battaglia” della dieta siciliana ed anche mediterranea: il pesce. Sarebbe meraviglioso poter organizzare anche una “giornata del pesce”, con una metodologia simile a quella sulla frutta, considerato che il patrimonio culinario derivato dalla piscicoltura è vastissimo, basti contare il numero di sagre e manifestazioni su di esso sull’isola.

D: Come già detto più volte da lei, i conformismi attuali hanno un forte radicamento sia nei giovani che negli adulti. Come intende stimolare il pubblico affinché aderiscano all’iniziativa?

R: È chiaro che dobbiamo fare assolutamente breccia nei giovanissimi! Appunto per questo, avevamo ideato di organizzare un concorso scolastico, nel quale gli studenti possano strutturare uno slogan efficace per diffondere questi temi, così i più votati riceverebbero una premiazione.

D: Ho sentito delle idee eccezionali nel corso di questa conversazione. Mi auguro possiamo qualche altra volta parlare di altre tematiche attinenti. Come vorrebbe concludere il discorso alimentare?

R: Dopo le possibili iniziative citate in precedenza, in conclusione i giovani studenti potrebbero girare un piccolo spot che parla di come dovrebbero mangiare i giovani siciliani, in maniera tale da far riflettere i loro coetanei in primis e tutti gli altri in secundis, magari indicendo un concorso a premi come nelle idee spiegate precedentemente. Per il resto noi della federazione non ci auguriamo che poterci rimboccare le maniche per realizzare tutto ciò.

 

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