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In Sicilia crolla tutto

Sono tante le cose che in Sicilia in questo momento non vanno proprio bene: mancano i posti di lavoro, chi ha una occupazione la perde per la crisi incessante che nella nostra regione non si arresta, le famiglie non arrivano a fine mese e nei rapporti trimestrali Istat cresce il grado di povertà. Il pil arretra, non si fa impresa e chi ce l’ha scappa verso zone dove è più facile lavorare. Insomma la Regione sembra uno scolapasta che fa acqua da tutte le parti.
E se non bastassero questi problemi, se ne aggiungono altri legati da un lato all’incessante crisi di governo, acuita dalle dimissioni di ben 3 assessori, e dall’altro alle difficoltà che vivono la sanità e i trasporti in Sicilia.
Cominciando proprio da quest’ultimo tasto dolente, proprio ieri è crollato l’ennesimo ponte di una Sicilia che cade a pezzi: il ponte si trova lungo la statale 626 tra Ravanusa e Licata e le cause del crollo sono ancora in fase di accertamento. Sono la buona sorte e la Divina Provvidenza ha evitato stragi considerando che si è creato un maxi tamponamento per le brusche frenate effettuate dagli automobilisti, alcuni dei quali sono rimasti lievemente feriti.
Nell’esatto momento del crollo, una Fiat Punto – con a bordo due donne di Delia (Cl) – si trovava a passare sul cavalcavia ed è pertanto finita sul fondo. La donna che era al volante, – secondo la ricostruzione di carabinieri e polizia – accelerando, è però riuscita a risalire portandosi dall’altra parte del cedimento. I feriti sono lievi. Soltanto la donna incinta, che è di Delia (Cl), in via precauzionale, è stata portata in elisoccorso all’ospedale San’Elia di Caltanissetta.
Dai primi accertamenti effettuati dai tecnici dell’ANAS, la causa del crollo sembrerebbe imputabile a una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l’impalcato, avvenuta senza che si fossero manifestate deformazioni evidenti e tali da preannunciare l’imminente crollo.
Nessun segnale di possibile cedimento, peraltro, era emerso neppure nei recenti interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria che hanno interessato il viadotto negli anni scorsi, con l’adeguamento delle barriere di sicurezza e, ancor più di recente, con la sostituzione dei giunti di dilatazione.
L’ANAS ha nominato una commissione tecnica, presieduta dal docente universitario Mario Paolo Petrangeli, esperto in ponti, che si è messa subito al lavoro e nelle prossime ore si recherà sul posto per il sopralluogo e per verificare gli interventi necessari atti a ripristinare in tempi rapidi la viabilità e a prevenire problemi sulle altre campate del viadotto.
Nel frattempo l’ANAS, assieme alla Polizia Stradale, ha anche individuato un percorso alternativo, con deviazione sulla SS115 e proseguimento sulle SS576, 410 dir, 123 fino all’incrocio con la SS 644.
Crollano dunque le strade… ma crolla anche il sistema sanitario: le dimissioni di Lucia Borsellino sono solo l’ultimo campanello di allarme di un governo che non può certo andare avanti così. A dirlo non è solo l’opposizione ma anche la maggioranza che, pur non avendo preso una decisione definitiva nella riunione di sabato, si è data 30 giorni di tempo per analizzare la situazione.
L’opposizione dal canto suo chiede a gran voce che Crocetta si dimetta: lo fa l’IDV che ha dato vita a una raccolta firme, lo chiede il M5S con la deputata Giulia Grillo che proprio sulla sanità sta portando avanti una battaglia alla Camera affinché in Sicilia vengano mandati gli ispettori per verificare le gravi carenze di organico e di strutture oltre che per indagare sullo scandalo dell’ospedale Garibaldi dove è dovuta intervenire anche la Digos per un acquisto di un robot la cui procedura è apparsa sospetta.
E lo chiede anche la UIL FPL attraverso il segretario regionale Enzo Tango e quello provinciale Stefano Passarello: «La crisi che ha colpito la Sicilia, il suo governo e la sanità ci lascia pochissime speranze: è difficile poter immaginare un futuro più roseo, fatto di efficienza e servizi se fino ad adesso proprio efficienza e servizi sono stati e sono per la nostra terra mera utopia. Per questo lanciamo l’ennesimo grido d’allarme rivolto al presidente Crocetta affinché abbia finalmente un sussulto di dignità e renda meno vergognosa una situazione gestionale e politica sulla quale c’è molto da discutere».

guestauthor Autore
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