Frecce e frecciate , frecciatine e freccette per il Tiro a segno

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Frecce e frecciate , frecciatine e freccette per il Tiro a segno

La notizia è ormai nota. Un articolo apparso ieri su La Stampa attribuiva al senatore Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario del governo Meloni, la volontà di portare nelle scuole italiane i corsi di tiro a segno con le armi.

Ovviamente appena si è propagata la notizia vi è stata una levata di scudi da parte delle opposizioni, mentre Fazzolari smentisce e promette querele… E va bene, vogliamo credergli, ammettiamo che egli non abbia mai detto che nelle scuole bisogna insegnare a sparare… Sebbene risulti difficile crederlo. Fazzolari è una specie di idolo per gli appassionati di armi. A quanto pare l’anno scorso si è presentato (in Lacoste nera) ed ha riscosso ovazioni tra i padiglioni della Fiera dedicata a caccia, tiro sportivo, difesa, ecc

Il tiro a segno in Italia ha forti supporter, soprattutto tra coloro che adesso, mutato il clima politico, guardano con nostalgia al Ventennio, quando schiere di giovani, pieni di speranza e di ardore, si radunavano tutte le domeniche sotto la bandiera nazionale e, dopo le evoluzioni o la passeggiata militare, andavano al poligono oppure improvvisavano bersagli per esercitarsi al tiro a segno.
L’immagine allegata a questo articolo ritrae appunto alcune Giovani italiane mentre a Catania si esercitano tra libro e moschetto.

Ma la disciplina del tiro a segno, collegata all’addestramento militare, è ben più antica del fascismo! Le sue origini affondano nella storia. Esempi letterari di tiro a segno si hanno nell’Odissea, nella leggenda di Robin Hood ed in quella di Guglielmo Tell.

Nella nostra penisola la prima società di tiro a segno nacque a Trieste nel 1799. Successivamente, con l’Unità ci fu l’istituzione – da parte del Ministro degli Interni Marco Minghetti, il 1° aprile 1861 – della “Società del Tiro a Segno Nazionale”, che doveva provvedere a diffondere la disciplina militare tra i cittadini del giovane stato unitario. Fondamentalmente il tiro a segno venne considerato la base dell’educazione nazionale del Paese.

Fu Giuseppe Garibaldi ad ispirare questa iniziativa e proprio all’Eroe dei Due Mondi venne offerta la presidenza della Società del Tiro a Segno Nazionale; una carica a quei tempi importante perché le società di tiro a segno non erano semplici gruppi sportivi, ma larvate forme di reclutamento volontario. In altre parole, la creazione di una fitta rete di società di tiro a segno, presenti su tutto il territorio, servivano a propagandare, in opposizione all’esercito regolare, la Nazione armata ed il completamento dell’unità del Paese.

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