Avvocato Gianfilippo Passante, perché ha deciso di lavorare nel settore legale?
“Quando, oramai numerosi anni orsono, dovetti compiere la scelta della facoltà universitaria, feci, probabilmente, per me la scelta meno comoda. Avrei potuto intraprendere gli studi di medicina e, quindi, continuare comodamente la tradizione di famiglia, invece, con caparbietà, decisi di assumere la scelta che era più aderente alle mie attitudini, ovvero quella degli studi giuridici. Il mio obiettivo, fin dall’inizio, era quello d’intraprendere la professione di avvocato a seguito di un percorso rigoroso di studi e formazione”.
Come giudica il sistema dei tribunali italiani?
“Dopo oltre vent’anni di esercizio di questa professione e, quindi, di propfonda conoscenza del sistema giudiziario italiano, devo dire, ma non è certo un mistero, che lo stesso è profondamente malato e che tale stato patologico ha riflessi negativi di carattere sociale ed oconomico sull’intero paese. Si può certamente affermare che una profonda e corretta riforma dell’intero sistema giudiziario italiano costituisca la vera emergenza in questo Paese. Purtroppo diversi tentativi di riforma sono stati iniziati, ma gli stessi, per difetto di un disegno strategico organico da parte delle forze politiche che li hanno iniziati, hanno prodotto più danni che benefici. Il cittadino dev’essere correttamente informato, dai media, su questa problematica in modo che possa, coscientemente, compiere le proprie scelte al momento di andare alle urne”.
La troppa burocrazia rischia di bloccare i processi?
“La macchina della giustizia è lenta ed inefficace fondamentalmente perchè il modello di giustizia, ad esempio quella civile, è estremamente inefficiente e non al passo con le nuove esigenze della nostra società. Occorrerebbe, ad esempio nel campo del processo civile, che il ruolo del giudice, a seguito di adeguate riforme procedurali, fosse limitato all’adozione del provvedimento finale e che venisse più valorizzato, nell’interesse della speditezza e qualità della giustizia, il ruolo dei difensori ai quali delegare, nel rispetto del contraddittorio, tutte le altre fasi del procedimento. Si tratta, ovviamente, di questioni estremamente tecniche che è difficile sintetizzare e rendere comprensibili in questsettori .
Cosa preferisce l’ambito civile o penale?
“La vocazione del mio studio legale, ovviamente, è quella per la mataria civilistica ed amministrativistica. Mi avvalgo, comunque, della collaborazione di altri professionisti esperti anche in altri settori(lavoro e penale) e ciò al fine di offrire, a coloro che si avvalgono delle mie prestazioni, il massimo della competenza e della professionalità”.
Intervista a cura di Agrippino Castania
Immagine: fonte flickr / autore m.calamelli