Gerry Garozzo, un ragazzo diverso della Catania anni ’70 che sogna di entrare nel mondo dello spettacolo e di fare il trasformista, ritorna in scena per raccontare la sua Glam City

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Gerry Garozzo, un ragazzo diverso della Catania anni ’70 che sogna di entrare nel mondo dello spettacolo e di fare il trasformista, ritorna in scena per raccontare la sua Glam City

Glam City, spettacolo teatrale di Nicola Alberto Orofino con Silvio Laviano, ritorna in scena con tre appuntamenti importanti: il 30 e 31 marzo allo Spazio Franco di Palermo, il 6 aprile al Teatro di Bò di Santa Maria a Monte (Pisa) e il 19 aprile all’Urban Center (Ex Sala Randone) di Siracusa.
Glam City tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Trischitta, edito da Avagliano Editore, è una produzione del progetto S.E.T.A. e Senza Misura Teatro, in collaborazione con l’associazione Culturale Madè e con il patrocinio di ARCIGAY.
Note di regia
Catania è la Milano del Sud, via Etnea è il salotto buono della città, e da piazza Esposizione in poi, per tutto il corso Italia, eleganti negozi d’abbigliamento.
In estate, alla Plaja, serate danzanti e concorsi di bellezza, ma anche interminabili tornei di tamburello.
La squadra di calcio è ritornata in serie A, e la villa Bellini, ogni domenica, si riempie di famiglie con bambini che si fanno fotografare accanto alla vasca dei cigni. Vicino al cinema Lo Pò, più in là, di fronte alla tabaccheria dei Basile si sentono le prime deflagrazioni sonore di Pippo Pernacchia. Tutto cominciava…

Gerry Garozzo è un ragazzo diverso della Catania anni ’70 che sogna di entrare nel mondo dello spettacolo, di fare il trasformista. Ma Catania gli sta stretta. Per il suo ventunesimo compleanno vola a Londra e lì incrocerà l’astro nascente del Glam Rock, Marc Bolan. Nella torrida Catania, la sua glam city, assieme ad altri variopinti amici tenterà una rivoluzione di costume, fatta di travestitismo e trasgressione. Ma Catania non è Londra e lui non è Bolan, e il suo progetto discografico fallirà assieme alla sua disperata voglia di affermazione personale. Gerry ora è costretto a fare i conti con il suo sogno miseramente infranto. Da Catania a Milano, andata e ritorno, da promessa della canzone a travestito dei viali milanesi. Arriviamo agli anni ’90, siamo di nuovo a Catania, che nel frattempo non è più la glam city degli anni ’70. Cosa è cambiato? Quale città adesso Gerry Garozzo si troverà di fronte? E cosa ne è stato della sua rivoluzione?
Glam City è anche (o soprattutto) la storia di una città che ieri come oggi vive la contraddizione di essere luogo di provincia disperatamente alla ricerca di un riscatto. Da sempre legata alle tradizioni della sua festa, del suo teatro, dei suoi quartieri sgarrupati, dei suoi cittadini strafottenti, di una movida sfrenata e apparentemente spensierata, eternamente in cerca… in cerca… e forse per questo mai contenta. Una ricerca verso un glam che riesce raramente a concretizzare risultati, ed è forse per questo che la piccola city, schiacciata fra il vulcano e il mare rimane eternamente se stessa. La raccontano, nella sua versione teatrale, due uomini (uno in palco, l’altro alla regia) che lì sono nati, all’alba degli anni ’80, amanti infedeli delle migliori (leggi peggiori) tendenze dei propri concittadini, più volte scappati verso altre glam city , ma sempre tornati carichi di speranze e frustrazioni, sempre pronti a farsi spezzare per l’ennesima volta il cuore. Perché la nostra glam city, piccola piccola, ci ha preso l’anima e l’ha cucinata nelle carnezzerie di Via Plebiscito, l’ha mangiata senza mai saziarsi, fino a vomitarla. Ma (porca di una miseria!) quanto è bello il profumo di quelle rosticcerie di anime… E’ questo che ti frega, ed è per questo che sentiamo l’esigenza (urgenza) di raccontare. Gerry Garozzo, approfittiamo di te. Con te vogliamo solo urlare l’intimità dei nostri spiriti, la precarietà delle nostre riflessioni, la vita dentro una glam city piccola piccola… In scena Silvio Laviano, attore generoso e toccante come pochi.

GLAM CITY

dal romanzo omonimo di Domenico Trischitta (Avagliano Editore)

con Silvio Laviano

regia Nicola Alberto Orofino

scene e costumi Vincenzo La Mendola

assistente alla regia Gabriella Caltabiano

progetto fotografico Gianluigi Primaverile

comunicazione Stefania Bonanno

progetto grafico Maria Grazi Marano

produzione progetto S.E.T.A. – SENZAMISURA TEATRO

in collaborazione con Associazione Culturale Madè e con il patrocinio di ARCIGAY

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