Disagi e doppi turni all’Istituto comprensivo Don Bosco – Santa Maria di Licodia

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Disagi e doppi turni all’Istituto comprensivo Don Bosco – Santa Maria di Licodia

Di Maria Carmela Nicolosi
“Ciò che diamo ai bambini, loro lo daranno alla società” Karl A. Menninger
Come mamma credo sia doveroso interrogarmi su cosa stiamo consegnando ai nostri bambini alla luce delle tristi novità che l’inizio del nuovo anno scolastico ci ha riservato.
Che la situazione locale rifletta il panorama nazionale in termini di pubblica istruzione ed edilizia scolastica è purtroppo palesemente noto.
Volutamente, non mi soffermerò in questo contesto, a sottolineare le criticità che quotidianamente affrontiamo né a esprimere superflui giudizi, sulle condizioni dei locali, in primis o dell’organizzazione in generale, né in paradossali paragoni al fine di determinare se la nostra sia una realtà migliore o peggiore di altre.
Ciò che è certo e, sul quale vorrei invece esprimere delle considerazioni, è la situazione di disagio che stiamo affrontando fin dai primi giorni di scuola, a causa dei doppi turni che, si sono resi necessari, purtroppo, perché logisticamente mancherebbero all’appello almeno 6 aule per garantire il normale svolgimento delle lezioni.
Essere certi di cosa sia realmente accaduto e su chi ricadano le effettive responsabilità, sembrerebbe quasi una mera utopia.
Da una parte la versione ufficiosa fornitaci, purtroppo solo lo scorso 3 ottobre, dal nostro primo cittadino, durante un incontro straordinario, svoltosi nei locali della sala consiliare e dall’altra, la posizione della dirigente scolastica palesatasi durante l’incontro del 18 settembre scorso.
Tristemente le due versioni oltre a non chiarire in maniera inequivocabile perché si è generato questo disagio, danno luogo a un rimbalzo di responsabilità, fomentando cosi, fraintendimenti e malumori tra i genitori.
Per certo resta il fatto che, ad oggi, non è stato siglato ancora nessun contratto di locazione con l’ex istituto delle Orsoline che, nei locali del piano terra, dovrebbe poter ospitare le sei classi mancanti.
La firma, a detta del sindaco, dovrebbe avvenire entro la prossima settimana e ciò, consentirebbe di dare finalmente il via ai lavori di adeguamento del piano terra dell’istituto di via Madonna del Carmelo, per i quali, già sono stati previsti sia le somme da destinare , fin da ora disponibili in bilancio, sia i tempi tecnici di esecuzione dei lavori, attualmente stimati in circa 15 giorni.
Sembrerebbe dunque che questo impasse dovrebbe risolversi entro il prossimo 31 , almeno stando all’impegno assunto dal primo cittadino durante l’incontro del 3 ottobre.
Ma alcune considerazioni, secondo me, sono quanto mai necessarie:
Come mai, non si è riuscito a programmare un incontro unico tra le 3 componenti coinvolte – pubblica amministrazione, dirigenza scolastica e genitori?
Come mai, si ricorre solo ai social per dare informazioni circa gli incontri e sempre con tempi ristrettissimi? (mentre il calendario dei doppi turni e della turnazione è stato reso noto a mezzo circolare, abbiamo appreso dei due incontri svolti con il sindaco e con la dirigente scolastica giorno 18 a mezzo whatsapp con un preavviso di circa 10 minuti, e per l’incontro di giorno 3, è stato scelto il canale facebook con un preavviso di circa 20 ore)
E soprattutto, come mai, di fronte al disagio che stiamo indiscutibilmente vivendo, si è scelto di preferire al benessere dei bambini, solo la pseudo-comodità organizzativa delle famiglie?
E si, perché purtroppo, senza voler puntare il dito contro alcuno, questo è, a mio avviso, l’aspetto più increscioso della situazione.
Vista l’effettiva necessità di attuare i doppi turni si è deciso di eseguirli a rotazione; dal 12 al 21 settembre è stata la volta delle quarte e quinte classi, da giorno 30 settembre al prossimo 11 ottobre, delle terze e delle seconde e, attendiamo ancora comunicazioni ufficiali in merito a tutto il tempo che si riterrà necessario per ultimare i lavori.
Ora, se è pur vero che, la capacità di adattamento ai cambiamenti dei bambini è sicuramente maggiore di quella degli adulti, non sarebbe stato opportuno garantire ai piccoli un cambiamento unico e meno complicato da comprendere? Come si fa da genitori a spiegare al proprio piccolo che dovrà andare a scuola per due settimane di mattina, poi due di pomeriggio, poi forse altre due di mattina e cosi via?
Come dovrebbe organizzarsi una famiglia che, oltre agli impegni di lavoro e di gestione familiare ha a che fare, probabilmente con più di un bimbo?
Ormai, siamo abituati a gestire più incombenze; oltre all’impegno scolastico, siamo soliti offrire ai nostri figli, la possibilità di svolgere attività di socializzazione, ludiche e ricreative extrascolastiche dal catechismo per i cattolici cristiani allo sport, danza, musica e quant’altro, attività che, consentono di agevolare lo sviluppo psico-sociale dei bambini.
Credo che si potrebbe riuscire a far coincidere anche le cose se solo fossimo informati in maniera univoca e puntuale; del resto le famiglie con più figli sono già abituate ad organizzare la routine familiare tenendo conto delle esigenze dei vari componenti che, giustamente differiscono per sesso, età e interessi personali.
Dover rimodulare l’organizzazione familiare ogni 15 giorni risulta estremamente difficoltoso, per non dire disumano e quasi impossibile, ma, questo, è solamente il mio pensiero di mamma lavoratrice, forse come tanti, purtroppo,sull’orlo di un crollo psicologico a causa dello stress già sollecitato dalla frenesia dei moderni ritmi di vita.

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