Il paesaggio forestale autentico del Bosco di Aci: tornano gli usi civici?

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Il paesaggio forestale autentico del Bosco di Aci: tornano gli usi civici?

Visto con google-maps il Bosco di Aci è una piccola e sorprendente macchia verde che fa da cerniera tra l’invadente cemento delle contrade Cosentini (Santa Venerina), Pennisi (Acireale) e Santa Maria La Stella (Aci S. Antonio), con propaggini che lambiscono altri comuni.
Un tempo quel bosco era ben più ampio e cinque secoli fa, prima che venissero impiantati i vigneti che arricchirono la contea di Mascali, l’estensione del bosco era approssimativamente di trenta chilometri quadrati. Gli alberi erano talmente fitti che costituivano una cortina impenetrabile, regno per fuorilegge e tagliaborse che di notte trovavano riparo nelle grotte laviche o sotto i rami che invadevano i sentieri. A spese del governo qualcuno di tanto in tanto provvedeva a “sbrancare” cioè a sfoltire le chiome di querce, peri selvatici, ulivi. Ma le piante subito si sviluppavano ancora più rigogliose in quel territorio leggendario dove, secondo il mito, sarebbero caduti per volere di Zeus i Giganti che avevano tentato la scalata all’Olimpo.

L’autentico paesaggio forestale del Bosco di Aci sarà presto ricreato con fondi governativi destinati alla tutela ed accrescimento del patrimonio forestale. Con la prossima stagione fredda circa 75 ettari, di proprietà pubblica (Città metropolitana di Catania), diventeranno ancora più rigogliosi di specie legnose. Arbusti ed alberi saranno piantati in gran quantità e si provvederà anche a seguire lo sviluppo delle piantine per i prossimi sette anni.

Particolare attenzione deve essere rivolta alla scelta delle specie da trapiantare. Vivai e consorzi siciliani devono provvedere a fornire i semi, tutti certificati ed autoctoni.

Sarebbe auspicabile che venissero trapiantati anche alberi produttivi: mandorli, noci, fichi, carrubi e ulivi sono piante che richiedono poca acqua e cure minime. In cambio danno dei magnifici frutti che in piccole quantità potranno essere liberamente raccolti da tutti, per perpetuare simbolicamente gli usi civici un tempo consuetudinari nei boschi.

Il progetto di riforestazione del Bosco di Aci si inserisce in un piano più ampio, teso a diffondere nel territorio gli alberi di alto fusto che sono un polmone verde per combattere l’inquinamento atmosferico e acustico, assorbire l’acqua piovana che potrebbe altrimenti creare inondazioni, creare un habitat per la fauna locale, abbattere la Co2. Si è calcolato che con massicci interventi di piantumazione può essere abbassata di un grado e mezzo la temperatura media. Non è poco: i cambiamenti climatici e la desertificazione come è noto sono una emergenza.

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